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Quando salutó Jungkook e salì sull'auto che Myung-Dae aveva mandato a prenderlo, mise il proprio cellulare nella tasca e puntó gli occhi sull'uomo alla guida che lo fissava attraverso lo specchietto.
- Che vuoi? - disse tra i denti, spostando lo sguardo sul finestrino, dove vide un Jungkook che con passo spedito raggiungeva la propria auto e poi lo perse di vista.
- Ti stai cacciando in una marea di guai Jimin.. -
- Non ho chiesto il tuo parere.. -
L'uomo emise una risatina bassa, scrollando le spalle e questa cosa infastidì Jimin.
Stava per rispondere, quando il proprio cellulare inizió a squillare, lo prese e lesse Myung-Dae sullo schermo.
- Buona fortuna.. - disse l'altro.
Jimin sbuffó, accettando la chiamata.
- Si? - si lasció cadere completamente contro lo schienale del sedile, sollevando la testa verso l'alto.
"Stai tornando?"
- Si, saró li tra.. Cinque minuti. -
Sentì un sospiro di sollievo da parte del maggiore, per quanto sapesse quanto fosse pericolo quell'uomo, a volte con lui aveva un cuore.. a volte.
"Giusto perchè tu lo sappia Jimin-ah.. Appena sarai qui, andremo a quella serata alla quale hai liberamente rifiutato per andare da quel poliziotto.."
- Myung-Dae non.. - fu bloccato sul nascere.
"Non è una richiesta Jimin.. È un ordine.. Non vuoi che succeda davvero qualcosa di brutto a quell'agente, vero? Jiminie.. Sappiamo esattamente dove abita..."
Jimin socchiuse gli occhi, portandolo nuovamente oltre il finestrino, sospirando poi lentamente.
- Va bene.. - sentì la risata del maggiore, ascoltandolo mentre tornava serio.
"Appena sarai qui, preparati.. Io ti aspetto nel mio ufficio e da li partiremo.."
Mise giù, mentre Jimin stringeva con forza il proprio telefono cellulare, mordendosi più volte il labbro inferiore.
Questa cosa che una minaccia riguardante Jungkook lo facesse cedere non era del tutto buona.
Non era da lui cedere cosi facilmente, non era da lui preoccuparsi per qualcuno, che da poco aveva iniziato a far parte della sua vita. Non era da lui, attaccarsi cosi a qualcuno che era iniziato come il solito lavoro.
Lo seduci, lo inganni e fine. Questa era sempre stata la sua vita. Cosa nè facesse di loro Myung-Dae non gliene era mai importato. L'importante era non farsi coinvolgere troppo nei suoi affari.
Agisci e poi scompari nel nulla e li sarai salvo. Questo era sempre stato il suo motto, eppure, in qualche modo Jungkook aveva cambiato questa cosa e il guaio era che Myung-Dae lo aveva capito.
Eccome sè lo aveva capito.
Sapeva solo che tutte le persone con il quale aveva "giocato" per conto di lui, erano scomparsi, erano vivi? Nè dubitava.. probabilmente sepolti in qualche campo intestato a lui. Rabbrividì leggermente..
Cosa sarebbe successo a Jungkook?
Morse con più forza il proprio labbro inferiore, stringendo le mani a pugno.
- Cosi rischi di ferirti al labbro, sai che a lui non piace quando lo fai.. - disse l'uomo alla guida.
- A Myung-Dae non piacciono molte cose.. Dovresti solo accompagnarmi da lui e tenere la bocca chiusa.. Ho bisogno di pensare.. -
- Come siamo di cattivo umore.. Park.. quell'agente ti ha fottuto il cervello e Myung-Dae non gliela farà passare liscia.. sai quanto ti desidera.
In tutti questi anni non è mai riuscito ad entrare nelle tue grazie.. pur avendoti sottratto da quelle celle buie, non immagini quante notti ha passato ad osservarti dai monitor.. Hai da sempre attirato la sua attenzione e questo lo sai ma poi.. arriva Lui e bam.. fottuto.
Come pensi che si senta in questo momento?
Stai ferendo il suo orgoglio.. E sai.. quanto sia importante per lui che il suo orgoglio non venga ferito. - Jimin lo guardó attentamente dallo specchietto.
- Desiderare qualcuno è una cosa.. Amare è un altra.. -
L'uomo rise leggermente, annuendo piano.
- Che c'è? Ti stai forse innamorando di quell'agente? Te lo sconsiglio sai.. Non sei libero Jimin, non lo sei.. Per quanto Myung-Dae ti lasci libero di uscire, di lavorare per lui, di dormire in un letto a casa sua.. non sei libero.
Un passo falso e torni in quelle celle.
La tua unica salvezza è non innamorarti di quell'agente, dimenticarlo il prima possibile e continuare con la tua vita al fianco di Myung-Dae
Solo questo ti salverà la vita.. e non solo la tua. -
Quando fermó l'auto Jimin, portó la mano alla maniglia, aprendola lentamente e tornando poi a guardare l'uomo.
- Myung-Dae non mi ama.. Lui vuole solo controllarmi. Non saró libero adesso ma.. un giorno lo saró.. e.. saró libero di amare chi voglio davvero. -
Scese dall'auto, sbattendo la portiera e raggiungendo subito l'interno della casa, andó sù per le scale raggiungendo la propria stanza e sbattendo la porta.
Si avvicinó alla grande mensola nell'angolo e si guardó nello specchio.
Aveva ragione, non sarebbe mai stato libero.
Qualcuno bussó proprio in quel momento alla porta, Jimin si ricompose, voltandosi e appoggiandosi letteralmente contro la mensola.
- Avanti.. - fece capolino un Myung-Dae giá vestito e pronto per uscire per quella serata, che in qualche modo era riuscito ad evitare.
Sapeva che questa sera non avrebbe avuto la stessa fortuna.
- Jimin-ah.. come ti senti? Non deve essere stato facile ritrovarsi accusato di un crimine alla quale non si è davvero collegato. -
- Giá.. In effetti, quel tuo agente.. Min-ho... Aveva proprio voglia di rinchiudermi in prigione.. Ma stó bene e sono qui adesso. -
Myung-Dae sorrise, annuendo e portandosi al suo fianco, passando la punta delle dita sul suo collo, lentamente.
- Dovresti adesso rilassarti e prepararti per la serata, abbiamo del lavoro da sbrigare tu ed io.
Mi serve il tuo aiuto.. La persona che andremo a sedurre, anzi.. che tu.. dovrai sedurre è colui che aiuterà me e Min-ho a non finire in carcere per quello che abbiamo fatto nel passato e nel presente.. -
Voltó la testa a guardarlo, cercando di capire cosa volesse in quel preciso momento da lui.
Cosa gli stava chiedendo ancora?
- Non guardarmi cosi.. È necessario sacrificarti.. Ovviamente non ti chiederei mai di andare fino in fondo.
Lui potrebbe non essere di quest'idea.. dopo tutto, chi riuscirebbe a resisterti? Eppure.. in questo sei libero di decidere cosa fare.. -
- Myung-Dae, Non voglio farlo.. Non voglio essere usato cosi.
Per cosa, poi? Per salvare il culo di una persona che poche ore prima voleva incastrarmi? Dovresti essere fuorioso con lui per come si è comportato e invece lo vuoi aiutare? -
Il maggiore sorrise leggermente, portandosi di fronte a lui e puntare cosi gli occhi nei suoi.
- Jimin.. Per quanto voglia fargliela pagare per quello che ha fatto poche ore prima, è a capo della polizia.. Puó nascondere molte cose che riguardano me.
Che riguardono i miei uomini e i miei affari.
Mi fà comodo averlo nella mia squadra.. E tu, fai parte di questa squadra.. Hai sempre fatto parte di questa squadra.. Non ti sei mai tirato indietro.
Non mi hai mai detto che ti sentivi costretto o che ti sentivi usato.
Ti divertiva.. -
Mormoró l'ultima parola al suo orecchio, facendolo rabbrividere.
- Non mi sono mai divertito Myung-Dae.. Pensi che l'ultima volta.. essere toccato da quell'uomo.. sia stato divertente?
A quanto pare dopo tutti questi anni, ancora non hai capito cosa mi piace davvero.. -
Lo sfidó con lo sguardo, potè vedere il cambio di umore del maggiore, che a quelle parole scattó dandogli uno schiaffo ben assestato sulla guancia, Jimin voltó la testa di lato, sentendo il proprio volto bruciare.
E un leggero gusto di sangue nella propria bocca.
- Jimin-ah.. Te l'ho già detto.. Non giocare con il fuoco.. Non farlo e ora preparati che siamo già in ritardo.. -
Il maggiore si spostó, raggiungendo la porta.
- Vestiti provocante.. chiaro? -
Detto questo uscì dalla stanza, a quel punto Jimin prese la prima cosa che trovó sul mobile lanciandolo contro la porta.
La guancia che doleva ancora, si voltó guardando il proprio volto allo specchio, la guancia arrossata e il labbro leggermente spaccato.
Che lui ricordasse, Myung-Dae non gli aveva mai messo le mai addosso.
In quel preciso istante sapeva ed era sicuro che sè avesse fatto un passo falso, non sarebbe mai stato libero.
Colpì il mobile con un pugno, cercando di non urlare e di non crollare. Non poteva crollare proprio adesso.
Riprese fiato, cercando di non cadere in un attacco di panico.
Prese il proprio cellulare aprendo la galleria e cercando quella foto che al pub aveva fatto di nascosto a Jungkook.
Quel sorriso che ogni volta che lo vedeva, gli faceva battere il cuore.
- Jungkook.. Ti prego.. Salvami.. -

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