96. Ritorno a Hogwarts

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Dopo l'arrivo degli Auror c'erano volute ore perché i ragazzi potessero tornare a Hogwarts. Il Signor Nott era stato portato al San Mungo per accertamenti ed era stata avvisata la madre di Ametista.

«Me ne torno a Villa Conchiglia » aveva detto George, dando una pacca sulla spalla al fratello maggiore. «Ho pensato di raggiungere Bill. Quando arrivi al castello, dì a mamma e papà che li aspettiamo lì. Abbiamo un po' di cose di cui parlare. Perce avrà da fare con il suo amato ministro. Noi poi ci vediamo a Hogsmeade, giusto?»

«Certo, davanti a una burrobirra, possibilmente. Offri tu.»

«E perché mai? Al limite offre Ronnie.»

«Perché sei un ricco imprenditore, ovviamente. Ronnie è solo il tuo garzone di bottega! Non l'ho ancora visto in pantaloni di pelle di drago.»

«Ehi! Sarò presto un Auror, abbiate rispetto!»

«Allora prima dicevi sul serio?» Harry si era avvicinato, curioso. «Auror? Un bel cambiamento rispetto ai Tiri Vispi. Ma questo vuol dire che devi tornare a scuola. Sai che servono i M.A.G.O.?»

«Perce ha chiesto al Ministro, posso... posso fare la prova per il corso senza il titolo, per i meriti di guerra, insomma. Per via dell'ordine di Merlino, prima classe. Certo, poi dovrò sudarmela come tutti, però... Pure tu puoi farlo, sai?»

«Oh, e io che non volevo altro che un normale anno di scuola!» rise Harry.

«Ma è stato un normale anno di scuola, Potter. Hai rischiato di morire il solito numero di volte, hai fatto il consueto quantitativo di duelli e affrontato le solite creature pericolose. Nulla di nuovo.»

«Oh, taci, Malfoy!»

«Però ha ragione!» esclamò Ron, inarcando le sopracciglia. «Non hai mai avuto un anno diverso a Hogwarts. Comincio a credere che sia colpa tua.»

«Eccetto quello scorso, che nemmeno c'eravamo a scuola.»

«Appunto. Deve esserci qualcosa che non va, amico. Tu e Hogwarts insieme significate guai.»

«Penso che tu debba scartare la carriera da professore» ridacchiò Blaise.

«Anche se la cattedra di difesa, forse...»

«Professore? Oh per l'amor del cielo!» quasi strillò Hermione. «Harry, non te la prendere, sei bravissimo in Difesa, ma professore tu... Oh Merlino, ti vedrei più come autista del nottetempo, guarda! Vogliamo rientrare, o restiamo ancora qui?»

I corpi dei caduti erano già stati portati via dagli Auror.

«Rientriamo, credo che il nostro Huguen stia fremendo. Gli avevo promesso di aiutarci e non c'è stato modo!»

«Patrick! Come sta Patrick?» Bea saltò su, allarmata, in tutto quel trambusto le era passato di mente. Era sfinita.

«Bene, non ti devi preoccupare per lui. Aveva solo un osso rotto, nulla che un Ossofast non possa sistemare in poche ore.. E sei stata bravissima, oggi!»

La piccola tassorosso arrossì «Mi portate da Patrick, per piacere? Lo so che sta bene ma vorrei vederlo lo stesso.»

«Certo. Siete pronti a smaterializzarvi tutti?»

«Non lo so fare!»

«Tu vieni con me, Beatrice, basta che mi dai la mano! Al mio tre?»

«Ehi, dove ci troviamo?»

«Stamberga Strillante direi. Da lì si va direttamente a Hogwarts.»

«Pronti. Conta...»

«Uno, due, tre... Ora!»

La profezia dei fondatoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora