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Quando furono alla dimora di Myung-Dae, i due uomini parcheggiarono dietro il palazzo, una volta spenta l'auto il più alto uscì, aprendo lo sportello dietro e spingendo Yu fuori, afferrandola per il braccio.
- Hey vacci piano! -
Intervenì Jimin, nel sentire la ragazza urlare.
- Non abbiamo il tempo di avere buone maniera, tanto morirà comunque.. -
Yu tremó, e Jimin potè notare alcune lacrime rigarle le guance.
- Per ora Myung-Dae non ha dato questo ordine, quindi.. Portale rispetto. -
L'uomo si zittì, mentre Jimin usciva dall'auto e si portó al fianco dell'uomo, prendendo Yu e spingendola piano verso l'entrata. Dove una volta dentro casa, altri due uomini la portarono via.
Per ora, in quelle celle sarebbe stata al sicuro
- Jimin.. Myung-Dae ti vuole nel suo ufficio.. Adesso. -
Mormoró l'altro uomo, Jimin a quel punto annuì salendo le scale e raggiungendo di nuovo l'ufficio del maggiore.
Una volta dentro Myung-Dae lo guardó attentamente, rimanendo seduto sulla sua poltrona e le braccia incrociate al petto.
- Perchè sei cosi buono con lei? -
- Perchè è una ragazza.. È vero che un tempo non avrei detto nulla, ma è anche vero che non ti sei mai permesso di toccare una donna.
Non è da te.. -
Mormoró piano, andando a sedersi sul divano che si trovava all'angolo dell'ufficio. Addossandosi esausto al poggia schiena.
- Lo sai bene che non m'importa sè è uomo o donna, sè ostacolano il mio piano.. Devono morire. -
- Mio padre peró, lo hai lasciato libero.. -
Myung-Dae tornó a guardarlo, puntando lo sguardo nel suo.
- È vero.. Ma tuo padre stava per morire per mano mia. Solo che lui aveva qualcosa di prezioso che volevo.. E lui me l'ha consegnato, senza pensarci due volte.
È li che è nato il nostro accordo.. -
Disse alzandosi in piedi e avvicinandosi a Jimin, piegandosi in avanti e portando le mani ai lati dei suoi fianchi, bloccandolo li.
- Solo non sono mai riuscito a conquistarti davvero..
non me lo permetti.. -
- Hai un accordo con mio padre.. Non con me.
Non sono qui per mia scelta. -
Il maggiore annuì, accarezzando delicatamente il braccio di Jimin, facendolo rabbrividire.
- Concediti qualche bicchierino allora, solo questo ti chiedo.
Beviamo qualcosa insieme Jimin, un tempo lo facevi.. Un tempo era diverso.. -
- Un tempo non ero... - si bloccó dal finire la frase.
"Un tempo non ero innamorato" avrebbe voluto dire.
Ma sapeva che sè avesse finito la frase, Myung-Dae probabilmente lo avrebbe fatto rinchiudere in quelle celle che tanto odiava.
- Un tempo non eri cosi, Jimin-ah.. Lo só bene.
E da una parte non posso fartene una colpa, sono io ad averti dato modo di avvicinarti a quell'agente.
Ma tranquillo, tutto tornerá come prima.. -
Jimin lo guardó attentamente, mordendosi il labbro inferiore.
Quella frase non gli era piaciuta più di tanto.
- Per ora, concediamoci un bicchieri di whisky.. -
E gli porse un bicchiere, Jimin lo prese vedendo come Myung-Dae fece tintinnare il bicchiere col suo per un brindisi, per cosa stesse brindando ancora non lo aveva capito.
Jimin buttó giù tutto d'un fiato, appoggiando il bicchiere sul tavolino di fianco, mentre il maggiore si sedeva al suo fianco sul divano.
Appoggió la testa, portando lo sguardo al soffitto.
- Dovresti solo rilassarti Jimin.. Ultimamente sei molto teso quando sei con me.
Sembra che tu abbia paura di me.. -
- Non ho paura.. Solo non.. Capisco cosa ti passi per la testa ultimamente.
Cosi rischi grosso e lo sai anche tu. -
- È per questo che voglio eliminare gli ostacoli.. -
- Ostacoli? -
Myung-Dae annuì, mentre Jimin spostava lo sguardo dal soffitto al maggiore.
- Chi sono questi ostacoli? -
Myung-Dae emise una risata per poi bere il suo drink.
- Mmh vediamo.. Quella ragazzina.. Min-ho e.. Jungkook.. -
Jimin strinse la mano a pugno, guardandolo attentamente e alzandosi in piedi, fronteggiandolo.
- Jungkook? -
Il maggiore alzó lo sguardo verso di lui, annuendo piano e squadrandolo dalla testa ai piedi.
Questo fece sentire a disagio Jimin.
- È un vero problema per me, vedere come la persona che stó cercando di conquistare da anni, ha letteralmente perso la testa per lui.. Pensi davvero che gliela lascieró passare liscia? -
- Myung-Dae, ascolta.. -
- No, ascoltami tu... Quando ho fatto l'accordo con tuo padre, mi aspettavo qualcosa per me.
Per me Jimin.. -
Jimin si spostó dal divano alla scrivania, appoggiandosi e portando nuovamente lo sguardo al soffitto.
- Che ti aspettavi, mh?
Quando sono stato portato qui mi hai tenuto rinchiuso in una cella buia, incatenato.. Letteralmente incatenato alla parete.
Sono state settimane d'infermo, ero spaventato.. Terrorizzato. Non sapevo cosa mio padre ti avesse promesso! -
- Mi ha promesso te! Ma non ti ho mai avuto, non come ti ha avuto Quell'agente.. -
Jimin socchiuse gli occhi sentendo una fitta alla testa, portó d'istinto la mano alla tempia, notando come la stanza in quel momento inizió a girare.
- E credimi Jimin, non ti riavrà mai.. -
Mormoró, a quel punto Jimin crolló in avanti.
Mentre le braccia di Myung-Dae lo afferrarono per non fargli sbattere la testa contro il pavimento.
Jimin cercó di divincolarsi, poi.. Non sentì più nulla.
Quando riaprì gli occhi, Jimin si portó la mano alla testa.
Faceva ancora male, non avrebbe dovuto fidarsi di Myung-Dae, probabilmente aveva messo qualcosa nel suo drink.
Si mosse contro le coperte cercando di capire dove si trovasse, e in quel momento notó che era nella propria stanza, nel proprio letto.
Cercó di tirarsi a sedere ma, qualcosa lo bloccava.
Portó lo sguardo sul proprio polso, notando una catena al muro e il suo polso bloccato.
Lo aveva davvero incatenato?
Jimin cercó di tirare per liberarsi, ma più tirava e più urlava per il dolore.
La porta in quel momento si aprì, rivelando il maggiore, che soddisfatto entró nella stanza.
- Perchè sono incatenato al muro? PERCHÈ? -
Urló a quel punto, puntando lo sguardo nel suo.
- Jimin-ah calmati, è solo per sicurezza.
Non posso permetterti di scappare, mentre io ho alcune commissioni al di fuori.. -
- Myung-Dae liberami.. Adesso! -
Mormoró cercando ancora di liberare il proprio polso, ferendosi ancora una volta.
- Non devi farlo o rischi di farti male.. E non è quello che voglio, vuoi capirlo? -
- E cosa vuoi allora? -
Il maggiore fece cenno con la testa all'altro uomo di lasciare la stanza, aveva bisogno di parlargli da solo.
Era evidente.
- Cosa voglio? Jimin-ah.. Io ho sempre e solo voluto te.
Voglio conquistarti.
Voglio proteggerti e darti tutto! -
- PROTEGGERMI? E QUESTA LA CHIAMI PROTEZIONE? -
Urló indicandogli il polso bloccato.
- Sono tornato prigioniero.. Come posso amarti o anche solo pensare di poter provare qualcosa per te quando.. mi hai drogato e incatenato in questa stanza? -
- È per il tuo bene.. -
Jimin emise una risata triste, distogliendo lo sguardo dal suo, spostandolo verso la finestra.
- Sai perchè non sarai mai.. Mai come Jungkook?
Perchè a differenza tua, lui lo fà davvero per il mio bene.. Lui davvero mi ha protetto. -
Myung-Dae si avvicinó al letto, salendo e avvicinandosi a lui, portando la mano a cingergli il collo, facendolo voltare nuovamente verso di sè, Jimin cercó di divincolarsi, sentendo le sue dita stringersi più forte attorno al suo collo.
- Jimin-ah.. Quando lui non ci sarà più, non ci saranno altri che ti proteggeranno e anche sè non ti piace l'idea.. Sarai mio.. Mio soltanto.. -
Detto questo Myung-Dae scese dal letto andando verso la porta e uscendo.
Jimin a quel punto prese il cuscino lanciandolo contro la porta chiusa. Urlando.
- B-BASTARDO! MALEDETTO BASTARDO.. -

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