30. Come Cenerentola (prima parte)

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Wencky aveva visto uscire il suo padroncino subito dopo pranzo. Il volto scuro, il passo svelto. Prima di andare le aveva preso le manine, inginocchiandosi davanti a lei, e con voce pacata le aveva detto che lei era unʼelfa libera e se lui non fosse tornato poteva restare al Castello o andare da Blaise. Wencky non aveva trattenuto le lacrime. Non voleva lasciare il suo Draco. Era stata turbata per il padrone per tutto il pomeriggio e alla fine si era decisa, doveva parlare con la Signorina Hermione. Lei lʼaveva rassicurata e le aveva chiesto di preparare diverse porzioni dei suoi deliziosi biscotti allo zenzero. Avrebbero fatto dolcetto o scherzetto con i bambini dei primi anni di tutte le case. Anche la Signorina era preoccupata per il suo padrone, non lʼaveva detto chiaramente ma lo era, Wencky lo vedeva. Si era scurita in volto, man mano che ascoltava il suo racconto e, alla fine, gli occhi erano lucidi. Non aveva pianto, no. Ma la voce era strana: troppo allegra e squillante. Le piaceva tanto la signorina Hermione!

Avevano preparato i dolci, giocato coi bambini e finito di sistemare gli addobbi della Sala Grande, fino a quando la Signorina rossa aveva portato via la signorina Hermione di peso, per andare a cambiarsi per la festa.

Blaise fu il primo a rientrare al Castello; era stato ascoltato subito e Draco gli aveva chiesto di andar via. Per quanto desiderasse lʼappoggio del suo amico, non voleva che fosse presente se fosse andata male. Non avrebbe sopportato di vedere il dolore nei suoi occhi, lui non glielo aveva detto ma Blaise lo sapeva. Aveva indossato il suo abito di sartoria e stava aspettando Nott. Dal momento che sarebbero andati al ballo con due corvonero, avevano deciso di presentarsi insieme per aspettare le ragazze fuori dalla loro torre.

Belinda Swans era una ragazza molto carina, anche se un poʼ smorfiosa. Quando lo aveva invitato, Blaise aveva sorriso con gentilezza ma, doveva ammetterlo, ci era rimasto un poʼ male. Non sapeva neanche lui bene cosa avesse sperato, ma di certo non lei. Poi Goyle era stato invitato dalla Weasley e Blaise era rimasto spiazzato, fino a quando Daphne gli aveva detto di aver invitato Finnigan, rispettando lʼaccordo preso con la Prefetto Grifondoro durante la ronda fatta insieme.

Belinda, Luna e Ametista scesero insieme dalla torre di Corvonero e non potevano essere più diverse fra di loro. La prima era una nuvola di chiffon rosa molto appariscente, con indosso un abito piuttosto scollato e aderente, la seconda una goccia di rugiada grigia e scintillante e la terza, beh, sembrava proprio unʼametista, con un abito del colore di quella pietra, che le donava moltissimo. La giovane Nott, alla vista di Blaise e del cugino, spalancò per un attimo gli occhi, ma poi capì: il suo cavaliere non era ancora ritornato al Castello. Avrebbe fatto il suo ingresso in Sala con i suoi amici.

Quando arrivarono in Sala Grande, era tutto un tripudio di zucche intagliate che si libravano nellʼaria e ragnatele iridescenti. Il soffitto era incantato come se ci dovesse essere una tempesta e centinaia di candele fluttuavano ai lati delle pareti. I fantasmi del Castello volteggiavano spensierati, tranne il Barone, e tutti i ragazzi e i professori rivolgevano gli auguri di complemorte a Nick-quasi-senza-testa.

Non ci volle poi molto a Blaise per individuare il gruppo dei ragazzi dellʼottavo anno. Mancavano però ancora Draco e Harry. Hermione era splendida e tristissima. Tentava di elargire sorrisi, senza che questi sfiorassero gli occhi. Ginny Weasley, la rossa imprevedibile, le stava accanto, a braccetto con Gregory Goyle. Il suo vecchio amico appariva impacciato ma piuttosto contento. Dʼaltra parte, era insieme a due belle ragazze e non si poteva di certo lamentare.

 Dʼaltra parte, era insieme a due belle ragazze e non si poteva di certo lamentare

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