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All'interno del tribunale, Jimin seguì l'agente Min per i lunghi corridoi dello stabile, non sapendo esattamente cosa fare in questi casi, non era mai stato in un tribunale fino ad ora e il nervosismo continuava a farsi sentire.
Svoltato nell'angolo Jimin si ritrovó diverse guardie che si avvicinarono al maggiore.
- È tutto pronto? Ci sono tutti? -
- Si signore, è tutto pronto... Lui è? -
Chiese uno dei due guardandolo negli occhi, rendendolo ancora più nervoso di prima.
- È il testimone del caso.. Mi occupo io di lui, voi assicuratevi che sia tutto al loro posto e tenete a bada la stampa, non dovranno interferire durante l'udienza.. -
- L'agente Jeon è con voi? -
- Jungkook è all'entrata del tribunale.. Ci raggiungerà tra poco.. Sù tornate al lavoro e tenete gli occhi aperti. -
Jimin guardó come il maggiore fosse ora entrato nella parte del poliziotto, dopo tutto era il suo lavoro certo, ma tutti li rispettavano la sua parola.
Per quanto fosse scorbutico molte delle volte, era comunque ben voluto da tutti li.
Si voltó si guardó attorno notanto alcune persone che parlavano davanti alla porta.
Uno in particolare attiró la sua attenzione.
- Jimin, dobbiamo andare.. -
Non riuscì a vederlo del tutto perchè un altro uomo gli nascondeva la visuale, eppure sembrava cosi famigliare.
- Hey ragazzino.. Dobbiamo andare. -
Gli afferró il braccio, forse stringendo un pó troppo perchè non riuscì a trattenere un lamento di dolore.
- Ahi.. Cosi mi fai male.. -
- Vuoi un consiglio?
Mantieni un profilo basso, non fissare nessuno negli occhi, non interagire con nessuno all'interno del tribunale, potresti sorprenderti quanto sia facile per un giornalista entrare qui dentro e camuffarsi.. Quindi, qualsiasi persona ti si avvicini, non dire una parola.
Non rispondere ad alcuna domanda, a meno che non sia all'interno dell'udienza e a farti le domande è un giudice della corte.
È chiaro? -
Jimin si scrolló la sua mano, massaggiando la parte dolorante e tenendo lo sguardo nel suo.
- Ho capito, ma tu non dovresti usare la forza.. Non stavo fissando, mi è solo sembrato di aver visto qualcuno che conosco.. Non sono un criminale, sono un testimone e posso almeno guardarmi attorno Agente Min? O non posso nemmeno respirare? -
- Jimin, ascoltami.. Sè vuoi che tutto questo finisca nel migliore dei modi, devi ascoltarmi e fare quello che ti dico.
Solo cosi, avrai una possibilitá di uscire da qui da uomo libero e potrai stare al fianco di Jungkook.
Vuoi perderlo? -
- No.. Certo che no! -
- Allora sè ti dico di non parlare o di non fissare, devi farlo! Ora, dobbiamo andare... L'udienza inizierà tra qualche minuto.. -
Yoon prese la propria radio collegandosi con Jungkook e Taehyung.
- Hey ragazzi, tutto bene li? -
"Tutto bene, soltanto alcuni giornalisti impiccioni. Erano molto interessati a Jimin.
Sanno che testimonierà... Siamo all'interno dell'edificio. Noi entreremo all'udienza, Yoon resterai con Jimin fino a quando non lo chiameranno a testimoniare.. Tienilo d'occhio e al sicuro fino ad allora.."
- Si, mamma.. -
Jungkook emise una risata attraverso la radio, facendo ridere anche il maggiore.
Yoon prese Jimin per il braccio, questa volta non strinse troppo e lo condusse all'interno di una stanza. Li avrebbero aspettato il momento in cui tutto avrebbe avuto inizio.
Avrebbe rivisto Min-Ho. Avrebbe parlato di Myung-Dae, davvero avrebbero creduto alla sua versione?
- Posso sentire i tuoi pensieri fino a qui, cerca di calmarti.. -
- E come? Non riesco a stare calmo, continuo a pensare che qualcosa andrà storto.
Ho una brutta sensazione.
Ci saranno giornalisti, la giuria e un avvocato che cercherà di difendere Min-ho, parliamo del capo della polizia, mentre io sono.. Sono un semplice ragazzo. Non sono nessuno.. A chi crederanno? A me o a lui? -
Yoon si avvicinó a lui, portandosi di fronte e piegandosi sulle gambe per poterlo guardare negli occhi.
- È vero, lui è il capo della polizia, ha commesso un crimine.. Molti crimini a dire il vero.
Ci sono prove che lo incastrano.
Ed è vero quando dici che tu sei un semplice ragazzo.. Ma non ci sono prove contro di te, in questa udienza sei un testimone, non l'imputato, nessuno sará li per giudicare te.
È vero che Min-ho potrà dire molte cose sù di te, ma fino a prova contraria, sono le prove concrete che fanno la differenza e il suo parlare in quell'aula non è una prova Jimin.. Quindi ora, cerca di prendere un lungo respiro e cerca di calmarti.
Jungkook non sarebbe felice di sapere che hai avuto un attacco di panico mentre eri con me.. -
Jimin sorrise al maggiore annuendo piano e prendendo un lungo respiro.
Cercando cosi di calmarsi il più possibile.
- Hyung.. Chi erano quelle persone nel corridoio? -
- Quelli che non smettevi di fissare? -
Jimin annuì piano, andando a sedersi sulla poltrona che si trovava al centro della stanza.
- giurati forse.. o molte volte sono assistente degli avvocati.
Perchè ti interessa cosi tanto? -
- Te l'ho detto, mi è sembrato di riconoscere uno di loro ma, non sono riuscito a vederlo bene.. -
Qualcuno bussó alla porta, Yoon si avvicinó guardando dallo spioncino della porta, assicurandosi che non fosse nessuno della stampa.
Aprí la porta quando vide Taehyung.
- È ora? -
- È ora.. -
Yoon si voltó a guardare Jimin, che si alzó in piedi e annuì lentamente, sorpassandoli e uscendo dalla stanza.
I due lo scortarono verso la stanza, all'interno il giudice lo guardava dall'alto della sua postazione, con uno sguardo severo e senza alcuna emozione, sulla destra diversi giurati, sui lati della stanza c'era un avvocato in piedi e Min-Ho seduto al suo fianco.
Mentre il resto della stanza era gremita di persone, probabilmente famigliari delle vittime, mischiati a loro infondo alla sala, giornalisti e fotografi che lo guardarono mentre percorreva il piccolo corridoio, portandosi di fronte al giudice.
- Vostro onore, lui è il testimone di cui le abbiamo parlato.. -
Jimin sentì lo sguardo del giudice spostarsi da Yoon a lui.
- Prego.. Si accomodo al panco testimoni.. -
Jimin fece un piccolo inchino in segno di rispetto, sentendo Yoon che gli stringeva il braccio per incoraggiarlo.
Andó verso il banco sedendosi e guardando tra la folla, Jungkook era seduto infondo, gli occhi puntati sù di lui.
- È Pronto per il giuramento? -
- S-Si vostro onore.. -
Una donna si avvicinó al banco, guardandolo negli occhi e sorridendogli.
- le ricordo che non puó dichiarare il falso, dovrà dire la verità nient'altro che la veritá.
Ripeta questo giuramento.. "consapevole della responsabilitá morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la veritá e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.." -
Jimin sollevó la mano destra, prendendo un lungo respiro, portando lo sguardo sù Jungkook.
- consapevole della responsabilitá morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la veritá e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.. -
La donna a quel punto sorrise di nuovo, guardando poi il giudice e facendo un piccolo inchino, andando poi a sedersi tra la folla.
- Che l'udienza abbia inizio allora.. Avvocato? -
L'avvocato di Min-ho si alzó in piedi avvicinandosi al banco testimoni, portando lo sguardo in quello di Jimin.
- È davvero pronto a dire la verità? -
- Si.. Sono qui per questo.. -
L'uomo sorrise, guardando il giudice.
- Posso iniziare, vostro onore? -
- A lei la parola avvocato.. -
L'uomo a quel punto si voltó verso la giuria, indicando con la mano Jimin.
- Questo ragazzo che vedete al banco dei testimoni non è altri che un ragazzo che spera di non essere accusato tanto quanto il mio cliente.. Mi chiedo, perchè il mio cliente deve essere il solo, accusato di questo crimine?
Tutti noi, prima dell'udienza siamo venuti a conoscenza che Jimin.. È cosi che ti chiami no?
Che Jimin era colui che condivideva con Myung-Dae.. la stessa dimora.
Colui che veniva mandato dallo stesso a sedurre, dei poveri uomini che non sapevano, che non avevano alcuna idea del destino che li attendeva, una volta caduti nella trappola, allora giuria.. Perchè dovrebbe essere solo il mio cliente a pagare e non questo ragazzo che all'apparenza sembra cosi innoquo e innocente? -
Jimin si mosse nervosamente sul posto, spostando lo sguardo dalla giuria a Jungkook che con un cenno della mano gli faceva cenno di calmare il respiro.
- È un accusa grave avvocato, ha alcuna prova del coinvolgimento del testimone in tutto questo? -
Chiese il giudice, l'avvocato scosse leggermente la testa, guardando il giudice e poi Jimin.
- Temo vostro onore che non avremo alcuna prova al riguardo, tranne il fatto di alcuni documenti che attestano che abitava in quella casa.. -
L'avvocato si avvicinó al giudice consegnando alcuni documenti. Che esaminó annuendo piano.
- Proceda.. -
- È vero o no, che abitava con Myung-Dae? -
Jimin annuì piano, stringendo la propria sedia per cercare di mantenere la calma.
- Non ho sentito Ragazzo.. -
- Si.. Ma, c'è una spiegazione dietro a questo.. -
- A noi della corte non importa questa spiegazione.. -
Stava per andare avanti ma Jimin si voltô verso il giudice.
- Vostro onore, ho giurato che avrei detto la verità.. Sono qui in veste di testimone ma sembra che in questo momento l'avvocato cerchi di far ricadere le colpe sù di me.
Perchè non posso dire quello che só, quello che ho vissuto.
Perchè mi state accusando senza permettermi di difendermi? -
- Deve ammettere che è strano che ci siano documenti in cui attestano che lei apparteneva al criminale Myung-Dae.. è sospetto.. -
- Come ho detto c'è una spiegazione.. -
L'avvocato inizió a lamentarsi che dovevano andare avanti con l'udienza che Jimin stava solo cercando di distogliere l'attenzione sul caso.
Il giudice fece abbassare i toni di tutti.
- Allora dimmi.. Perchè vivevi a casa con lui? -
- Vostro onore.. -
Inizió l'avvocato, ma il giudice lo zittì con il gesto della mano.
- Io.. Sono stato venduto da mio padre.
M-Mio padre doveva dei soldi a Myung-Dae, non potendo ripagarlo, alla richiesta di Myung-Dae di avermi con sè e il debito si sarebbe concluso, mio padre accettó. -
- Stà dicendo il falso.. -
Inizió l'avvocato, ma Jimin lo guardó mordendosi il labbro inferiore.
- Non ha vissuto lei quell'inferno.
Non era lei rinchiuso in una cella al buio, non era lei che veniva torturato.. Da quegli uomini per il divertimento di Myung-Dae.
Quindi la prego di non sputare sentenze. -
- Stà davvero dicendo che suo padre l'ha davvero venduto a quell'uomo per salvarsi la vita? -
Jimin annuì, tornando a guardare il giudice.
- Eppure Min-Ho dice che viveva in una stanza.. non in una cella. -
- Dopo un anno, Myung-Dae ha.. Iniziato a provare dei sentimenti per me. Non li ho mai ricambiati, ma.. Quei sentimenti che nutriva mi hanno salvato.
Non ero più prigioniero in quelle celle, ero in una stanza vera e propria.
Ma non ero libero.. Ha iniziato a consegnarmi dei documenti riguardanti alcuni uomini, dovevo sedurli e portarli da lui. Il resto non nè sono a conoscenza. Non só cosa Myung-Dae facesse a quegli uomini, non só se li uccideva o li torturava. Non sono mai stato presente in tutto questo.. Só solo vostro onore che, eseguivo gli ordini perchè non volevo finire di nuovo in quelle celle.
Non volevo soffrire ancora.. -
- E non hai pensato alle vite che per il tuo operato sono state spezzate. Non hai pensato alle loro famiglie? -
Jimin socchiude gli occhi, stringendo le mani a pugno.
- Vivró con il rimorso per il resto della mia vita, allora le faccio una domanda io, avvocato.. Perchè accusate me di aver cercato di sopravvivere a tutti i costi, ma non accusate un padre che avrebbe dovuto proteggere il proprio figlio, ma ha scelto di mandarlo all'inferno per salvarsi la vita?
Ero costretto a farlo.. La questione era o loro o me.
Voi che avreste fatto?
Non avreste fatto lo stesso? -
Nessuno in quel momento parló, Jimin si guardó attorno, guardando i presenti e in quel preciso momento notó lo stesso uomo di prima, cosi famigliare per lui.
Non era possibile, non poteva essere lui.
- P-Papà? -
- Come ha detto? -
Jimin cercó di trattenere le lacrime, voltandosi a guardare il giudice.
- N-Non ho detto nulla.. Vostro onore.. -
- Puó andare ad accomodarsi, Signor Min-Ho, tocca a lei salire sul banco dei testimoni.. Venga.. -
Jimin scese, camminando lentamente, in quel momento avrebbe voluto correre da Jungkook ma non potè farlo, Min-ho lo guardó accennando un mezzo sorriso compiaciuto, mentre Yoon lo afferrava per il braccio e lo spingeva a sedersi accanto a lui.
- mantieni la calma.. stai andando bene.. -

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