6. Cicatrici e Ossofat

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Nei giorni successivi, la situazione tra Hermione e Ginny rimase immutata. Le due ragazze si rivolgevano a malapena la parola, sotto lo sguardo attonito dei compagni. Harry aveva appreso da Luna della discussione avvenuta alla riunione dei Prefetti, ma non aveva voluto approfondire... Hermione era la sua migliore amica, ma Ginny era stata la sua fidanzata, oltre a essere la sorella del suo migliore amico. Schierarsi sarebbe stata una scelta per lo meno azzardata! Già se lʼera vista brutta quando i suoi amici avevano rotto il loro rapporto; entrambi avevano cercato di farsi spalleggiare, inizialmente, finché non aveva sbottato in maniera piuttosto brusca. La sua politica quellʼanno era avere un basso profilo, per quando gli fosse stato possibile, e studiare. Sì, studiare, unʼattività così banale ma che per un intero anno gli era sembrata un miraggio. Poi doveva seguire Ivàn che, seppur molto bravo, ancora non era in grado di muoversi autonomamente per il castello. Il tarlo della profezia ritrovata da Luna lo perseguitava di notte, nei suoi incubi, mescolato come in un vortice alla poesia declamata dal Cappello, ma Harry cercava di non pensarci e, quando proprio non ci riusciva, se ne andava al Lago Nero, alla tomba di Silente, grazie al mantello dellʼinvisibilità. Parlava con lui, a volte piangeva in silenzio, altre rimaneva solo lì a fissare il Lago.

Hermione si era accorta delle fughe notturne di Harry, anche lei non dormiva molto bene di notte e spesso restava sala comune con qualche grosso libro, raggomitolata su una delle poltrone vicino al fuoco. Ancora più spesso si attardava dopo lʼultima ronda, chiacchierando ora con lʼuno ora con lʼaltro ritratto del castello. Alcuni erano diventati come vecchi amici, confidava loro le ore di insonnia e le preoccupazioni. Una consolazione era che le ronde stavano filando lisce, senza litigi assurdi tra i Prefetti, dopo la prima, tremenda riunione. La compagnia di Blaise Zabini era piacevole, si era abituata al suo senso dellʼumorismo a volte spigoloso e quei momenti erano diventati una distrazione gradita.

Le coppie che avevano individuato sembravano funzionare alla grande, lʼunica cosa che la infastidiva era che Malfoy non le rivolgesse la parola ed evitasse perfino di guardarla. Forse era troppo sperare che lui avesse superato i pregiudizi di sangue inculcati dalla sua famiglia. Hermione, dal canto suo, era ancora scettica nei confronti del biondo serpeverde, anche se la conversazione avuta con Luna era stata sorprendente: le aveva parlato di un Draco che lei davvero non conosceva. Durante la prigionia nei sotterranei del Manor della famiglia Malfoy, Luna era riuscita a non cadere nella disperazione, aveva affermato, anche grazie al suo aiuto. Il giovane Malfoy non riusciva a passare tutti i giorni dalle celle ma, ogni volta che poteva, le portava qualche boccone di quanto veniva servito a tavola, per rinfrancarla. A volte, quando non riusciva a conservare nulla, si limitava a sedersi accanto alle sbarre e a parlare. Non parlavano mai della guerra, ma solo di ricordi felici: lʼinfanzia, prima di andare a Hogwarts, le lezioni preferite, le vacanze ormai lontane e spensierate. Le aveva chiesto perfino informazioni sui gorgosprizzi. Un paio di volte, aveva portato fino alle celle qualche libro dellʼimmensa biblioteca familiare e aveva letto, perché le celle erano buie e non sarebbe davvero stato possibile, per Luna, riuscirci. Hermione credeva che non avrebbe mai dimenticato lo sguardo e il tono di voce dellʼamica quando le aveva raccontato che, dopo le torture, Draco le mandava il suo elfo più fedele a curarla, chiedendole di perdonarlo: avrebbe dato meno nellʼocchio.

A Hermione tutte quelle informazioni apparivano dissonanti con lʼimmagine che aveva di Draco: algido, sprezzante e strafottente purosangue. Eppure non dubitava delle parole di Luna, quella ragazza era incapace di mentire. E poi si vedeva che fra i due cʼera un rapporto di affetto e complicità. La Corvonero era lʼunica persona in grado di far sorridere il serpeverde, oltre ai compagni di casa. Era un rompicapo quel ragazzo, forse avrebbe dovuto chiedere a Blaise.

Stava andando a lezione quando un altro tassello di quel puzzle si palesò ai suoi occhi, cadendo nel giusto incastro che, era certa, alla fine avrebbe svelato la vera immagine di Draco Malfoy.

La profezia dei fondatoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora