32. Rivelazioni notturne

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Harry Potter stava rientrando dalla torre di Corvonero, dove aveva accompagnato Ametista Nott al termine della festa. Ancora non credeva possibile aver ballato così tanto, i piedi gli facevamo male, accidenti! Ripensando al suo ballo del Ceppo, quattro anni prima, quando nè lui nè Ron si erano divertiti affatto, sorrise felice. Eppure quella giornata era stata dura, triste per certi versi, ma alla fine era diventata luminosa come il sorriso di Ametista e come quello di Hermione, a essere sincero.

A un certo punto della serata, aveva chiesto a Malfoy di poter ballare con la sua migliore amica e per un attimo aveva temuto che lo schiantasse, non avrebbe voluto cedere la mano della sua dama per nessun motivo al mondo, solo lui e poi in seguito Neville e Ivàn avevano avuto lʼonore di poter ballare con lei. E, mentre Hermione danzava con i suoi amici, non lʼaveva persa di vista un solo istante, fermo a guardarla con occhi brillanti da un angolo della Sala. Era possessivo come una mamma drago con il suo cucciolo. Un lato di Malfoy per lui sorprendente. Quella serpe era comunque particolare, tutte lo erano in un certo senso. Perfino Goyle si era comportato da gentiluomo con Ginny, anche se, a dire il vero, era stato ben presto sostituito da Blaise Zabini che, a quanto pareva, aveva deciso di sfidare la sorte e la pazienza della sua ex fidanzata. Ginny però si era lasciata guidare nelle danze, anche se ogni tanto li sentiva bisticciare, mentre con la sua bella si avvicinava alla coppia. Lui voleva molto bene a Ginny, ma forse le loro ferite erano troppo recenti e troppo simili per potersi amare davvero. O magari non era destino, semplicemente. Lʼamore, che cosa complicata era per lui! Che ne sapeva di amore, se aveva passato tutta la sua vita a cercare di sopravvivere? E forse anche aver vissuto senza i suoi genitori lo rendeva così insicuro. Eppure quella sera era stato facile ballare con Ametista Nott, Tista, avevano riso tanto ed era pure riuscito a non pestarle troppo i piedini.

«Harry Potter, cosa ci fai ancora in giro per il castello?» sentì esclamare la voce di Nick Quasi Senza Testa.

«Buona sera, Sir, o meglio buonanotte, sto tornando alla torre di Grifondoro, mi accompagna?»

«Ma certo, giovane Potter! È stata una bella festa, la professoressa McGranitt ha anche provveduto a farmi preparare una torta di complemorte, che cara!»

Harry non osò chiedere che genere di torta fosse.

«Anche i tuoi genitori sono morti il mio stesso giorno, anni e anni dopo, vero mio giovane amico?»

Harry annuì, scombussolato dal tono allegro del fantasma. Dʼaltra parte, rifletté, per lui era una festa, il Complemorte.

«Sarebbero stati fieri di come sei cresciuto, ragazzo! Ne ho visti tanti di Grifondoro camminare tra queste mura e mi ricordo molto bene tuo padre e tua madre. Tu sei un vero figlio di Godric!»

Harry annuì di nuovo, non voleva contraddire il buon vecchio fantasma dicendogli che il Cappello lo avrebbe visto bene in Serpeverde, o che lui era un rettilofono, oppure che il Barone Sanguinario lo considerava lʼerede di Salazar, beh, era meglio non svelare quei piccoli segreti al vecchio Nick.

«Sir, una domanda. Ha per caso parlato con Hermione, Neville o Ginny di una antica profezia suoi fondatori?»

«Unʼantica profezia, caro? No, non mi hanno detto nulla!» Lʼespressione di Sir Nicholas era preoccupata. «Mi vuoi dire che lʼhanno trovata?»

«Quindi lei la conosce, Sir!»

«Veramente è stata ritrovata? Godric diceva che sarebbe stato impossibile...»

«Ma a cosa si riferisce, Sir, non capisco!»

«Harry Potter, la questione della profezia dei fondatori è cosa seria e tutte le case devono essere concordi, una volta scoperta non si torna indietro, siete disposti a correre questo rischio?»

La profezia dei fondatoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora