CAPITOLO 66

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Una volta toccata l'acqua sentiamo che è abbastanza calda quindi lui inizia a correre fino ad immergerci completamente.

< Ora puoi lasciarmi andare, credo di riuscire a stare in piedi nell'acqua > gli dico io sorridendogli.

< E se non volessi? > chiede lui guardandomi furbo.

< Ma non vado da nessuna parte > gli dico guardandolo negli occhi.

< Ok va bene, così farai degli allenamenti > mi risponde lasciandomi andare prima le gambe e tenendo i miei fianchi con le mani, poi una volta assicuratosi che io sia eretta mi lascia completamente e restando davanti a me.

< è molto più facile in acqua > affermo io.

< Facciamo acquagym > dice lui ridendo.

< Come in riabilitazione > gli rispondo.

Passiamo un po' di tempo nell'acqua facendo dei piccoli esercizi che solitamente facevo in piscina con il fisioterapista.

< Sai potresti fare il medico > gli dico riavvicinandomi molto a lui abbracciandolo.

< Dovrei laurearmi di nuovo e ci sono troppi anni di studio dietro, mi basta aiutare te > mi risponde ridendo contagiando anche me.

< Beh mi sento molto onorata > gli rispondo.

< Per te questo e altro > mi dice per poi darmi un dolce bacio sulle labbra stringendomi dolcemente tra le sue braccia.


Dopo aver passato del tempo in acqua muovendoci e coccolandoci decidiamo di tornare a riva mettendoci sugli scogli asciugandoci sotto il bellissimo e caldo sole che c'è oggi.

< Vorrei restare qui per sempre > dice lui ad un tratto con gli occhi chiusi.

< Beh essendo casa tua puoi venire qui quando vuoi > rispondo io.

< Sì, ma ultimamente non ho avuto molto tempo a causa del lavoro, oggi mi sono preso un giorno libero solo per te > mi informa lui.

< L'azienda è di famiglia? > chiedo ricordandomi che quando parlava del lavoro dicesse "la mia azienda" e non semplicemente "dove lavoro".

< Sì, fortunatamente sono ancora affiancato da mio padre che mi aiuta con la gestione del tutto, ma mi ha già informato che tra qualche anno andrà in pensione lasciandola definitivamente nelle mie mani. So che resterà sempre a disposizione per me nel caso ne avessi bisogno, ma è una grande responsabilità che a volte mi fa un po' paura > mi spiega.

< Capisco, ma se tuo padre ha preso questa decisione sicuramente è perché si fida di te e crede che tu possa farcela anche senza il suo aiuto > gli dico io accennando un sorriso.

< Spero solo di non deluderlo > dice guardando un punto indefinito di fronte a se, io gli prendo il viso girandolo verso di me e guardandolo negli occhi.

< Devi credere di più in te e nelle tue capacità di essere un buon capo per la tua azienda > gli dico sincera.

< Grazie > mi risponde sorridendo e dai suoi occhi sembra sfumare via la preoccupazione momentanea.

< Sto dicendo solo ciò che penso di te, tu sei una bella persona e sono sicura che saresti un buon capo in grado di ascoltare le persone che ha al proprio fianco per il bene dell'azienda e non un'egoista che pensa solo a se stesso ignorando tutti > gli spiego il mio pensiero e lui in risposta mi da un abbraccio di ringraziamento per le mie parole.


< Stiamo parlando solo di me, tu che mi racconti > mi chiede lui ad un tratto.

< Mi piacerebbe aprire un blog personale per parlare di me, di come la mia vita è cambiata dopo l'incidente, la difficoltà con la quale ho dovuto ricominciare e poi mi piacerebbe parlare anche della mia passione per la moda > spiego io anche se so che le due cose non centrano nulla tra di loro e non so se sia una buona idea unirle.

< A me sembra un'idea bellissima > mi dice lui.

< Lo credi davvero? > chiedo io incerta.

< Sì, io penso che parlare della tua esperienza possa aiutare altre persone a credere in se stessi ed è giusto che tu unisca questo alla tua passione per la moda > mi spiega lui.

< Penso che da domani inizierò a creare il mio blog, mi hai dato la giusta motivazione per farlo > dico sorridendo.


Abbiamo passato tutto il pomeriggio in spiaggia a parlare di noi, a coccolarci e abbiamo anche fatto di nuovo il bagno. Verso le 19.00 decidiamo di dirigerci ad un fast food per cenare con del buon cibo spazzatura e poi tornare a casa.

COGLI L'ATTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora