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303 20 14
                                    

Quella sera stessa Jungkook dovette tornare al distretto, quel giorno aveva deciso di tornare al suo lavoro e di fare il turno di notte, cosi da poter passare poi la mattinata del giorno seguente con Jimin.
Una volta uscito il maggiore, Jimin andó verso il salotto e si lasció cadere sul divano.
Voleva davvero rilassarsi il più possibile, non pensare al casino che era ormai diventata la sua vita.
Passó la serata sù quel divano a mangiare e a guadare film alla tv, rispondendo di tanto in tanto ai messaggi che Jungkook gli mandava.
Lo faceva sorridere il fatto che il maggiore mandasse dei messaggi per sapere sè stava bene.
Rannicchiato sù quel divano morbido e coperto da una coperta che lo teneva al caldo, presto crolló in un sonno profondo, dopo tutto erano stati giorni decisamente pesanti per lui.
Fù poco dopo che sentì dei rumori che lo svegliarono, Jimin si tiró a sedere, strofinando la mano sugli occhi e sbadigliando.
Possibile che Jungkook fosse giá tornato?
Spostó lo sguardo sull'orologio al muro che segnava le 4 del mattino. Era riuscito a dormire per più di due ore.
Prese il proprio cellulare notando dei messaggi di Jungkook ma nessuno di questo lo informava che stava tornando a casa.
Scivoló giù dal divano cercando di non fare troppo rumore.
Chiunque ci fosse fuori casa, stava cercando di entrare.
Poteva sentire qualcuno che cercava di forzare la serratura.
Jimin, si abbassó. Rimanendo vicino al muro e cercando di spostarsi dal salotto alle scale senza essere visto.
"Pensi davvero che sia qui? È tutto buio.. sembra più una casa abbandonata.."
"Stà zitto e cerca di aprire questa porta.. solo allora possiamo verificare sè quella ragazzina ha detto o meno la veritá.
Dobbiamo trovarlo.. o finiremo nei guai."
Jimin a quelle parole rabbrividì, lo avevano trovato?
Gattonó lentamente verso le scale, una volta li salì al piano di sopra.
Sentì la porta d'ingresso spalancarsi e dei passì che oltrepassavano la soglia di casa.
Jimin a quel punto, andó verso la camera da letto e lentamente socchiuse la porta.
"Sicuramente qui ci vive qualcuno.. Cercatelo.. Non ce nè andiamo fino a quando non lo avrete trovato.
Non ho intenzione di tornare da lui a mani vuote.."
"Si signore.. ANDIAMO!"
Urló il secondo uomo.
Dunque Jimin dedusse che non erano solo in due a cercarlo.
Prese il proprio cellulare dalla tasca dei pantaloni, cercando il contatto di Jungkook, ma.. Non avvió la chiamata.
Chiamarlo li, sarebbe stato come darlo in pasto al pericolo e rischiare che uno di loro lo uccidesse all'istante.
"Saliamo al piano di sopra.."
Jimin mise il telefono nella tasca e chiuse la porta della camera, chiudendola a chiave.
"Avete sentito?"
"Cosa?"
"Ho sentito qualcosa.."
Jimin si addossó alla porta, sentendo quei passi che si avvicinavano.
Poi, vide la maniglia della porta che si abbassava.
"Perchè questa porta è chiusa? Apritela subito.."
Jimin corse verso la finestra, aprendola e notando che era al secondo piano.
Uscire di li equivaleva a rompersi di sicuro la caviglia. Ma non aveva altra scelta.
Aprì la finestra, oltrepassandola e prendendo un lungo respiro prima si saltare.
Fù in quel momento che sentì la porta spalancarsi.
Atterró sull'erba, mugolando e portando la mano alla caviglia digrignando i denti.
"TROVATELO!"
Urló l'uomo, mentre Jimin zoppicando si spostó dietro casa, notó due uomini che voltato l'angolo andarono nel punto in cui era saltato.
"Non c'è signore!"
Jimin prese un lungo respiro, cercando di calmarsi.
Chiuse gli occhi addossandosi alla parete.
- Finalmente Jimin.. -
Jimin aprì gli occhi, voltando la testa e notando subito la figura di Myung-Dae che con un sorriso stampato sulle labbra gli si avvicinava.
- Myung-Dae .. -
- Finalmente ti abbiamo trovato.. Ero cosi in pensiero per te.
Perchè.. Non sei tornato a casa? -
Jimin si addossó alla parete, sollevando appena il piede per quanto la caviglia stesse facendo male.
Tornando a guardarlo negli occhi.
- Myung-Dae ero privo di sensi.. Come potevo tornare?
Non mi rendevo conto di dov ero e di cosa stesse succendendo.. -
- Quindi stai dicendo che anche adesso, che non sei privo di sensi, non sai dove ti trovi? Eppure, sembra che tu ti senta a tuo agio a stare qui.. -
Scosse piano la testa, mordendosi il labbro inferiore e guardando il maggiore, stringendo le mani a pugno.
- Myung-Dae, perchè non posso essere libero?
Sono anni che mi tieni con te.. Sono anni che hai un patto con mio padre.
Per favore.. Lasciami libero.. -
L'uomo emise una risata, avvicinandosi a lui e portando la mano ad accarezzare lo zigomo di Jimin.
Facendolo rabbrividire.
- Tu non sarai mai libero Jimin, quel patto con tuo padre, è estinto già da un pó ma, sono io a non volerti rendere libero.
Tu sei e sarai per sempre mio.
Non puoi farci niente.. Vuoi scappare? Fallo.. e a quel punto sarai morto.
Vuoi che quell'agente ti renda libero? Puó farlo.. Ma a quel punto morirá anche lui e tu lo sai, che mi basta una semplice parola e loro andranno da lui e lo uccideranno all'istante.
Hai avuto questi giorni di libertá, spero ti siano bastati, perchè ora.. Tornerai a casa con me e continuerai a fare quello che facevi un tempo, eseguire i miei ordini.
Te l'ho già detto Jimin-ah.. Non tirare troppo la corda.. Non sono cosi disposto ad allentarla. -
Detto questo si voltó verso i due uomini, facendogli un unico cenno della testa.
Jimin a quel punto non poteva far più niente.
I due si avvicinarono prendendolo e spingendolo verso l'auto di Myung-Dae.
A quel punto sperava solo che Jungkook non facesse qualcosa di stupido per salvarlo.
Spinto dentro l'auto, si avvicinó al finestrino, dando un ultima occhiata a quella casa.
Quando fù ormai lontana, tornó a sedersi sul sedile e portó lo sguardo verso Myung-Dae, che continuava a tenerlo d'occhio, senza dire una parola.
- Come.. Come avete fatto a trovarmi? -
- Questo è interessante.. Come abbiamo fatto a trovarti.
Vuoi saperlo Jimin-ah? Bene.. Ascolta allora..
Da quando sei scomparso, ho mosso mari e monti per ritrovarti, ma nessuno sapeva dove tu fossi.
Ho chiesto anche a Min-ho.. ma nemmeno lui lo sapeva.
Quando ci siamo imbattuti in una graziosa signorina al pub che si lamentava del fatto che il suo ex, stesse tenendo un ragazzo "arrogante" nella propria casa.
Per prima cosa, abbiamo controllato la casa di residenza di quell'agente, secondo.. abbiamo parlato con lei.
Ci ha detto esattamente dove si trovava la casa.
Come arrivarci e attendere che tu fossi da solo.
È stato difficile aspettare che quell'agente uscisse da li e andasse al distretto, in quel momento avrei voluto ucciderlo con le mie mani.
Ma prima dovevo essere sicuro di trovarti li. -
- Chi era quella signorina di cui parli? -
Myung-Dae accavalló le gambe guardandolo dritto negli occhi.
- Jimin-ah, la gelosia porta sempre la gente a parlare.
Yu era cosi dannatamente arrabbiata con te.
A detta sua, le stai portando via Jungkook..
devo presumente che provi dei sentimenti per lui? -
- Non è cosi.. Come potrei mai innamorarmi di un agente di polizia? Avanti, davvero credi a lei? -
- Non lo só, dimmelo tu Jimin.. Perchè poco prima stavi scappando? -
Jimin, si mosse nervosamente sul sedile, spostando lo sguardo da lui.
- Ero da solo, ho avuto paura.. Penso sia una cosa normale no?
Volevo solo mettermi al sicuro.. E sè davvero provassi dei sentimenti per Jungkook.. Non avrei dovuto chiamarlo? -
- Dipende.. Due sono le cose.. Oh non l'hai chiamato perchè non provi nulla per lui e quindi non è stata la prima persona a cui hai pensato quando ti sei sentito in pericolo.. Oh.. Hai avuto paura per lui.
Sapevi che sarebbe corso in tuo aiuto e di certo, sarebbe finito per essere ucciso appena fosse entrato nella proprietá.. Jimin.. Per quanto tu voglia essere libero di amare lui, non è possibile.
Tu mi servi.. Non puoi permetterti di innamorarti di lui.
Primo perchè mi servi nel mio piano.. Secondo perchè, non mi piace il fatto che qualcun altro abbia attirato la tua attenzione.. -
Jimin, lo guardó attentamente.
Cercando di trovare una soluzione a quel casino.
Avrebbe potuto cedere e rimanere con lui, scoprire più cose per aiutare Jungkook.
- Mi stai ascoltando? -
- S-si.. Certo.. Mi dispiace sè poco prima sono scappato.. e.. Ti giuro che non provo.. N-Nulla per Jungkook. -
A quel "non provo nulla per Jungkook" la sua voce si era leggermente incrinata e aveva sentito una fitta al cuore.
Eppure, non poteva far altro che mentire.
Mentire per salvare sè stesso e Jungkook.
- Quindi, sè io mandassi i miei uomini a ferire Jungkook.. me lo lasceresti fare? -
- Puoi farlo sè vuoi.. Ma ti devo ricordare che hai ancora un debito con lui? -
- Un Debito con lui? Perchè dovrei avre dei debiti con lui? -
- Ti ha aiutato quando volevi che io non venissi incolpato e arrestato.. Gli devi un favore.. E tu, sei un uomo di parola. Non è cosi? -
Myung-Dae si spostó di fianco a lui, avvicinando il volto al suo.
- Sè mi stai prendendo in giro, giuro che te la faccio pagare.. -
- Perchè dovrei prenderti in giro? Ho solo detto la verità.. Non puoi negarlo.. -
- Per questa volta non diró nulla ai miei uomini.. Ma sicuramente verrá in tuo soccorso, e a quel punto ci penseró io a lui.. ! Dopo tutto, tu non puoi negare di provare dei sentimenti per lui.. Te lo leggo negli occhi Jimin. -
Jimin distolse lo sguardo dal suo, chiudendo gli occhi e cercando di non tremare.
Non era una buona cosa che Myung-Dae sapesse dei sentimenti che provava per il maggiore.
- Ora sono qui.. Sono qui con te.. -
- Dovresti ricordartelo ogni tanto.. Per ora, quando saremo a casa, andrai nella tua stanza e verrai sorvegliato.. -
Jimin torno a guardarlo.
- Sorvegliato? -
- Giá, e ti verrá tolto il telefono.. Non voglio che contatti Jungkook.. Detto questo.. Ben tornato a casa Jimin-ah -

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