Terminati gli esami, non restava altro che riempire i bauli e salutare tutti. A parole era facile, ma nei fatti quell'anno per molti ragazzi significava chiudere per sempre un capitolo della loro vita, per di più dopo aver stretto legami nuovi e inaspettati. Per Harry più che per gli altri. Hogwarts era stata casa sua, il primo luogo in cui si era sentito veramente accolto, quando lui una casa vera e propria non ce l'aveva. Certo, adesso poteva tornare a Grimmauld Place, ma quella era e sarebbe sempre stata la casa di Sirius e i ricordi dolceamari la rendevano un luogo ben diverso da Hogwarts, anche se, soprattutto dopo le vacanze di Pasqua trascorse lì con Ametista, era diventato un posto in cui costruire nuovi ricordi felici. Walburga a parte, il tocco di dolcezza familiare che Sirius gli aveva ironicamente presentato.
E poi c'era la consapevolezza che Ametista avrebbe dovuto frequentare un altro anno. Era difficile pensare a lei al Castello, senza lui al suo fianco. Lui dal canto suo doveva seguire il corso per Auror e sarebbe stato molto impegnato.
Harry sospirò, era uscito per farsi un giretto con la scopa prima di finire di riempire il baule. Volare era sempre stata la soluzione per schiarirsi le idee, questo era certo. La libertà di librarsi lontano da tutti, il vento tra i capelli e zero pensieri in testa. Poi volare con Bubò e adesso pure con Noel, era liberatorio.
Quel piccolo pennuto era entrato nel suo cuore con una facilità disarmante, la stessa di Bubò e della sua proprietaria.
Da quell'altezza, il Castello pareva uguale a quando aveva fatto il suo primo volo, per recuperare la ricordella di Neville. Allora lui e Draco si odiavano già. Scosse la testa, ridendo tra sé e sé. Come erano cambiate le cose! Certo, era sicuro che le scaramucce tra lui e il serpeverde sarebbero sempre continuate, pungenti ma senza più cattiveria. Era una strana amicizia, quella che, per lui, era nata nella Foresta Proibita, quando il giovane, un tempo spocchioso e arrogante, aveva messo a nudo le sue debolezze. Il fatto che il patronus di Malfoy fosse un ippogrifo era esplicativo di quanto profondamente il ragazzo fosse cambiato in quegli anni. Certo, sul momento gli era scappata una gran risata!
«Potter!»
Un urlo dal basso lo fece sbilanciare fino quasi a farlo cadere dalla scopa.
«Potter, per Salazar, vieni giù!»
Theodore Nott si stava sbracciando per chiamarlo.
«Nott! Tutto okay? Scendo subito.»
«Sì, tutto okay, è solo che ti stanno cercando tutti. Da quanto sei lassù a volare con i gufi?»
Harry era atterrato e i due volatili l'avevano seguito. «Devo aver perso la cognizione del tempo. Chi mi cerca?»
«Tutti.»
«Tutti chi?»
«Dai, ti vogliono salutare. Gregory e Belinda stanno per partire. Muoviti.»
«Ma tu come sapevi che ero in volo?»
«Ho seguito i gufi.»
Harry rise. «Puoi fare l'Auror!»
«Oh, grazie, ma io farò l'avvocato.»
«Davvero? Hai le idee chiare!»
Theodore alzò le spalle. «Mio padre aveva uno studio rinomato prima di seguire il Signore Oscuro. Credo che potrei rilevarlo.»
«Voldemort, o meglio Tom Riddle. Chiamalo anche tu col suo nome, vedrai che ti darà meno soggezione.»
«Tu sei incredibile, lo sai? C'è da farci l'abitudine, Potter, non è facile! Non so se ci riuscirò.»
«Basta iniziare, Theo. Era incredibile anche chiamarci per nome e poi sono Harry.»
«E infatti mi scappa ancora Potter!» rise il ragazzo. «Però sì, hai ragione.»
STAI LEGGENDO
La profezia dei fondatori
FanfictionUn nuovo anno inizia ad Hogwarts. La seconda guerra Magica è terminata da pochi mesi portando con sé cicatrici e dolori. Charlie Weasley arriva al Castello, chiamato a sostituire Hagrid. I nostri eroi riusciranno a passare un anno in pace, oppure un...