67. I River

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Suzette era tornata a passo di carica al suo negozio, dopo lʼincontro poco piacevole con i fratelli del suo fidanzato. Una famiglia insopportabile, volitivi, testardi, malfidati. A parte Ron, certo. Era assolutamente fantastico il modo in cui lo vedeva pendere dalle sue labbra! Sbatté la porta, seccata.

«Simon, sei qui?»

«Shh, non urlare. Nessuno deve sapere che sono qui. Rischiamo di mandare a monte tutto il piano se qualcuno ci scopre.»

«E a che pro! Sto da sola, quel cretino si è fatto pietrificare dal fratello! E lʼaltro, insopportabile, pel di carota lʼha seguito a ruota.»

«Cosa?»

«Sì, accidenti! Stava andando tutto a meraviglia, Ron aveva visto quella piccola disgraziata della sorella amoreggiare con un serpeverde. Li avevamo seguiti e attaccati quando è arrivato il fratello grande, il professore di quella scuola di pazzi, e lʼha pietrificato. E quello del negozio gli ha dato manforte. Mi ha praticamente cacciata.»

«Dannazione! Devi riuscire a parlare con lui. Fallo venire a stare qui. Maddie pensava di essere riuscita a convincere la Granger a mollare Malfoy e invece quei due sono più uniti che mai... Eppure la povera zia diceva che le case erano divise. Quei due sarebbero stati la miccia perfetta! Il piano doveva essere più semplice... Dannazione!»

«Sei impazzito? Stare qui? Poi mi devi spiegare come faccio a tenerlo lontano dal mio letto. Una cosa è baciarlo e dirgli quanto è bello, altra cosa è andare oltre! Sai che per te ho fatto tanto, Simon, ma ora esageri.»

Un picchiettio contro il vetro li distrasse dalla discussione.

«Un attimo, non aspettavo gufi!» Si sporse a prendere il rotolo di pergamena, scacciando subito il maestoso gufo reale.

«Troppo tardi, ci è sfuggito di mano. È di George, dice che Ron è fuori per affari di famiglia e si farà sentire quando torna. E mi ricorda che non sono la benvenuta finché lui non ci sarà.»

«Cavoli. Non posso parlare neppure con Arthur. Quellʼinutile impiastro di Percy dice che è malato. E mi hanno spostato dʼufficio, dal momento che lui non cʼè.»

«Ma a scuola come va? Tua sorella ti ha detto niente?»

Simon sbatté la sedia a terra, facendola sussultare.

«Simon, datti una calmata! Che succede?»

«Non va niente bene, a scuola peggio che mai! Hanno sventato tutti i suoi tentativi di Imperio! Il drago verde gallese non si è neppure avvicinato alla scuola. Lʼunica cosa andata a buon fine è stata quando ha fatto cambiare destinazione ai distillati svianti di quellʼaltro fantoccio di Lumacorno.»

«Ma tu non dicevi che quei professori erano tutti degli incapaci?»

«Siamo stati sfortunati. Dobbiamo essere più audaci. Approfittare di momenti di confusione, colpire dove sappiamo che farà più male. Quella coppietta felice ce lʼho ancora nella mente, sarebbero perfetti. Dividerli, ferirli...»

«Vuoi colpire Malfoy? Ma sei impazzito? Quello ci ammazza!»

«Ma no, non lui. La sanguesporco.»

«Non dire così.... Anchʼio lo sono. Facciamo tutto questo per vendicare lʼassurda morte di tua zia. Per i babbani, per quelli come me e la Granger!»

«Amore» disse il ragazzo, avvicinandola a sé «non era in senso dispregiativo.»

«Ma tu non mi chiameresti mai così, vero?»

«Certo che no, amore mio! Anchʼio non sono purosangue, lo sai. È per colpire loro che lo facciamo, loro e quel covo di matti che ha fatto ammazzare zia Charity.»

La profezia dei fondatoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora