4. I nuovi Caposcuola

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Blaise Zabini era sempre stato un ragazzo pratico, anche se molto ambizioso come tutti i serpeverde. Quando aveva saputo di essere diventato uno dei due Capiscuola di Hogwarts non aveva mostrato grandi emozioni. Ma adesso che era da solo al rientro nei sotterranei non poteva far altro che rigirarsi fra le mani la spilla argentea, con la scritta Headboy.

Per lui della casa di Salazar era un segno di vanto e orgoglio, soprattutto in quellʼanno così particolare, dopo la fine della guerra. Sì, era orgoglioso di essere uno dei due Capiscuola di Hogwarts. Lʼaltro era la Granger, probabilmente la più brillante studentessa della scuola. Quando si erano ritrovati al cospetto della McGranitt, che aveva loro annunciato il nuovo incarico, non sapeva se esserne felice o meno. In realtà, per lui era un riconoscimento per come aveva silenziosamente portato davanti una resistenza passiva durante lʼanno terribile in cui Carrow erano padroni del castello e inoltre Draco sarebbe stato Prefetto, aveva ricevuto la spilla insieme alla lettera.

La McGranitt aveva fatto una scelta coraggiosa, si rendeva conto anche lui che un Caposcuola della sua casa non era una scelta popolare. Tuttavia Blaise era convinto di poter fare un buon lavoro e che la collaborazione con Hermione Granger sarebbe stata proficua e piacevole. La giovane grifondoro non si era dapprima presentata con un sorriso ma poi, nel corso della riunione dalla Preside, lʼaveva scorta più volte sbirciarlo con curiosità e rispetto e non aveva potuto fare a meno di sorriderle a sua volta. A fine riunione si erano stretti la mano con un pizzico di solennità.

«Draco, ci sei?» disse piano Blaise, una volta rientrato nel dormitorio. Quella stanza senza Tiger sembrava vuota. Nott e Goyle erano già a letto con le tende tirate, nel mezzo lo spazio vuoto del letto di Tiger e più lontano, dallʼaltra parte della stanza, i letti di Blaise e Draco. Un mugugno indefinito proveniente dalla porta in fondo alla camera gli fece capire che il suo amico era in bagno. La porta era però socchiusa, segno che Draco non fosse lì per necessità, ma per sfuggire al vuoto che quello spazio aveva lasciato nel suo cuore. Aveva sempre trattato i due amici come tirapiedi, senza dar loro apparentemente importanza ma, quando Tiger era morto, divorato dallʼArdemonio, Draco ne era stato distrutto. Entrò nel bagno e lo trovò raggomitolato sul davanzale della finestra che dava sul fondale del Lago Nero .

«A cosa pensi?» chiese una volta dentro.

«A nulla» sospirò il giovane Malfoy stringendosi nelle spalle, sempre però rivolto verso la finestra.

«Draco...»

«Davvero Blaise, ho solo bisogno di un poʼ di tempo...» disse appoggiando la testa contro il vetro. Uno dei tentacoli della piovra gigante si intravide nella luce torbida del fondale del Lago Nero.

«Va bene» acconsentì Blaise, facendo per uscire.

«La Preside ti ha nominato Caposcuola, vero? E la Granger è lʼaltro, giusto?»

«Sì» rispose il ragazzo senza aggiungere altro. Il giovane Malfoy aveva bisogno di rilassarsi e non era il momento di intavolare un discorso sulla Granger e la sua naturale attitudine a quel ruolo.

Draco era sfinito, aveva bisogno di dormire e non solo nel senso letterale del termine. Doveva riposare la sua testa, il suo cuore e cercare di perdonare se stesso e i suoi genitori, ma era troppo presto per quello. Blaise sapeva che cʼera unʼenorme differenza fra lʼessere stanchi per lo studio, gli impegni di Quidditch o per altro ancora e lʼesserlo della propria vita, delle scelte fatte o subite. Draco era stanco per questʼultimi motivi e il suo pallore, le occhiaie sotto gli occhi chiari, erano solo la punta dellʼiceberg di ciò che il ragazzo provava ogni giorno. Il biondino era arrivato a disprezzarsi e Blaise lo sapeva bene, poiché aveva curato più volte le ferite che si era inferto al braccio sinistro nel tentativo di cancellare il Marchio Nero. Sperava solo che la voglia di riscatto fosse più forte dellʼodio e della disperazione. Lo sperava davvero tanto.

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