91. Rapimento

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Harry fiutava i guai quasi con la stessa prontezza con cui riconosceva il battito d'ali del boccino d'oro.

«Amore, sei irrequieto» disse Ametista cercando di avvicinarsi al ragazzo.

«Qualcosa non torna. Per questo sono irrequieto!»

«Non capisco! La profezia parla del cuore, abbiamo scoperto dove è custodito e che tipo di magia è stata usata. Cosa non ti torna?»

«I River. Hanno messo in piedi un piano accuratissimo, come può essere che alla prima difficoltà non facciano nulla? Assolutamente nulla?»

Ametista si sedette, guardandolo seria.

«Capisco. No, non torna, hai ragione. Sarà meglio stare in guardia.»

«Siamo arrivati.»

La stazione di Hogsmeade era un caos di alunni e bagagli. Tutti che si muovevano veloci per scendere dal treno e prendere le carrozze per arrivare al Castello. In lontananza, la chioma rossa di Charlie risplendeva al pallido sole di metà aprile.

«Su veloci, da questa parte.»

Harry era sceso con Tista, facendo levitare i loro bauli. Anche Hermione era comparsa, mano nella mano con Malfoy. A un tratto, un gran trambusto li fece voltare tutti.

«Lasciami, lasciami...»

«Lasciala andare! Brutto imbecille, lasciala!»

Due voci spaventate e arrabbiate allo stesso tempo sovrastavano il brusio della folla.

«Stupeficium!»

«Accidenti, lo sapevo!» Harry, tirando fuori la bacchetta, iniziò a correre verso le voci, scansano studenti, bauli e animali da compagnia. Hermione e Draco si lanciarono subito dietro di lui.

«Sono le voci di Bea e Patrick! Corri, Hermione!»

«Sto correndo, maledetti tacchi!»

«Tranquilla, lo seguo io. Blaise? Theo? Dove siete?»

«Eccoci, Draco...»

«Charlie! Accidenti, Charlie! Corri, presto!»

Quando però arrivarono nel luogo dove avevano sentito le voci, trovarono solo il piccolo serpeverde bloccato sul binario.

«No! Bea!» urlava Patrick Huguen, tenendosi la caviglia che era chiaramente rotta. Simon River l'aveva colpito con un Reducto.

«Patrick!»

«Hanno preso Bea. No, no! Hanno preso Bea. DRACO!»

Malfoy era sbiancato quando aveva compreso cos'era successo. Quei bastardi avevano rapito la piccola tassorosso, cercando di incolpare Huguen.

«La ritroveremo, Patrick, e gliela faremo pagare, ci puoi contare. Hai la mia parola.» La voce di Draco era mortalmente seria e dura.

«Lanciate un Periculum. Non possono essere lontani. E riportiamo tutti al castello. Meglio il limbo che qui allo scoperto.»

«Sciocchezze. Si saranno smaterializzati. Lanciamolo comunque, ma non servirà a nulla. Almeno daremo ai più piccoli l'impressione di star facendo qualcosa. Poi ci riuniremo ed elaboreremo un piano. Non gliela faremo passare liscia.»

Patrick intanto tremava per il dolore e la rabbia di non aver salvato Bea. Hermione gli si inginocchiò accanto. «È rotta, mi dispiace ma non posso aiutarti. Serve l'Ossofast. Ti dobbiamo portare da Madama Chips.»

«Non importa, non fa male» mentì il serpeverde.

«Fa un male cane, ma apprezzo lo sforzo. Prendi l'Ossofast e ti prometto che ti faremo aiutare nella ricerca di Bea.»

La profezia dei fondatoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora