88. Il negozio di Olivander

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«Potevamo andare anche noi al pensatoio.»

«No, non potevamo, amore.»

«Non capisco.»

«È una cosa loro. Ci hanno messo così tanto a trovare una sorta di equilibrio. Diamogli modo di costruire qualcosa, come abbiamo fatto noi.»

Hermione si fermò, senza parole. Stavano camminando per Hogsmeade uno vicino all'altra. Il suo sguardo si intenerì, osservando il suo ragazzo, e lo abbracciò. Mai avrebbe creduto, prima, che Draco fosse così!

«Hai ragione.»

«Io ho sempre ragione, ricordi?» ridacchiò il biondo. Rideva e sorrideva molto da quando stavano insieme ed Hermione sperava fosse anche merito suo.

«E io che stavo per farti un complimento!» scherzò lei, baciandogli la punta del naso. «Nel pomeriggio abbiamo l'incontro per mostrare i patroni, tu sei pronto?» La voce di Hermione tremò appena, mentre lei cercava di domandare con disinvoltura.

«Pronto!» affermò sicuro il serpeverde. «Ecco il negozio del vecchio Olivander. Tu pensi che abbia dei ricordi di quel giorno?»

«Se li ha, saranno ben sepolti. Speriamo che abbia desiderio di aiutarci, potrebbe cedere i suoi ricordi, con l'aiuto di un pizzico di legilimanzia.»

«Non guardare me. È stato prigioniero a casa mia per settimane...»

«No, non guardo te. Cioè, ti guardo ma perché sei carino, in fondo. Un po', eh? Solo un po' carino.»

Draco la strattonò fino a farla cadere fra le sue braccia. «Solo un po', eh?»

«Ora che ti guardo più da vicino, forse più di un po'» mormorò lei flebilmente, fissandolo negli occhi grigi e scintillanti. Aveva una voglia matta di baciarlo. Anzi, aveva una voglia matta di ritagliarsi un po' di intimità con lui, di dimenticarsi di qualsiasi problema fra le sue braccia.

«Ottima osservazione, mia deliziosa cervellona. Sbrighiamoci con Olivander e poi vediamo il da farsi.»

«Il... da farsi?»

«Sì, prima finiamo e prima possiamo starcene un po' per conto nostro.»

«Draco... mica mi hai letto la mente?»

Il ragazzo sgranò gli occhi. «Tu, io... Non potrei mai! Cioè potrei, ma non lo farei mai senza il tuo permesso.»

«Allora...»

«Allora mi sa che abbiamo avuto lo stesso pensiero!» le disse lui con voce bassa, cercando di non farsi sentire da nessun passante. Hermione arrossì, sorridendo.

Percorsero il tragitto che mancava per arrivare al negozio di Olivander mano nella mano. I passanti li osservavano curiosi. Alcuni commentavano, altri erano stupiti. Erano due visi fin troppo noti per passare inosservati. Per la prima volta, da quando stavano insieme, però, entrambi parevano non avvertire il peso degli sguardi sulla propria pelle. Le dita intrecciate erano come un talismano, per allontanare dubbi e ricordi terribili.

Davanti alla vetrina nel negozio Draco si fermò. Una figura alta, dalla chioma troppo rossa e troppo familiare, stava uscendo dal locale. «Ron» la voce di Hermione si incrinò e la sua mano scivolò da quella del ragazzo. Draco fece appena in tempo a stringerla più forte, attirando la ragazza verso di sé con fare protettivo.

«Ce la facciamo, non temere. Siamo insieme.» Le bisbigliò, chinandosi verso il suo orecchio.

Hermione annuì, ma si sentiva il cuore in gola.

«Miseriaccia...» Ron lì aveva appena riconosciuti. Era dovuto andare da Olivander per una commissione per Fleur, ancora non era rientrato a Hogsmeade, ma alcune volte veniva per fare acquisti per il fratello e la cognata. Guardò la scena e vide le mani unite dei due ragazzi. Malfoy sembrava diverso. Preoccupato, quasi.

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