85. Expecto Patronum

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Harry aveva assistito, non visto, allʼincontro tra Ginny e Blaise. Aveva inviato a Malfoy un gufo e ora lo stava aspettando; aveva intenzione di dargli una lezione extra sul patronus. Una promessa andava mantenuta.

«Ehi, Potter, sono qui.»

Harry si era voltato, ancora sovrappensiero, in direzione della voce «Ti stavo aspettando... Pensi sia una cosa seria? Per Zabini, intendo. Sai, sono stato fidanzato con Gin, ma adesso è come una sorella, quanto Hermione.»

Draco, che aveva seguito la direzione del suo sguardo, vide il suo migliore amico mano nella mano con la piccola furia rossa.

«Non posso parlare per Blaise, non ti racconterei mai qualcosa che so in confidenza... ma basta che lo osservi per capire cosa prova per lei.»

«È la stessa cosa che tu provi per Herm?»

In realtà, Hermione non gli aveva mai detto cosa provasse per lei Malfoy, ma era evidente come la luna in cielo che lʼamava.

«Esattamente la stessa che cʼè fra te e Tista, mi sa» rispose con un sorrisetto il biondo, allʼapparenza per niente infastidito da quello scambio di confidenze.

«Okay, messaggio recepito. Andiamo ai margini della foresta prima che cali il sole.»

«Nella foresta?»

«Lì avremo spazio e un po' di riservatezza. Esercitarsi per evocare un patronus può essere un'esperienza piuttosto... beh, intima, in un certo senso...»

Harry si sentiva un po' in difficoltà; Malfoy gli aveva chiesto aiuto e lui non voleva negarglielo, ma non sarebbe stato semplice o indolore, probabilmente per nessuno dei due, anche se soprattutto per il serpeverde. Evocare un patronus voleva dire mettere a nudo debolezze e paure e tra loro, diciamolo, avevano sempre negato ogni possibile debolezza.

«Non trattarmi come un primino, okay? Il fatto che non lo sappia evocare non significa che non l'abbia studiato. Tu sai, vero, che nessun Mangiamorte è in grado di farlo? Solo Piton.»

«Già. Ma tu non sei un mangiamorte, così come non lo era Severus Piton, quindi non sarà un problema» rispose Harry con decisione.

Malfoy mugugnò qualcosa e prese a camminare verso l'uscita del castello.

«Cominciamo bene...» disse Harry alzando gli occhi al cielo.

«Vuoi muoverti, Potter? Presto farà buio e non è la mia massima aspirazione trovarmi nella Foresta Proibita col calar delle tenebre.»

«È un vecchio amore, il tuo, quello per la Foresta Proibita di notte, vero?» lo prese in giro Harry «E stavolta non puoi neanche scegliere di portare con te il vecchio Thor!»

«Oh, sta zitto e cammina!»

«Certo, certo.»

Proseguirono senza parlare. Draco era nervoso, si vedeva. Forse sarebbe stato meglio trovare un altro luogo per esercitarsi...

«Senti, Potter, sono stato uno stronzo con voi, okay? Lo so. Mi dispiace. Ma, se non vuoi aiutarmi, dimmelo ora, prima che andiamo avanti.»

Harry si fermò di colpo, ma che diamine. «Malfoy! Ascoltami bene, se non avessi avuto intenzione di aiutarti te l'avrei detto chiaro e tondo. E poi, fammi un piacere, chiamiamoci per nome. Se non mi sbaglio, avevamo già deciso di farlo.»

Draco annuì. «Allora è deciso. Grazie, Harry. Che devo fare, ora?»

Erano giunti al limitare della foresta e si erano addentrati per un pezzetto. «È inutile che ti eserciti subito sull'incantesimo. La prima cosa da fare è cercare di capire a quale ricordo devi pensare. La teoria la sai bene, giusto?»

La profezia dei fondatoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora