43. Sibilla Cooman

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«Sudicia Mudblood, non penserai davvero di poter interessare a Draco? Ti sta solo usando per sconfiggere la profezia. Povera illusa.» la voce gracchiante di Bellatrix Lestrange risuonò fra le mura, del castello o del Manor, Hermione non riusciva a distinguerlo. Sentiva caldo, sentiva freddo. La Mangiamorte avanzò verso di lei, provò a muoversi ma un rumore sordo la distrasse dallo sguardo pazzo e pieno di odio della donna.

«Hermione, Hermione! SVEGLIATI!» le urla di Ginny Weasley provenivano da dietro la porta chiusa. Si guardò intorno, era a terra in un bagno di sudore. La cicatrice sul braccio le pulsava: Mudblood.

«Arrivo, Gin, arrivo.» disse col fiatone, alzandosi da terra e liberandosi dalle coperte in cui si era aggrovigliata nel sonno. Aprì la porta e ci trovò una Ginny Weasley vestita di tutto punto e molto agitata.

«Ho urlato o cosa? Ma che ore sono?»

«Sì e no; sono le sei, quasi, ma è venuto un elfo a svegliarci e tu non hai risposto, ti lamentavi e così ha chiamato me. Una riunione urgentissima dalla McGranitt, tutti i Prefetti, Capiscuola, i membri dellʼES e naturalmente Harry.»

Hermione sospirò e poi si diresse in bagno per prepararsi.

«Dammi dieci minuti, okay?» disse poco prima di sparire dietro la porta. Ginny non rispose neppure e si mise seduta sul letto disfatto. Sapeva molto bene che Hermione soffriva di incubi e che la notte dormiva poco e male; aveva sperato che con lo studio e il ritorno alla normalità la situazione migliorasse, ma non era stato così.

Quando la riccia ebbe finito, scesero in Sala Comune; Harry, Neville, Dean, Seamus e Calì erano già pronti.

«Se siamo tutti...»

«Vengo anchʼio.»

«Che ci fai sveglio Ivàn? Torna a letto.»

«No, non mi importa, se cʼè un problema da affrontari io sono pronto. A Durmstrang non insegnano a nascondere mentre altri combattono.»

«Tuo fratello ci ucciderebbe se sapesse che ti abbiamo messo in pericolo.» soffiò Harry, per nulla contento che il bulgaro li seguisse.

«Mio fratello non qui e io conosco molto bene la magia oscura, da noi è materia di studio fin da primo anno. Vi posso aiutare... Vi prego.»

«Dai Harry, siamo pratici, ci serve tutto lʼaiuto possibile. Tanto siamo tutti coinvolti, che ci piaccia o no.» disse Hermione. Il viso stanco e la voce un poʼ incerta.

«Se non ti senti bene Herm, torna a letto, mi sembri sfinita.»

«Andiamo, su. Tanto ormai non riuscirei a riprendere sonno comunque, mi riposerò più tardi.»

Harry non sembrava soddisfatto della risposta dellʼamica, ma Ginny gli fece segno di non insistere.

Uscirono quindi dalla Sala Comune Grifondoro e si diressero allʼUfficio della Preside. Una volta lì, come aveva detto Ginny a Hermione, vi trovarono gli altri Prefetti, il Caposcuola Zabini e i membri delle ES, più Ametista Nott, le serpi Nott, Pansy e Goyle e il Professor Scamander.

Rolf, quando li vide arrivare, sembrò tirare un sospiro di sollievo. Era vicino a Luna Lovegood e pareva sfiorala impercettibilmente.

«Visto che ci siamo tutti, saliamo. EVANESCO.»

«Professore, ma manca il Prefetto Greengrass» disse Macmillan. Le serpi lo gelarono con lo sguardo, lasciandolo interdetto.

«Vi spiegherà tutto la Preside. Saliamo»

Hermione aveva una brutta sensazione. Aspettava il suo turno per salire la scala a chiocciola che portava in presidenza, quando sentì una mano calda posarsi su di un fianco «Ti senti bene? Sei pallida e sembri non reggerti in piedi.»

La profezia dei fondatoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora