40. Gregory&Belinda

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Lui voleva solo stare un poʼ da solo con Belinda, che male cʼera? E non voleva andare nella stanza delle necessità; la stanza delle cose perdute in cui aveva perso la vita il suo migliore amico era andata quasi distrutta dall'Ardemonio che lui stesso aveva evocato. Gli era sembrata una buona idea nascondersi nella torre dove studiavano Divinazione. Si raggiungeva tramite una botola a cui si accedeva grazie a una sottile scala dʼargento. Con tutta la scuola occupata a vedere la partita, e soprattutto il grande Harry Potter in azione, nessuno li avrebbe disturbati. A Belinda non interessava il Quidditch, anche se veniva volentieri a vederlo allenare, ma lei diceva fosse un interesse scientifico, basato sul binomio muscoli e bolidi. A lui non importava, se non indossava la divisa, Belinda aveva sempre maglioncini a scollo a barca e lui piaceva quel panorama, oh, sì. Anche Vincent avrebbe concordato con lui.

Lassù in cima alla torre vi era un perenne odore di incenso e di fiori, che proveniva da una pentola di rame, sospesa nel grande caminetto che emanava eccessivo calore. Anche se in quel momento era spenta, non essendoci lezione. Tutta la sala era illuminata da una soffusa luce scarlatta, proveniente dalle lampade drappeggiate con veli e stoffe rosse sempre accese. Nella stanza si trovavano vari tavolini circolari, circondati da piccoli e bassi sgabelli e da pouf di chintz dove gli studenti sedevano a capanelli, per seguire la lezione. I muri circolari erano erano completamente coperti da grandi scaffalature, dove, oltre ad un grande assortimento di tazzine da tè, fondamentali per leggervi i fondi, vi erano appoggiate vecchie penne malconce e parecchie sfere di cristallo per predire il futuro. La stanza risultava colma di artefatti magici di tutti i tipi molti dei quali usati proprio per lo studio della divinazione.

A Gregory era sempre piaciuta in qualche modo, anche se era negato per la divinazione. Draco, nei suoi momenti più bui, aveva più volte affermato che fosse un buon posto per lanciarsi nel vuoto e con ciò non aveva tutti i torti, essendo tra le torri più alte del castello. Anche lui ci aveva pensato a inizio anno e in realtà ci aveva pensato più spesso di quando avrebbe dovuto, ma Theodore non lo mollava quasi mai, quindi non era riuscito a fare nulla del genere. Poi aveva conosciuto Belinda e lʼidea di salire lassù aveva preso altri connotati, molto più caldi e intriganti.

«Hai freddo?» chiese Gregory, notando come la ragazza stesse rabbrividendo. Indossava una gonna a pieghe chiara, con calze molto trasparenti e degli stivaletti di Porlock, con un semplice maglioncino nero con lo scollo pronunciato e le maniche a campana. Era innegabile che fosse sexy. Molto. E lui era pur sempre un diciottenne con gli ormoni in circolo. Tanti a dire la verità. Lo scorso anno e la guerra avevano messo in secondo piano questʼaspetto della sua vita, ma adesso era difficile da ignorare. Soprattutto con Belinda così vicina a lui.

Erano sprofondati su uno dei puff più grandi. Gregory le fece segno di salire in braccio a lui. «Vieni ti riscaldo io...»

«Greg...»

«Voglio solo abbracciarti, posso?»

Belinda scivolò su di lui e gli mise le braccia al collo, i nasi talmente vicini quasi a sfiorarsi. «Tu mi confondi Greg, sei così massiccio che sembri quasi cattivo e invece...» disse la ragazza accarezzando piano le spalle del ragazzo.

«E invece?» chiese curioso spostando un ciuffo biondo che le era andato sul viso.

«Invece mi piace che mi posso accoccolare su di te.» concluse stringendo ancor di più a lui e affondando il viso sul suo collo. Gregory sentiva caldo, molto caldo.

«Beli... »

«Baciami...»

E Gregory non se lo fece ripetere, le alzò leggermente il mento e fece combaciare le loro labbra. Il bacio partì lento e timoroso, ma in breve tempo diventò più intimo. Le mani del serpeverde vagavano piano, sfiorando il bordo dello scollo del maglioncino. La corvonero era morbida contro il suo corpo. Sentiva le sue mani, piccole e ghiacciate, percorrere lente le linee dei suoi muscoli addominali, scendendo così lentamente e così in basso da dargli le vertigini. Il sangue di Gregory ormai era andato a finire in una parte del corpo ben definita. Sicuramente a breve anche Belinda si sarebbe accorta dellʼeffetto che gli faceva.

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