CAPITOLO 6

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Mi risveglio in una stanza che noto non essere la mia e nemmeno quella di uno dei miei amici. Subito mi vengono dei flashback della serata precedente e spalanco gli occhi iniziando a respirare a fatica, sento dei macchinari attorno a me iniziare a suonare all'impazzata e delle persone con il camice fanno ingresso nella stanza in cui mi trovo e venendo di fretta da me.

"Merda sono in ospedale" penso e poi vedo tutto nero, probabilmente mi hanno sedata per calmarmi.


Piano piano apro gli occhi, ma subito li richiudo infastidita dalla luce forte e fastidiosa, automaticamente mi porto a fatica una mano sugli occhi emettendo un grugnito.

< Tesoro sei sveglia? > sento dire e subito riconosco la voce di mio padre.

< Papà ... > dico in un sussurro.

< Perché sono qui? > chiedo aprendo gli occhi e abituandomi alla forte luce e al chiaro della stanza in cui mi trovo.

< Tesoro hai fatto un incidente > mi dice semplicemente.


Guardo il mio corpo e noto delle fasciature sulle braccia e inoltre non mi sento le gambe, sento solo dolore ovunque.

< Mi ricordo solo che ieri ero in macchina con David, stavamo tornando a casa sua e un suv ci è venuto addosso, non ha rispettato il semaforo e andava troppo veloce per riuscire a schivarlo > gli dico guardandolo attentamente mentre lui distoglie lo sguardo da me.

< Non è successo ieri, ma sei stata in coma per 5 giorni > mi informa.

< E David come sta? > chiedo, ma prima che mio padre possa rispondermi entra un medico.


< Signorina come si sente? > mi chiede il signore appena entrato che sembrerebbe avere circa una cinquantina d'anni, è pelato con un filo di barba e molto alto, non è come i dottori di Grey's Anatomy per mia grande sfortuna.

< Mi fa male tutto, riesco a muovere solo il collo e le braccia, le gambe non le sento > rispondo io toccando quest'ultime da sopra il lenzuolo bianco.

< Ketrin lei ha avuto un brutto incidente e abbiamo dovuto operarla alla schiena, ora che si è svegliata dopo un coma di 5 giorni e dovremmo metterle un busto così da non creare danni e poter stare eretta, ci vorrà del tempo prima di riprendere a camminare. Per le gambe ora faremo dei controlli, ma potrebbe essere solo dell'indolenzimento causato dai calmanti che ti hanno dato un paio di ore fa quando ti sei svegliata e hai avuto un'attacco di panico. Ora vado a chiamare lo specialista e torno, così che anche lui ti possa vedere e dare una diagnosi specifica > mi dice per poi guardare mio padre.

< Signore posso parlarle un'attimo > continua rivolto verso di lui.

< Certo > gli risponde per poi alzarsi e seguire il medico fuori dalla mia stanza.

Mi fa molta paura questa situazione e il dolore che sento è molto forte, prima il medico mi ha interrotta mentre chiedevo a mio padre notizie su David, ma quando rientrerà gli porrò nuovamente la domanda. Ho tanta voglia di vederlo e ho bisogno di uno dei suoi abbracci.


(PADRE DI KETRIN)

< Mi scusi se l'ho fatta uscire, ma dovrei parlarle chiaramente della situazione di sua figlia, non voglio spaventare la ragazza, ma lei deve sapere la situazione completa > mi dice il medico di Ketrin.

< Mi dica tutto, mi devo preoccupare? > chiedo io serio.

< Sua figlia ha riportato gravi traumi dopo l'incidente, dovrà portare il busto e per un po' di tempo non potrà camminare se vuole guarire completamente, dopo di che dovrà fare molta fisioterapia e sarà dura per lei, avrà bisogno di tutto il supporto possibile e soprattutto dell'incoraggiamento della famiglia > mi informa lui.

< Va bene, noi però dovremmo trasferirci a Los Angeles non appena potrà spostarsi, il viaggio era programmato da tempo e abbiamo già ritardato di qualche giorno visto che non si svegliava. Lei conosce qualcuno la che possa seguirla? > gli dico, voglio partire il prima possibile per farla allontanare da qui.

< Si, se vuole io conosco degli specialisti lì, passerò le informazioni su sua figlia così che possano curala e seguirla a pieno e nel migliore dei modi > mi dice per poi prendere in mano il telefono.

< Chiamo subito e poi vengo da voi per metterle il busto e fare i vari esami, poi in un paio di giorni potrà spostarsi > continua lui per poi allontanarsi, dopo pochi minuti ritorna da me con in mano un busto.

< Il mio collega mi ha risposto ed ha accettato di prendere in carico sua figlia, quindi non appena saremo certi che possa spostarsi la faremo trasferire con l'elicottero dell'ospedale, dopo che lui l'avrà visitata potrà portarla a casa, ma avrà ancora bisogno di un'infermiera a domicilio per delle medicazioni e cure > mi riempie di informazioni.

< Va bene, un'altra cosa ... > inizio a dire io.

< Mi dica pure > mi incoraggia lui a continuare.

< Mia figlia mi ha chiesto del suo amico, come posso fare a dirglielo senza che le venga un'attacco come quando si è svegliata la prima volta? > gli chiedo io preoccupato della sua reazione.

< Prima o poi dovrà dirglielo, meglio farlo il prima possibile così che possa elaborare il tutto e poi iniziare a riprendersi sia mentalmente che fisicamente > mi consiglia lui per poi andarsene

Lo ringrazio per il suo consiglio, ma lui non sa il rapporto che avevano Ketrin e David, loro erano più che amici, erano come fratelli.

Dopo l'accaduto ho contattato anche la madre che vive in Francia, ma mi ha detto che non può venire perché deve partire per un viaggio, spero che non mi chiederà di lei non voglio dirle che la madre non vuole venire a causa di un viaggio di piacere ne soffrirebbe troppo.


Rientro da solo nella stanza di mia figlia e la vedo fissare il soffitto.

< Non tornerò più a camminare vero? > mi chiede lei triste.

< No tesoro non è così, tornerai a camminare ma ci vorrà del tempo e tanta fisioterapia > la informo.

< Ok ... > mi risponde poco convinta e a me dispiace moltissimo vederla in questo stato.

< Comunque prima che entrasse il medico mi stavi dicendo di David, dov'è? è già a casa? > mi ricorda del discorso che avevamo in sospeso e che speravo di non dover affrontare nell'immediato.

< Tesoro ... David ha subito gravi danni nell'incidente, lo hanno operato e hanno fatto di tutto per salvarlo ma non ce l'ha fatta, è morto il giorno stesso mentre era in sala operatoria > le dico abbassando lo sguardo triste.

< C-Cosa? > mi chiede scioccata mentre inizia a respirare a fatica.

< Ti prego non fare così, calmati tesoro > le dico andando da lei abbracciandola, sento che il suo respiro si fa sempre più irregolare come se fosse un'attacco di panico e quindi suono il campanello per chiamare aiuto.


Dopo pochissimo tempo entra un'infermiere abbastanza giovane.

< Che succede? > mi chiede.

< Mia figlia sta avendo un'attacco di panico > lo informo e subito si avvicina a lei controllando il suo stato per poi uscire di corsa.

< Eccomi qui, che succede Ketrin? > chiede il medico di mia figlia correndo al suo fianco con una siringa.

< Le ho detto del suo amico e questa è stata la sua reazione > lo informo.

< Ok ora la sedo un po', poi le daremo dei tranquillanti così che non succeda di nuovo. La visita con lo specialista è meglio rimandarla a domani > mi dice lui iniettandole del liquido trasparente nel braccio e poi uscire.

Ketrin lentamente si addormenta.

< Tesoro mio non sai quanto mi dispiace, so che tu e David avevate un legame fortissimo ed eravate come fratelli, ma devi essere forte > dico io stringendole la mano anche se so che non mi sentirà.

COGLI L'ATTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora