CAPITOLO 80

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Sono due mesi che lavoro da Secret e mi piace veramente tanto, ho scritto davvero tantissimi articoli e mi hanno anche mandata a visitare dei luoghi per parlarne nel mio blog dando consigli alle persone su quali posti vedere.

Settimana prossima andrò per 3 giorni ad Havana dove scriverò dei luoghi migliori da visitare e da non perdere, i cibi da assaggiare e la sua storia, mentre per la rivista scriverò degli abiti tradizionali.

La riabilitazione si è definitivamente conclusa ed sono anche tornata in palestra, seguendo le raccomandazioni del medico, inoltre ho anche ricominciato a guidare anche se lo faccio solo per brevi tratti come andare al lavoro o da Alexander.


Ora sono a casa di Alex e stiamo cenando con della pizza e due belle birre fresche, mentre mangiamo gli racconto la mia giornata di lavoro e lui la sua, fortunatamente è venerdì e domani non si va al lavoro, anche se molto spesso sono ispirata e scrivo articoli anche da casa.

Una volta finita la pizza rimuoviamo i cartoni e le bottiglie vuote dal tavolo sistemando le cose sporche e buttando i rifiuti.

< Ketrin ti devo parlare di una cosa importante > mi dice una volta finito.

Senza parole vado a sedermi sul divano in attesa di sentire quello che ha da dirmi, le sue parole per un attimo mi hanno bloccata visto che la frase che ha pronunciato è quella che fa paura a tutti e non promette mai nulla di buono.

< Che cosa è successo? > chiedo preoccupata mentre mi torturo le mani e lui mi segue sedendosi al mio fianco.

< L'azienda di famiglia ha aperto una nuova filiale e spetta a me andare a dirigerla e farla crescere > mi confessa lui dopo attimi di silenzio.

< Dove? > chiedo solamente abbassando lo sguardo impaurita dalla sua possibile risposta, potrebbe essere ovunque, ma da come ha pronunciato quelle parole non dev'essere molto vicina.

< Londra > risponde lasciandomi senza parole e confusa su ciò che potrà succedere.

< Ci sono più di dieci ore di volo e 8 ore di fuso a separarci > commento io.

< Lo so ... > inizia a dire lasciando in sospeso la frase.

< Da quanto sai di questa cosa? > chiedo io sospettosa, non credo che sia stata una notizia di oggi.

< Una settimana, io e mio padre abbiamo fatto l'affare e per questo lui vuole che sia io a seguirla > mi spiega.

< Non vorrei che la nostra storia finisse ... > dice poi, mi innervosisce questo suo parlare senza concludere il discorso.

< Ma...? > lo invito io a continuare allungando la lettera A, anche se già immago come andrà a finire il suo discorso.

< Io sono pazzo di te, ma io non credo nelle relazioni a distanza e non so ancora per quanto tempo dovrò restare lì > mi spiega.

< Quindi mi stai lasciando? > gli domando guardandolo negli occhi mentre i miei diventano lucidi.

< Non lo sto ancora facendo, manca ancora una settimana alla mia partenza > mi risponde.

< Solo una settimana? > gli chiedo e lui annuisce.

< Alex non sarà una settimana a cambiare ciò che accadrà ... quindi è meglio separarci ora per rendere la cosa meno dura e difficile > dico sfiorandogli la guancia in modo dolce con la mia mano per poi alzarmi e andare verso la porta senza mai voltarmi mentre una lacrima scende sulla mia guancia.

Esco di casa per poi chiudermi la porta dietro di me e posandomi su di essa inizio a piangere, non ci posso credere che sia finita.

Sento dei passi avvicinarsi all'uscita quindi di fretta corro alla macchina per poi mettere in moto e andandomene senza mai guardarmi dietro, non voglio sapere se mi ha rincorsa e rimandare il momento in cui ci lasciamo sarebbe troppo duro, ogni giorno penserei al doverci separare.

Non ci posso credere ...

Stava andando tutto così bene ...

COGLI L'ATTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora