Blaise aspettava il gufo di Ginny da ore, ma questo non arrivava. Era quasi ora di cena e nessun pennuto era venuto da lui. Il nervosismo era talmente tangibile che gli amici, a parte Draco, gli giravano alla larga, intimoriti.
«Blaise, incendierai qualcosa involontariamente se non ti calmi...» disse il biondo, sdraiato su uno dei divani della Sala Comune Serpeverde.
«Oh, sta zitto, se non fosse stato per me altro che Granger...»
«Allora ti piace? Ammettilo, e dai! »
«Mi detesta.»
«Ma che cʼentra: è la Weasley, detesta tutti i serpeverde, non detesta te.»
«Ha paura di me!» concluse avvilito.
«No, che non ha paura di te, non nel senso che tu le faresti del male... sarà confusa. Saranno i Nargilli?»
Il Caposcuola fece un verso indistinto. «Secondo me tu stai male, Draco!»
«Caposcuola! Caposcuola Zabini!» una ragazzina smilza, con una lunga treccia scura, si era avvicinata di corsa. Se ricordava bene, si trattava di una del secondo anno, una certa Sophie.
«Tu sei... Sophie, giusto? Dimmi, ti serve qualcosa?»
«Oh no. Cioè, sì, sono Sophie ma no, non mi serve niente! Però cʼè un Prefetto, fuori, ha chiesto di parlare col Caposcuola e io certo non potevo farla entrare e allora sono corsa a chiamarti.»
Blaise Zabini sentì lo sguardo di Draco su di sé e fece di tutto per non girarsi.
«Hai fatto benissimo, Sophie. Andrò io stesso, grazie.»
«Già, Sophie, doveri di Caposcuola!» assentì con solennità Draco Malfoy, trattenendo la risata che gli era salita alla gola. Con un borbottio poco lusinghiero nei confronti del suo amico, Blaise si affrettò verso lʼuscita della Sala Comune. Lì, con un maglione stretto tra le braccia e il viso imbarazzato, lo aspettava Ginny Weasley.
«Non è un granché bello, lo so. Ma è caldo, mamma ce li fa sempre.» La voce era leggermente troppo alta, gli occhi non si erano staccati dalle sue scarpe.
«Ringrazierò tua madre, è stata gentile. Nessuno mi ha mai fatto un maglione, mia madre non credo ne sia capace. Sei fortunata, Gin, hai una bella famiglia.»
Lʼunica risposta fu una risatina rotta.
«Sì, davvero, Gin! Senti, dobbiamo parlare. Non qui, però!»
«No, non dobbiamo. Cʼè qualcosa che non va. Io so quello che dico, sento come se la testa si spaccasse e... ho paura per te, ho paura di farti male.»
«La testa?»
«Ma hai sentito quello che ho detto, testone? Penso di poterti fare del male, accidenti!» Ginny stava quasi urlando per la frustrazione. Afferrò la bacchetta, ma il ragazzo, con rapidità, la pietrificò.
«Mi dispiace, credimi, lo so che quando potrai mi schianterai, ma dovevo farlo!» Si chinò e la prese in braccio, stringendola forte. Svelto, imboccò le scale, quasi di corsa, senza badare alle facce sconvolte di chi incontrava.
«Immagino quanto vorresti parlare, adesso! Stiamo andando in infermeria e, per la cronaca, prefetto Weasley, sei più pesante di quanto sembri, dopo un poʼ. Se ho ragione, qualcuno stava cercando di maledirti. Se ho torto, temo che mi maledirai tu. Diamine, non mi piace che tu non possa rispondermi!»
La porta della Sala Professori si aprì: Minerva McGranitt stava conversando pacatamente con Pomona Sprite e Charlie Weasley. Tutti e tre si voltarono, sgranando gli occhi.
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La profezia dei fondatori
FanfictionUn nuovo anno inizia ad Hogwarts. La seconda guerra Magica è terminata da pochi mesi portando con sé cicatrici e dolori. Charlie Weasley arriva al Castello, chiamato a sostituire Hagrid. I nostri eroi riusciranno a passare un anno in pace, oppure un...