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Era addossato alla porta del bagno, i capelli umidi e lo sguardo rivolto verso lo specchio, dove la sua figura era li riflessa, vestito come voleva Myung-Dae,
Maglia nera e Jeans strappati, aveva scelto di indossare anche un choker al collo, voleva che fosse attraente no?
Si spostó dalla porta al lavello, sistemando leggermente il trucco leggero che aveva messo agli occhi.
L'unica cosa che in quel momento non era riuscito a nascondere del tutto con il trucco era il taglio al labbro che gli aveva causato poco prima.
Prese il proprio cellulare, rileggendo il messaggio di Jungkook "Spero tu sia tornato a casa sano e salvo.."
Quel messaggio lo aveva fatto sorridere, perchè mai nessuno si era davvero preoccupato per lui, nessuno si era mai preoccupato che tornasse a casa sano e salvo eppure, a Jungkook importava.
Non aveva risposto, eppure in quel momento si sentiva in trappola.
Avrebbe voluto essere al sicuro, tra le braccia del minore.
Aprì la chat digitando quelle semplici parole, sapeva quanto l'agente fosse intelligente e sapeva che avrebbe capito "Agente, lo sai? Dalla tua casa si puó vedere un bellissimo Tramonto , non nè ho Mai visti di cosi belli, Junkook.."
Una volta inviato, portó il cellulare nella tasca dei Jeans prendendo un lungo respiro e uscendo dal bagno.
Sceso le scale trovó Myung-Dae che con uno sguardo d'apprezzamento gli si avvicinó.
- Ti sei superato questa sera.. sei molto attraente Jimin-ah.. il collare ha un tocco decisamente Sexy sù di te.. -
Jimin, distolse lo sguardo incrociando le braccia al petto ed evitando cosi il suo sguardo.
- Non è un collare.. è un choker.. -
Myung-Dae gli si avvicinó, portando il pollice e l'indice sul suo mento, obbligandolo cosi a guardarlo.
- Non era mia intenzione offenderti Jiminie.. e.. Mi dispiace per questo.. - disse passando il dito sul taglio. Facendolo indietreggiare leggermente per il dolore.
- Il fatto è che non hai mai detto una parola.. Hai sempre eseguito i miei ordini.
E in questi giorni, non ti riconosco.. Ho bisogno che tu sia dalla mia parte, in caso contrario lo sai cosa puó succedere e entrambi non vogliamo che succeda, vero? -
Jimin strinse il tessuto della propria maglia, puntando lo sguardo nel suo.
- perchè ti scusi, sè poco dopo te nè esci con una minaccia?
È cosi che deve andare? -
Myung-Dae scrolló le spalle, allontanandosi da lui.
- È cosi che deve andare.. Io ordino e tu esegui.. Non lo fai? Ti prendi le conseguenze.. E ammettiamolo Jimin,
In questo momento qualcuno ti affolla la mente e non solo la mente e lo sappiamo tutti.. Il fatto è che sai che io non sono una brava persona.. E sè tu non fai quello che ti dico, quella persona non avrà una seconda opportunità di salvarsi.. -
- Quella persona.. Mi ha evitato la galera, mentre qualcun altro mi voleva dietro le sbarre.. ! -
Myung-Dae annuì lentamente, prendendo le chiavi della macchina.
- il punto è che una persona mi serve e l'altra no.. proprio perchè ti ha aiutato non vorrei doverlo uccidere.. Quindi, sei dalla mia parte o no Jimin? A te la scelta.. -
- scelta? Sè scelgo di non essere dalla tua parte, tu lo uccidi.. Questa non è una scelta.. -
In quel momento sentì il proprio cellulare vibrare nella propria tasca, uno squillo, poi due.. tre e un quarto poi il silenzio.
- Non sei libero.. Tu appartieni a me.. Ti aspetto in macchina, Jimin-ah.. -
Uscì senza lasciargli il tempo di rispondere, Jimin afferró il proprio cellulare guardando lo schermo e leggendo "chiamata persa da Jungkook"
Poi un messaggio.. "Hey Jimin... Richiamami"
Avrebbe tanto voluto richiamarlo ma, non poteva. Non in quel momento.
Rimise il cellulare nella tasca, prese il cappotto indossandolo e uscendo di casa, l'auto di Myung-Dae era li, pronta per partire. Cosi si avvicinó entrando dietro, Myung-Dae seduto accanto e l'autista che partì subito, eseguì gli ordini del capo, dovevano andare in un club.. li avrebbero incontato un uomo che Jimin non conosceva e Min-ho il capo della polizia.
Quando furono di fronte a club il maggiore si piegó per potergli parlare all'orecchio.
- Comportati bene Jimin.. Questa volta sono serio. -
Detto questo uscì dall'auto facendolo sospirare piano.
Gli occhi dell'autista lo guardarono dallo specchietto, Jimin incroció quegli occhi che conosceva fin troppo bene, sembrerà strano ma.. Quell'uomo alla guida aveva passato lo stesso destino, insieme a lui.
Un tempo quell'uomo aveva provato dei forti sentimenti per lui.
- Jimin.. -
- Non adesso.. Per favore. Sai che Myung-Dae non ama aspettare.. -
L'uomo annui piano, tenendo comunque lo sguardo nel suo.
- Stai attento.. Va bene? Myung-Dae ci ha dato l'ordine di intervenire sè dovesse succedere qualcosa di strano. E credimi.. Ho il sentore che stasera succederà qualcosa.. -
Jimin non riuscì a trattenere un sorriso, scivolando verso lo sportello per uscire.
- Tu e i tuoi presentimenti.. Me la caveró, non è la prima volta che mi usa cosi.. -
Detto questo, uscì dall'auto richiudendo lo sportello.
Il maggiore era giá all'interno del club, quando Jimin oltrepassó quella porta, notó molte faccie conosciute e molte facce che non riconosceva. Chi intento a parlare, chi a scommettere, chi invece si stava dando da fare.
Myung-Dae da lontano gli fece cenno di avvicinarsi, lo raggiunse notando un uomo più vecchio che accanto al maggiore vece un cenno con la testa per salutarlo.
Jimin ricambió il gesto non proferendo peró parola.
- Jimin lui è un uomo molto conosciuto.. Ci aiuterá anche lui.. E immagino che tu.. conosca già L'agente Min-ho.. -
L'uomo più vecchio si voltó verso Myung-Dae indicandolo, non era maleducazione indicare qualcuno?
- Il ragazzo non parla? -
- Oh vede, Jimin è in un momento di ribellione ma.. Lo stó mettendo al suo posto. Non si preoccupi.. Jimin di qualcosa.. -
Jimin distolse lo sguardo da Min-ho, puntando sull'uomo vecchio di fronte a sè, gli vennero i brividi solo a guardarlo.
- Mi dispiace ma, non só cosa dire.. -
- Che ne dite se prendiamo qualcosa da bere e ci mettiamo più a nostro agio? -
Intervenì Min-ho, portando la mano al braccio di Jimin.
- Voi intanto sedetevi, io e Jimin ordiniamo.. e vi raggiungiamo. -
Myung-Dae e l'uomo vecchio annuirono e si allontanarono comodandosi sul tavolino al lato della stanza, Min-ho ancora stringeva il braccio di Jimin.
- Lasciami.. -
Mormoró alzando lo sguardo nel suo.
A quel punto lasció il braccio e sorrise.
- Che caratterino.. -
- Non mi piace quando qualcuno mi tocca senza un mio consenso! -
- Oh.. Quindi solo a qualcuno dai il tuo consenso? Jimin... Pensi che sè Myung-Dae vuole che tu seduca quell'uomo con cui sta parlando adesso, ti chiederà il permesso? Ho notato come in questo momento, tu non sia più cosi tanto al sicuro con lui.. -
Jimin si scostó leggermente, puntando ancora lo sguardo nel suo.
- E dovrei invece fidarmi di te? -
- A questo punto si.. Dovresti.. -
Il maggiore si avvicinó al bancone chiedendo dei drink al barista.
- Jimin cosa prendi tu? -
- Vodka ..
- Faccia due Vodka per favore... -
Alla fine si era ritrovato seduto accanto a Min-ho notando come Myung-Dae parlasse con quell'uomo.
Il barista aveva aggiunto del ghiaccio alla vodka cosi Jimin sè nè rimase addossato al divanetto, facendo tintinnare il ghiaccio contro il bicchiere.
- Non ti stai divertendo? -
- No.. Affatto. In questo momento vorrei essere altrove.. Ma non qui.. -
Min-ho si fece più vicino, partando la mano sulla sua coscia.
Quale parte del "non toccarmi senza permesso" non gli era chiaro?
- Sai? Questo collare ti dona.. Sei cosi eccitante Jimin. -
Jimin prese la mano di Min-ho allontanandola dalla sua coscia, puntando lo sguardo nel suo.
- Primo.. non è un collare.. e secondo.. NON TOCCARMI. Non siamo amici, non mi sei simpatico e non ho intenzione di avere una conversazione con te.
Ti devo ricordare che hai cercato di incastrarmi? -
In quel momento Myung-Dae si avvicinó ai due, portando la mano sulla spalla di Jimin che si voltó a guardarlo.
- Jimin.. Non è il momento di fare una scenata, Min-ho ci serve.. Devi essere gentile con lui.. -
Jimin a quel punto scrolló la mano del maggiore dalla propria spalla, tirandosi a sedere e prendendo il bicchierino si Vodka alle labbra e buttandolo giù tutto d'un fiato.
- Gentile? Cosa mi stai chiedendo, esattamente? -
- Solo di essere gentile.. Non posso permettermi di avere un nemico nella polizia, a volte i nemici bisogna farseli amici Jimin, e Min-ho è uno di questi.
Non posso permettere che tu manda all'aria tutto questo.
Per quanto tu sai l'effetto che mi fai.. E non è mia abitudine alzare le mani ma, in questi giorni stai tirando troppo la corda, ti stó permettendo di tenerla allentata, non obbligarmi a stringerla.. Sai che nè sarei capace.
Ora, sè l'agente vuole toccarti.. Lasciaglielo fare.. sono stato chiaro? -
Sussurró a quel punto al suo orecchio, facendolo rabbrividire.
- Non andrà oltre.. Ti dó la mia parola. Siamo già d'accordo sù questo.. -
- Che fai mi vendi? Myung-Dae.. -
Il maggiore portó il dito alla bocca per zittirlo, gli occhi seri lo fissavano e a Jimin questo sguardo non piaceva affatto.
- Sè fossi cosi cattivo ti avrei venduto questa sera all'uomo laggiù, molto più potente di Min-ho. Eppure, non lo só facendo.. Ho bisogno che sistemi questa cosa.. Che Min-ho torni del tutto dalla nostra parte.
Resta con lui mentre io chiudo questo affare con quel signore... Chiaro? -
Non gli lasció il tempo di rispondere e questa cosa fece infastire Jimin più del necessario.
Si alzó, andando dritto al bancone.
- Hey.. Voglio il drink più forte che hai.. Per favore.. -
Il barista annuì, passandogli un bicchierino.
- hai davvero bisogno di bere per stare con me? -
La voce dell'agente gli arrivó dritto alle orecchie. Si sedette sulla sedia, afferrando il bicchiere e mandando ancora una volta tutto giù d'un fiato.
- Io non vorrei nemmeno stare con te... -
- Forse dovrei tornare da Myung-Dae e riferirglielo? Sono certo che poco prima non ti stava sussurrando parole dolci all'orecchio.. -
Stava per allontanarsi ma Jimin scattó giù dalla sedia e lo afferró per il braccio, bloccandolo.
- Che ti ha promesso? -
- Mi ha promesso che avrei passato una serata con te.. Purtroppo per mia sfortuna non posso andare troppo oltre o mi uccide. Per quanto sia furioso con te, lui ancora ti protegge.
Deve amarti molto.. Eppure, sà per certo che tu non provi nulla per lui. -
Jimin, lasció la presa sul braccio indietreggiando leggermente, puntando lo sguardo nel suo.
- Ora che sei calmo, seguimi Jimin.. -
Non proferì parola, Min-ho decise di appartarsi in un angolo del locale, Jimin conosceva bene quella parte dei locali, nessuno avrebbe visto nulla, musica alta e alcool era d'obbligo li.
Si sedette sul divanetto e cosi fece anche il maggiore, che lo guardó ancora una volta.
- È un vero peccato che non possa andare oltre.. -
Mormoró passando la punta delle dita sul bordo del choker ancora allacciato al suo collo.
- Non te lo lascerei comunque fare, per quanto Myung-Dae possa darti certe libertá con me, non puó obbligarmi. -
Min-ho emise una risata bassa, avvicinandosi nuovamente a Jimin, bloccandolo contro il divanetto.
- Jimin.. Non ti porterà nulla di buono questo atteggiamento, avresti proprio bisogno di una lezione.. Non ti hanno insegnato a portare rispetto per chi è più grande di te? -
A quel punto Jimin spinse via Min-ho non lo voleva cosi vicino, non voleva essere li e tanto meno essere li con lui. Non voleva che lo toccasse o anche solo che lo guardasse.
Ma il cambio di sguardo lo notó e come, quando la mano di Min-ho lo colpì al volto Jimin rimase fermo con lo sguardo oltre la porta e il fiato corto.
La guancia che come poco prima con Myung-Dae doleva e pulsava.
Stava per colpirlo ancora ma Jimin sollevó le mani per pararsi.
- Dannazione, mi fai cosi incazzare Jimin.. Incazzare e allo stesso tempo eccitare.. -
Mormoró, afferrandolo per le braccia e attirandolo a sè.
- Al diavolo Myung-Dae.. -
Cercó di baciarlo ma lui si scostó, cercando di liberarsi dalla presa, ma il maggiore non era di quell'idea.
- LASCIAMI! -
- Stà fermo! -
Lo alzó e lo spinse a terra, dove Jimin colpì il pavimento con il braccio, mugolando per il dolore.
- N-NON T-TOCCARMI.. -
Urló, ma a quel punto era troppo tardi. Min-ho preso dalla rabbia inizió a colpirlo, Jimin sollevó le braccia per pararsi la testa e si rannicchió per coprirsi dai calci.
- STUPIDO RAGAZZINO.. Sè solo ti lasciassi andare sarebbe tutto più facile! -
Urló, colpendolo nuovamente. Fù in quel momento che dalla porta entró Myung-Dae insieme a due uomini, uno dei due bloccó l'agente che ancora cercava di colpirlo, urlandogli contro.
Gli girava la testa e aveva dolori in tutto il corpo.
Furono le mani di sung-woon a stringerlo per aiutarlo.
- Jimin.. cazzo.. sapevo che sarebbe successo.. -
Jimin, strinse appena la sua maglia. Sollevando appena lo sguardo notando quello preoccupato di Myung-Dae.
- Jimin.. -
Digrignó i denti voltandosi verso Min-ho.
- CHE DIAVOLO TI VIENE IN MENTE? -
- È UN RAGAZZINO IMPERTINENTE! -
Disse l'uomo furioso, Myung-Dae gli andó incontro afferrandolo per la maglia.
- Non devi mai più azzardarti a toccarlo.. HAI CAPITO IDIOTA? -
- Si.. Hai ragione, mi dispiace. Non só cosa mi sia preso.. Jimin.. Mi dispiace.. -
Jimin aiutato da sung-woon si alzó, aggrappandosi al suo braccio e chiudendo gli occhi la stanza aveva ricominciato a girare.
Spostó gentilmente l'amico raggiungendo la porta.
- Jimin.. dove vai? -
- l-lontando da voi.. H-Ho bisogno di uscire! -
E così fece, sentiva solo la presenza dell'amico alle spalle.
- NON PUOI ANDARTENE JIMIN! -
Urló Myung-Dae.
Sung-woon lo afferró, aiutandolo ad uscire dal club. Una volta fuori, perse completamente i sensi.
Sè non fosse stato per le braccia dell'amico sarebbe finito al suolo.
- JIMIN! - urló preoccupato e questo lo udì, prima di vedere nient altro che il buio.

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