Il turno di notte al San Mungo. Era la prima volta e gliene avevano parlato tutti gli specializzandi, cercando di incutergli un certo timore. Eppure lui non aveva paura, era stato un Grifondoro, anche se per un solo anno. Già! Quella del Cappello era una sorta di certificazione del suo coraggio, come aveva profusamente spiegato a suo fratello Viktor nelle sue lettere. Lui non aveva mai capito. Per Ivàn, a forza di allenarsi a schivare bolidi ne aveva preso qualcuno di troppo in testa. Intelligente sì, eh! Ma che testardaggine! Non ascoltava mai! Per fortuna che la sua testaccia era dura e che lui aveva studiato medimagia. Almeno aveva limitato i danni!
«Non hai paura! Beh, vedremo domattina, novellino!» l’aveva salutato uno specializzando del secondo anno.
Ivàn aveva alzato le spalle e non aveva risposto. La sua padronanza della lingua era ormai quasi perfetta ma evitava le discussioni: quando si infervorava, il suo linguaggio tendeva a ingarbugliarsi un po’. Non voleva preoccuparsi troppo e comunque non sarebbe stato solo. C’erano sempre almeno dieci specializzandi, di guardia, nei due reparti di medimagia generale.
Una pacca sulla spalla l’aveva fatto voltare: Ernie MacMillan. Lui era al secondo anno, come quell’altro, di cui non ricordava il nome.
«Non badarci. Non è così male, non sei nel reparto più brutto.»
Era vero e ne avevano parlato: il più brutto era senz’altro quello in cui erano ricoverati i genitori di Neville, non riusciva a immaginare un posto più triste e disperato. Aveva visto alcune volte l'amico venire a trovarli. Aveva sempre uno sguardo malinconico. Avrebbe dato tutto il suo oro per trovare una cura ai casi come quelli! Le lesioni al corpo erano sempre abbastanza facili da curare ma la mente... eh no, la mente era un’altra cosa!
«Krum, muoviti, abbiamo un'emergenza!»
«Oh, certo, sono pronto.»
La divisa di medimago ben indossata, Ivàn si affrettò a seguire i colleghi, sembravano tutti molto più nervosi che di giorno, almeno questo era vero. Arrivarono in fretta al punto delle smaterializzazioni. C'era già un gran caos in giro. Mantelli di mago che svolazzavano ovunque.
«Di che emergenza si tratta?»
«Non lo sappiamo ancora, ci è arrivata la chiamata dal Reparto Auror, stanno per mandarci qualcuno ferito in azione. Non hanno dato dettagli.»
Ivàn sussultò. Harry era una recluta degli Auror e anche Ron. Ma non potevano essere andati in azione, giusto? Strinse i denti, doveva restare lucido.
«Bene. Prepariamoci a ogni evenienza. Dittamo, pozioni rimpolpasangue, pozioni rinvigorenti, deve essere tutto a portata di mano. Forza!»
«E tu Krum, tieniti pronto, se serve quella roba naturale. Quelle formule che sai solo tu...»
Ivàn alzò un sopracciglio: liquidare la forza della magia naturale in quel modo era alquanto irrispettoso. Il loro superiore era un mago di vecchia scuola, ma certo poteva pure allargare i suoi orizzonti.
«Sì, signore, sono pronto» mormorò, nonostante tutto. Lui sapeva molto bene che forze si mettevano in gioco con madre natura e quali potenze si potevano innescare.
D’un tratto ci fu una serie di schiocchi sonori: smaterializzazioni. Cinque auror erano arrivati, reggendone altri tre, evidentemente feriti.
Ivàn cerco freneticamente con lo sguardo i capelli arruffati di Harry Potter o la chioma rossa di Ronald Weasley. Nessun segno di entrambi. Lanciò un breve sospiro di sollievo.
«Krum! Krum, servi tu qui!»
Il suo superiore lo chiamava, aveva l’aria evidentemente sconcertata. Doveva essere qualcosa che non era abituato ad affrontare, che non sapeva risolvere.
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La profezia dei fondatori
FanfictionUn nuovo anno inizia ad Hogwarts. La seconda guerra Magica è terminata da pochi mesi portando con sé cicatrici e dolori. Charlie Weasley arriva al Castello, chiamato a sostituire Hagrid. I nostri eroi riusciranno a passare un anno in pace, oppure un...