La profezia dei fondatori

74. Il professor Rüf

Hagrid aveva suggerito di parlare con il professor Rüf. Nessuno dei ragazzi ci aveva pensato, di certo era il professore che tutti dimenticavano, a cui non prestavano attenzione, ma anche lui era un fantasma ed era a Hogwarts da tempo immemore. Inoltre, con molta probabilità, aveva approfondito la ricerca delle origini di Hogwarts per via dei suoi studi. A Neville Paciock studiare Storia della Magia era sempre piaciuto, il professore era gentile, anche se sbagliava sistematicamente i cognomi dei suoi allievi, e non lo spaventava a morte come faceva Piton e, qualche volta in passato, la McGranitt.

Neville era ormai arrivato allʼaula situata al primo piano del castello, dove Rüf insegnava la sua materia. Il corso era considerato da quasi tutti gli studenti di Hogwarts come il più noioso di tutti e Rüf lʼinsegnante più monotono e soporifero mai esistito. In effetti lui stesso, molte volte, si appisolava durante le lezioni, soprattutto nei mesi freddi. Chissà perché poi? Un fantasma non dovrebbe mica risentire del clima! Ma, dʼaltra parte, molti avevano il dubbio che lui non si fosse mai accorto dʼesser morto.

Il grifondoro aspettò che gli studenti del terzo anno uscissero e poi bussò alla porta. «Professor Rüf, posso disturbarla?»

Il fantasma era ancora seduto alla cattedra, o meglio ci fluttuava dietro, seminascosto da una catasta di pergamene. «Ma certo, signor Porlock, mi dica pure!»

«Come lei sa, noi studenti stiamo cercando di risolvere lʼenigma legato alla Profezia dei fondatori e per farlo dobbiamo comprendere cosa sia il cuore di Hogwarts.»

«Fate bene, fate bene, caro signor Podmore. Ma come mai si rivolge a me? Sono informazioni che una buona ricerca storica vi darà agevolmente. Ci potreste mettere al massimo un paio... forse tre anni! Ma fareste un lavoro coi fiocchi!»

«È proprio questo che ci manca, professore: il tempo! Potrebbe essere così gentile da, ehm, aiutarci?»

«Non avrete voto per questo, sappiatelo, signor Parson! Sarebbe immorale, altrimenti!»

«Ma non è materia del suo corso... Lo consideri come un seminario extrascolastico. Inoltre potremmo condividere con lei tutte le informazioni che abbiamo scoperto finora per ampliare ancor più la sua conoscenza sui fondatori.»

«In tal caso, credo di poterlo fare. Voleva sapere del cuore, è corretto?»

«Esatto. Sappiamo che si cela nel Castello, che i quattro fondatori lo crearono quando ancora non vi erano divisioni o screzi fra di loro e che è lʼessenza stessa di questo luogo. Purtroppo non abbiamo la più pallida idea di cosa sia. »

«Bravi, bravi! Vedo che avete fatto una buona ricerca preliminare. Dunque: le fonti più antiche ci parlano in maniera eccessivamente sommaria del cuore di Hogwarts. Bisogna dunque ampliare i propri orizzonti di ricercatori e mettere da parte i pregiudizi che possono offuscare il nostro intelletto, andando ad attingere anche a fonti alternative. Molti storici ritengono che le fonti babbane siano di interesse primario, in questo campo. Lei sa, naturalmente, signor Pudding, che la letteratura babbana, soprattutto quella che loro definiscono, nella loro ingenuità, mitologica, narra in realtà di fatti legati al mondo magico, vero?»

«Sì, esattamente. Per i babbani Mago Merlino è esistito solo in uno dei loro racconti.»

«Perfetto, perfetto. Dieci punti per... di che casa è lei, caro?»

«Grifondoro, ma non ha importanza. Qui, adesso, le case non contano...»

«Perfetto, dieci punti a Grifondoro. Dunque, forse vi sarete posti la domanda fondamentale. Lei sa, per gli storici della magia, qual è la domanda fondamentale, immagino. Lo sa?»

Neville aggrottò la fronte. «Non credo possa essere una sola, professore.»

«Ma sì, caro ragazzo, ma sì! È LA domanda! Da dove viene la magia? È qui che entrano in gioco gli scritti babbani, ovviamente. Loro se lo son chiesto o hanno indagato, ma non sono molto ferrato in Babbanologia. Non potete chiedere alla professoressa di Babbanologia?»