57. Rubeus Hagrid

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Hagrid era rimasto lontano dal castello per settimane, mesi ormai, ma sentiva tanto la mancanza di Hogwarts. Alla fine aveva trovato il coraggio di dirlo a Maxime: almeno per un poʼ di tempo, aveva necessità di tornare. Voleva rivedere Thor, i suoi cuccioli, i ragazzi, tutti. Poi cʼerano Harry e Hermione al castello, e loro gli erano talmente mancati lʼanno precedente! La tomba di Silente da controllare, prima ci passava tutti i giorni. Certo, Charlie gli scriveva ogni settimana e tutto sembrava andar bene, lui però sentiva nostalgia di casa. E per questo motivo adesso era lì al limitare della foresta proibita con la sua valigia pelosa e la coppa passaporta fatta apposta per lui, quasi imbarazzato: non voleva che Charlie la prendesse male, non era mica una questione di fiducia!

Una volta che si sentì sicuro di muoversi, prese coraggio e si diresse verso la sua capanna. Era quasi alla porta quando vide Thor trotterellare verso di lui. La coda sventolava il suo benvenuto, entusiastico.

«Thor, cucciolone, dove scappi!» La voce di Charlie era lontana e piuttosto affannata.

«Oh, Hagrid, sei qui? E Maxime? È con te?»

Hagrid sembrava impacciato, posò a terra la borsa e la coppa e, dopo aver dato una carezza a Thor, rispose: «No, la scuola, sai, lei è la Preside. Io... volevo tornare per Natale, ma sai comʼè...»

«E non potevi lasciare Madame proprio a Natale. Sì, lo so. Però... ti mancavamo, forse?»

«Forse» farfugliò il mezzo gigante «non che tu non sia bravo, ragazzo mio, solo..»

Un poco, Charlie si divertiva a vedere quel gigante buono sulle spine, ma gli era anche sinceramente affezionato.

«Stai tranquillo, vecchio amico! Entra, è casa tua, dopo tutto!»

«Oh, grazie! Vieni anche tu?»

«No, no stavo perlustrando il limitare della foresta quando Thor mi è scappato.»

«Ci sono problemi?»

Charlie sospirò incerto se raccontare tutto ad Hagrid, non voleva che si preoccupasse e magari decidesse di non tornare in Francia.

«Non proprio, cʼè una vecchia profezia. È stata ritrovata...»

«La profezia dei fondatori?»

«E tu come mai ne sei a conoscenza?»

«Io so tutto di Hogwarts! Sono il Custode delle Chiavi e dei Luoghi di questo posto. Vivo nel castello da quando avevo undici anni, no?»

«Oh. Ma certo, Hagrid, non intendevo negarlo ma, insomma, neanche la Preside ne sapeva nulla!»

Hagrid lo guardò, stupefatto.

«Ma deve! Per forza! Il professor Ruf glielʼavrà senzʼaltro detto! E poi, si sa, cʼè la stanza del vecchio pensatoio, sono sicuro ci debba essere qualcosa anche lì. Non ha guardato lì?»

«Il... vecchio pensatoio, Hagrid?»

«Ma sì! La sala che avevamo usato per Fufi! A destra della botola, dietro la porta disillusa. Non lo sapete?»

Charlie lo guardava come se avesse visto un Thestral albino. Scosse i capelli ramati e si decise a parlare di nuovo: «Sarà senzʼaltro meglio se vieni al castello. Dovremo fare una piccola riunione, ecco. Con i ragazzi e la Preside. No, aspetta. Forse è meglio che non ti vedano al castello. Merlino, che pasticcio! Hagrid, possiamo ospitare una piccola riunione qui?»

«Oh, certo, ma non ho mica capito perché non posso entrare al castello?»

«È una situazione piuttosto complicata, cʼè un... ecco, un nemico nascosto nel castello. Forse potrebbe essere un vantaggio per noi se non sapesse della tua presenza e poi, forse, per te sarebbe difficile dissimulare. Insomma, Hagrid, ti voglio bene ma tu non sai davvero tenere i segreti, lo sai anche tu, no?»

La profezia dei fondatoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora