52. Un nuovo inizio

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La festa di Capodanno era ormai terminata. I ragazzi erano rientrati nei loro dormitori. Hermione passeggiava nervosa davanti alla finestra della sua camera, di Draco nessuna traccia. E se Wencky si fosse scordata di avvisarlo? Le mani, incapaci di restare ferme, si misero a intrecciare i capelli, nervosamente. Stava quasi per andare a letto, quando sentì un picchiettio alla finestra.

Draco se ne stava a cavalcioni della sua scopa, era tutto vestito di nero, e portava il cappuccio di una felpa in testa; se non fosse stato per i ciuffi biondi che gli sporgevano qua e là avrebbe pensato a unʼombra. Una felpa babbana. Le venne da sorridere.

«Draco?» disse Hermione aprendo la finestra per farlo entrare.

«Certo, bellezza, unico e solo.» disse con disinvoltura planando in camera della riccia, gli occhi luminosi e un sorriso da stendere anche un troll. Appoggiò la scopa in un angolo.

«Wencky ti ha avvisato...»

«Sì, certo, ma ho dovuto aspettare che gli altri si addormentassero. Dʼaltra parte, quello che stiamo facendo non è proprio secondo le regole.» Il sorrisetto di Draco e il tono di voce nascondevano una leggera presa in giro. Hermione si sentì arrossire: era Caposcuola, accidenti! E se lʼavessero scoperta? Draco ridacchiò alla vista dei suoi occhi sgranati.

«Dai, stai tranquilla, sono stato attentissimo. Non volevo farti preoccupare!» disse avvicinandosi a lei per stringerla a sé. Il suo profumo lo faceva impazzire ogni volta.

«Sei... cioè... dormi così?»

«Beh, pensavo di dormire nudo, ma se proprio non ti va... Certo che dormo così, è come se fosse un pigiama. Herm, rilassati.»

«Draco, meglio chiarire subito: io non ho esperienza...» disse tutto dʼun fiato la grifondoro, diventando rossa.

«Nel dormire? Mi pare che abbiamo già dormito insieme. Dobbiamo solo metterci sotto le coperte, prendere il distillato e il resto verrà da sé...»

«Oh, Draco, hai capito cosa intendo.»

Il ragazzo la strinse un poʼ di più «Certo che ho capito, ma adesso non ha importanza. Voglio che ti goda questa esperienza, al resto penseremo in seguito, okay?»

Hermione tremò. «Senti freddo?» chiese Draco stringendola un poʼ più vicino a sé. La ragazza negò con la testa e si lasciò cullare da quellʼabbraccio, nascondendo il viso nellʼincavo del collo del ragazzo.

«Non cʼè niente di cui aver paura, okay? Se proprio non te la senti, facciamo unʼaltra volta.»

Draco aveva cercato di mantenere un tono leggero, perché non avrebbe voluto far pressioni su Hermione; lei era importante, più importante del suo stupido umore, che sarebbe stato nero se avesse dovuto volare via di nuovo da quella finestra senza aver dormito assieme!

La ragazza però vide rannuvolarsi lo sguardo, dietro il sorriso rassicurante e si rimproverò, silenziosamente: Draco le aveva fatto un regalo meraviglioso, non doveva guastare tutto con le sue paure. Lo strinse un poʼ più forte e poi gli indicò con un cenno i due bicchieri sul comodino.

«Facciamolo, dai!»

Bevvero. Guardandolo negli occhi, lo guidò lentamente verso il suo letto e si infilò tra le soffici coperte, senza perderlo di vista mentre lui si sfilava le scarpe e si sdraiava accanto a lei, osservandola con un misto di gioia e timidezza. Era unʼespressione che non gli aveva mai visto in viso, ma lo rendeva ancora più bello.

«Adesso che facciamo?» chiese Hermione.

«Beh, ci baciamo finché non crolliamo addormentati. È lʼidea migliore che io abbia: sei così bella!»

La profezia dei fondatoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora