98. Difficile ingannare Hermione Granger

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Hermione era inquieta, anche se erano in biblioteca da poco tempo, immersi in libri così antichi da avere dita di polvere. C'era qualcosa che le stava sfuggendo. Ne era sicura.

«Niente nemmeno in questo...» sbuffò Terry chiudendo un grosso tomo di antiche rune.

«Dubito che troveremmo dei riferimenti all'oro dell'innocenza qui» soffiò Hermione. Prese uno dei suoi ricci e se lo rigirò nervosamente.

«Non abbiamo la più pallida idea idea di cosa sia e di come invocarlo, vero?»

«Purtroppo...»

«Hermione? Hai l'aria strana, sembri preoccupata.»

«Lo sono, se sbagliamo anche un minimo dettaglio siamo nei guai. Non potremo tornare più indietro. Il cuore è rivelato e va sistemato.»

«Il tuo... amico serpeverde sembra molto sicuro del fatto suo.»

«Il mio ragazzo, Terry, so che suona strano ma è quel che è. Hai ragione, sembra molto sicuro. Sembra... o per Godric! Sembra sapere quello che fa! Brutto scimmione serpeverde, andiamo, corri!»

«Ehi, ma che ti prende.»

«Seguimi! Sembra sapere quello che fa perché sa quello che fa! Sa esattamente quello che fa! Avrei dovuto capirlo! Lo conosco, io! Stupido, cocciuto, testone! Se ha fatto qualcosa e si è messo in pericolo, prima lo salvo e poi lo uccido!»

«Aspetta. Ma cosa vuoi che faccia? Il calderone è da riparare, non ha gli ingredienti e poi sono solo lui e Harry.»

«Sa come fare, ti dico! Ne sono certa! Deve aver sentito o letto qualcosa, è un pozionista esperto, lui! E Harry, detesto ammetterlo, ma se la cava meglio di me da quando ha studiato su quel libraccio infernale!»

«Però non ci sono tutte le case, l'unità, ricordi?»

«In qualche modo avrà fatto! Ma dove vai! No, non lì, nei sotterranei! Dai, svelto!»

«Hermione, rallenta. Il cuore è in Sala Grande, che ci andiamo a fare nei sotterranei?!»

«Perché sicuro sono nell'ufficio di Lumacorno! Serve la dispensa! Poi, ragiona, mi ha mandato in biblioteca con te, con te!»

«Scusa, ma non ti seguo.»

Hermione si fermò di scatto, fissandolo.

«Sei un corvonero, giusto? Ragiona, accipicchia! Draco Malfoy, il mio ragazzo, mi ha mandato con te. Hai presente di chi stiamo parlando? Draco M-A-L-F-O-Y!»

«Lo so chi è, accipicchia. Mi sembri impazzita.»

«E a me sembri confuso!» sospirò lei «È geloso marcio, proprio ce l'ha nell'indole, e tu non sospetti niente?»

«Sì sarà dato una calmata, no? Io ho una ragazza dopo tutto.»

«Certo, e io sono un vermicolo in salamoia. Eccoci... vedi? Luce accesa. Ci avrei scommesso.»

«Dai passiamo in Sala Grande prima di scendere. Se non sono lì, hai ragione tu.»

«Ma vedi la luce? Si vede da qui! Ah, se sei testardo anche tu!»

«Non vuol dire nulla...»

«Cocciuto! E affacciamoci in Sala Grande. Ma ci dobbiamo mettere un secondo, quei due... Pure l'altro, eh! Li polverizzo.»

«Ma c'è Luna con loro, ha male ai piedi, dove vuoi che siano andati.»

«Luna! È un corvo... chi può aver fermato dei Tassi...»

«Sono tutti a cercare gli ingredienti. »

«Tutti... tranne Bea! Oh, Merlino in mutandoni! Hanno coinvolto una primina? Terry, non c'è tempo. Tu guarda in Sala Grande. Se non c'è nessuno come penso evoca un patronus bello potente e convoca tutti. Venite nell'ufficio di Lumacorno. Sono lì, me lo sento» disse, concitata, per poi scappare verso i sotterranei.

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