CAPITOLO 37

220 6 6
                                    


Una volta a casa vado in camera mia, dirigendomi nella cabina armadio mettendo a fatica le borse nuove negli spazi degli scaffali e la stessa cosa con le scarpe mettendole vicine alle altre.

< Com'è andato lo shopping? > chiede Gemma entrando nella stanza dove sono e vedendomi rimuovere dalla scatola le scarpe nuove della Louis Vuitton.

< Molto bene, ho preso queste come incoraggiamento ad affrontare positiva la riabilitazione, poi queste e quelle due borse > dico mostrandole il tutto.

< Waw hai fatto proprio dei bellissimi acquisti, ti sei divertita? > mi domanda.

< Sìsì grazie > rispondo sorridendole e lei mi saluta per tornare a cucinare la cena visto che sono già le 18.30.


Verso le 20.00 Samantha viene a chiamarmi dicendomi che la cena è pronta, quindi insieme andiamo in cucina per poi metterci a tavola ed aspettare che ci venga servito il pasto.

< Per stasera ho preparato le lasagne al forno > ci informa.

< Waw > dico quando mi viene posto davanti il mio piatto che emana un profumo buonissimo e la stessa cosa fa la mia sorellastra, mentre mio padre sembra molto taciturno stasera.

< Questo è il mio piatto preferito > esclama lei prendendo in mano la forchetta, assaggio un primo boccone e le mie papille gustative fanno festa.

< Gemma è buonissima! > mi complimento io per poi continuare a mangiare.

< Grazie mille, sono contenta che piaccia anche a te > risponde lei sedendosi e iniziando a mangiare.

La cena è stata abbastanza silenziosa togliendo i complimenti vari a Gemma per le pietanze che ha preparato stasera.

< Artur c'è qualcosa che non va? > chiede Gemma a mio padre.

< Non ho voglia di parlare > risponde.

< Cosa ho fatto di male stavolta > chiedo alzando gli occhi al cielo sapendo che in questi giorni si arrabbia solamente con me.

< Quanti soldi hai speso oggi? > chiede nervoso.

< Non ti sei mai preoccupato delle mie spese e non mi hai mai dato limiti > commento io.

< Lo so, ma ora a che ti servono quelle cose? > ribatte.

< Le scarpe da ginnastica le indosso e le altre come incoraggiamento per la riabilitazione > gli rispondo tranquilla.

< Ok ... > commenta solamente.

< La mamma lo sa che sono stata male? > chiedo curiosa e lui non risponde.

< Pa rispondimi > insisto io.

< Sì, l'ho chiamata subito però la era notte quindi mi ha richiamato qualche ora dopo > mi informa.

< E come sempre non mi verrà a trovare, non gliene frega un cazzo di me > dico abbassando lo sguardo e stringendo i pugni, mio padre non dice altro.

< Ma no Ketrin, lei è tua madre e ti vuole bene, solo che vive lontano > mi dice Gemma in modo dolce.

< No, lei è solo un egoista! Non si è mai interessata a me e penso che se tu fossi stata al suo posto avresti fatto di tutto per vedere Samantha > dico e lei annuisce triste.

< Sinceramente sento più te come madre che lei > dico quasi in un sussurro e lei dopo queste mie parole corre ad abbracciarmi.

< Ketrin per me sei come una figlia e ricordati che per qualsiasi cosa io ci sono > mi dice mentre mi scende una lacrima.

< Grazie > le sussurro stringendola.

< Che dolci che siete, c'è posto anche per me? > chiede Samantha.

< Certo sorellina > le rispondo e vedo che sorride felicissima per poi unirsi all'abbraccio.


Le parole che ho detto le sento veramente, in questa casa mi sembra veramente di avere una famiglia vera ed è quello che ho sempre desiderato avendo avuto dei genitori assenti ed essendo sempre stata figlia unica. Mio padre resta sempre lo stesso, ma mi sembra di aver trovato una madre e una sorella alle quali voglio veramente molto bene.



***

Scusate l'assenza, ma è stata una settimana piena. 

Cercherò di farmi perdonare.

***

COGLI L'ATTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora