15. Fondali

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Era ormai notte fonda quando Hermione rientrò dalla ronda. Al sicuro nella sua borsetta, incantata con lʼincantesimo estensivo non riconoscibile, i regali che i suoi amici e i serpeverde le avevano fatto per il suo compleanno. Quando era arrivata al cortile della torre dellʼorologio, allʼorario richiesto dalla piccola elfa, tutto si sarebbe aspettata tranne di vedere Harry, Ginny, Ivàn, Luna con Ametista, Hannah, Blaise e Malfoy riuniti insieme. Neville era sopraggiunto dietro di lei, indizio che era stato mandato a cercarla. Non appena aveva messo piede nel cortile, un sonoro pop aveva mostrato a tutti una torta a due piani ricoperta di cioccolato di vari colori, con venti candeline incantate, fatta librare da una raggiante Wencky fino davanti alla grifondoro. Hermione non era riuscita a trattenere le lacrime, mentre Luna aveva intonato Happy Birthday to you, seguita da un coro stonato e ridanciano.

La riccia si sbarazzò della divisa scolastica che aveva ancora indosso e, dopo essersi sciacquata velocemente e messo un pigiama, decise di togliere i regali dalla borsetta e trovar loro un posto. Ognuno di questi era prezioso ai suoi occhi.

Posizionò la splendida pianta magica che le avevano regalato Neville e Hannah proprio davanti alla finestra, perché fosse ben illuminata: Neville le aveva raccomandato che avesse luce e calore.

Harry le aveva regalato un diario speciale, unʼinvenzione di George Weasley, e lei era certa che lʼavrebbe adorato. Se scritto con la piuma incantata venduta assieme, avrebbe avuto un effetto davvero particolare. Ogni frase avrebbe fatto comparire, nella pagina accanto, un disegno magico a illustrare il ricordo o il pensiero confidato.

«Occhio, Herm, a non scrivere cose troppo intime!» aveva ridacchiato lʼamico, guadagnandosi un amichevole scappellotto.

Luna e Ametista invece le avevano preso due piume nuove: una autoinchiostrante e una prendiappunti, racchiuse in un astuccio di legno di acero intarsiato, in cui cʼera anche una piuma di zucchero, dolce che lei adorava.

Ginny invece le aveva donato, insieme alla famiglia Weasley, un abito fatto su misura da Madama McClan, color vinaccia. E l'immancabile maglione della signora Weasley per i giorni più freddi.

Ivàn le aveva dato un compendio di incantesimi bulgari, insegnati solo a Durmstrang, e una lettera del fratello Viktor che conteneva anche un timbro di porcellana con le sue iniziali e della pregiata pergamena indiana.

E infine cʼera stato il regalo dei serpeverde. Glielo aveva porto Blaise Zabini, mentre Draco la osservava, ansioso, tenendosi qualche passo indietro. Hermione aveva scartato con mani tremanti la carta verde brillante, che nascondeva al suo interno un fermaglio dʼargento di forma ovale. L'oggetto, finemente cesellato con un motivo floreale, al centro aveva una pietra chiara molto luminosa. Incisa sul retro una semplice frase: Le cose che perdiamo hanno un modo per tornare a noi alla fine, anche se non sempre è quello che ci aspettiamo.

Hermione non aveva trattenuto un singhiozzo e una lacrima era scesa piano sulla sua guancia, ricordando le parole del vecchio Preside.

«La pietra è una pietra di luna.» aveva detto prontamente Malfoy. «Nelle credenze babbane riporta la serenità perduta...»

Ginny lʼaveva folgorato con lo sguardo, ma Harry aveva lanciato unʼocchiata inequivocabile alla sua ex ragazza e Luna lʼaveva persino presa a braccetto, mentre esclamava, entusiasta: «Non ci potrebbe essere augurio migliore!»

Hermione aveva faticato a riprendere la disinvoltura, dopo quellʼemozione. Il cuore galoppava e lo sguardo passava dallʼuno allʼaltro dei due ragazzi, incerta su come ringraziarli. Alla fine non aveva resistito e aveva dato a ciascuno di loro un leggero bacio sulla guancia. In fondo, si era detta, lʼaveva dato a tutti quelli che le avevano fatto un regalo. Anche a Wencky, che aveva fatto la torta, e lʼelfa aveva pianto dallʼemozione affondando la faccina nel suo grembiule. Il bacio sulla guancia del biondo serpeverde era stato fugace come un alito di vento in una calda giornata estiva, ma aveva lasciato un fremito sulle sue labbra. Hermione se le sfiorò per istinto al ricordo.

La profezia dei fondatoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora