49. La mattina di Natale

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Harry si svegliò la mattina di Natale con un picchiettio leggero alla finestra della sua camera a Hogwarts. Andare alla Tana sarebbe stato strano senza Hermione, dopo quello che era successo. Di tornare a Grimmauld Place non se ne parlava proprio e quindi la scelta più plausibile era restare al castello. Per lui era come una casa, nonostante tutto.

Inforcò gli occhiali e si diresse verso la finestra. Bubò svolazzava allegro e picchiettava il vetro, ma non era solo. Un suo simile in miniatura gli svolazzava vicino, con un grosso fiocco rosso al collo. Harry sgranò più volte gli occhi e poi aprì la finestra, facendo entrare i due pennuti. Bubò tubò, felice di rivedere il suo amico, e si appoggiò su un braccio che Harry gli offrì. Il piccolo gufo invece fece una carambola e atterrò con poca grazia su una pila di libri vicino al letto, scuotendo con forza le piume.

Harry rise e, dopo aver offerto a Bubò dei biscotti allo zenzero che Wencky gli aveva regalato la sera prima, si chinò per prendere il gufetto «E tu piccolino?»

Quello arruffò le piume e emise un suono simile a quello del gufo grande, che intanto sgranocchiava il suo biscotto appollaiato sulla spalliera di una sedia. «Fammi vedere cosa nascondi dietro questo enorme fiocco.» disse il Ragazzo Sopravvissuto, sciogliendo il fiocco rosso e rivelando un rotolo di pergamena non troppo grande.

Caro Harry,

Luna mi ha raccontato della tua Edwige e nessuno potrà mai sostituirla, ma questo piccolo saprà esserti fedele come lo è il mio Bubò. Con affetto sincero, Ametista

p.s. Buon Natale

Harry aveva le lacrime agli occhi, il gufetto gli punzecchiò col becco una mano e lo guardò con i suoi profondi occhi gialli.

«Cercherò di tenerti al sicuro, te lo prometto. Ma adesso come posso chiamarti?»

Quello tubò un poʼ, allargando le piccole ali e scrollando la testina. Il moro lo accarezzò piano, era così piccolo che aveva paura di fargli male. «Che ne dici di Noël? In fondo sei arrivato per Natale, un regalo inatteso e speciale...»

«Harry, sei sveglio?» la voce di Hermione arrivò da dietro la porta chiusa.

«Sì, entra pure.»

«Oh, che carino» disse subito osservando il gufo più piccolo in mano ad Harry.

«Ti presento Noël, me lʼha regalato Ametista. Lui invece è Bubò, il suo gufo, con cui gioco spesso a rincorrerci...»

Hermione ridacchiò «Io invece in camera ho una puffola rossa che Blaise ha regalato a Ginny; lui lʼaveva acquistata ai Tiri Vispi il giorno in cui hanno discusso con Ron, non era il caso portarla alla Tana.»

«Capisco.»

«Ti dispiace che Blaise si stia avvicinando a Gin?»

«Oh, no, è in gamba. Mi dispiace solo che Ron sia così ottuso.»

Hermione si fece triste, quello era il secondo Natale che passava senza i suoi genitori e senza il rosso e la sua famiglia.

«Oh, Hermione, scusa.»

«Non importa, è quel che è! Ti ho preso un regalo.» gli disse porgendogli un pacchetto assai voluminoso.

Harry amava i regali, forse perché da bambino ne aveva avuti molti pochi, ma adorava la carta, i fiocchi e il rumore che facevano mentre si aprivano. «Wow, grazie Herm, un set per la cura e manutenzione delle scope specifico per la mia Firebolt! Magnifico, davvero magnifico! Anche io ti ho preso una cosa, aspetta!»

Il ragazzo si fiondò nel baule.

«Ecco, è un regalo mezzo babbano, ma spero che ti piaccia!»

La profezia dei fondatoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora