- Jungkook, non hai proprio la minima idea di dove possa trovarsi Jimin? -
Jungkook, riavvió nuovamente la chiamata, e questa finì nuovamente in segreteria telefonica. Questa cosa non gli piaceva affatto.
Si voltó a guardare il maggiore, nervoso più del solito.
Non conosceva esattamente dove si trovasse il posto in cui era stato portato quel giorno.
Si addossó alla scrivania, passandosi le mani sul volto esasperato.
- Dovevo scoprire il messaggio prima.. -
- E che sarebbe cambiato, Jungkook? Non conosci il posto dove si trova adesso Jimin e lui non avrebbe comunque risposto alle tue chiamate.. saresti cosi anche sè lo avessi scoperto ore prima.. Non torturarti.. Potrebbe essere solo uno scherzo.. -
Jungkook nè dubitava, ma rimase in silenzio.
Tornando poi a guardare il maggiore.
- TaeTae, torna al tuo lavoro.. Davvero ora mi calmo.. -
Taehyung annuì lentamente, uscendo dall'ufficio e lasciandolo solo.
Si sedette sulla scrivania, cercando di pensare a dove potesse essere quel posto, ma era talmente in pensiero per Jimin quel giorno che non si era guardato attorno e il suo pensiero era solo concentrato sull'arrivare in tempo ed evitargli il carcere.
"Dannazione" pensó, sentendo il proprio cellulare squillare in quel preciso momento.
"Jimin.." lo prese accettando la chiama.
- Jimin.. Hey, dove sei? -
- È l'agente Jeon? -
Una voce che non era quella di Jimin risuonó al suo orecchio, perchè quella persona stava chiamando dal cellulare di Jimin?
- Si, sono io.. con chi parlo? -
- Non ha importanza adesso, ho poco tempo.. Ho bisogno che lei mi dica dove possiamo incontrarci.. Ho bisogno di un posto che non sia casa sua, sanno dove vive.. -
Jungkook si sedette sulla poltrona dietro la scrivania, cercando di capire sè poteva fidarsi di uno sconosciuto.
Eppure, quella persona stava chiamando dal cellulare di Jimin.
- Agente, non stó scherzando.. Ho bisogno di saperlo adesso, prima che intercettino la chiamata.. Dove possiamo vederci? -
- Prenda la super strada.. Svolti alla prima uscita sulla destra.. Percorra quel sentiero.. Li troverá una proprietá, non si preoccupi.. è mia. Ci troviamo li tra dieci minuti? -
- Si! -
Mise giù, a quel punto Jungkook si alzó in piedi prendendo il proprio pc e la propria pistola, non poteva incontrare qualcuno senza essere sicuro che potesse davvero fidarsi.
Uscì dall'ufficio e venne raggiunto da Yoon e Tae.
- Te nè vai? -
- Devo fare una cosa.. La ragazza è al sicuro? -
Chiese subito a Yoon.
- Si, un agente l'ha accompagnata a casa e ha perlustrato la zona.. per ora è al sicuro. -
- Bene.. tenetela d'occhio.. Hoseok è qui? -
- È arrivato dieci minuti fá, anche Min-ho è arrivato.. è nel suo ufficio.
Sembrava più nervoso del solito. -
Jungkook annuì piano, guardando i due attentamente prima di parlare.
- Mi prendo qualche giorno di riposo, voi.. Seguite il caso come farei io.. e appena sapete qualcosa in più avvisatemi.. -
- Dove stai andando? -
- Mi prendo una piccola vacanza lontano da casa.. Ma torneró.. promesso. Dopo tutto siete la mia squadra, tenete d'occhio Min-ho.. -
Detto questo lasció li i suoi compagni andando verso la porta d'ingresso.
- Pensavo ti fossi preso dei giorni di congedo.. -
La voce di Min-ho lo fece fermare sulla soglia.
- Ed è cosi.. sono solo passato a dire cosa fare alla mia squadra.. Sà, ho comunque delle responsabilità verso questo distretto, verso i miei compagni e verso il caso di cui ci stiamo occupando.. detto questo, me nè vado.. -
Uscì velocemente dalla porta raggiungendo l'auto e mettendo in moto.
Conosceva cosi bene quella strada, conosceva da anni quel sentiero.
Era una piccola casa che suo padre aveva comprato prima di morire, un tempo ci abitava con suo madre ma, dopo la morte di papá aveva scelto di andarsene e di rifarsi una vita con un altro uomo ed avere un altro figlio.
Non ci mise molto ad arrivare, li svoltato verso il grande cortile c'era un auto parcheggiata.
Ricobbe subito l'auto, era una di quelle in cui era stato rapito quel giorno.
Spense l'auto e scese con cautela, vedendo un uomo, che con lentezza si avvicinava a lui, sollevando le mani per mostrare che fosse disarmato.
- Non sono qui in veste di scagnozzo di Myung-Dae, sono qui in veste di uomo che ha bisogno del suo aiuto agente.. -
- Del mio aiuto? -
L'uomo annuì, facendogli cenno di avvicinarsi all'auto, quando aprì la portiera, vide Jimin. Steso sù quel sedile, con gli occhi chiusi e il respiro pesante.
Si avvicinó di corsa a lui, guardandolo attentamente. Era ferito.
- Che diavolo è successo? -
- È una lunga storia e io in questo momento non ho tempo per spiegare.
Ha perso i sensi e per il momento non riprende conoscenza.. -
- Deve andare in ospedale.. -
L'uomo scosse la testa, avvicinandosi a lui e guardandolo negli occhi, parlando lentamente.
- Myung-Dae lo stà cercando. Il fatto che io lo abbia portato via da li non gli è piaciuta.. Jimin non puó essere portato via di li senza il suo consenso e io quel consenso non l'ho avuto.. -
- È stato lui a picchiarlo? -
- No, ma ha comunque deciso che niente e nessuno puó portargli via Jimin.
Nemmeno Jimin è libero di decidere per la propria vita. O è con lui o è contro di lui.. Ho bisogno che tu lo tenga qui, al sicuro e che lo protegga. -
Jungkook tornó a fissare un Jimin rannicchiato sù sè stesso, il volto ferito e il corpo tremante.
Lentamente lo prese, portandolo fuori dall'auto.
Quei lamenti di dolore che gli uscì dalle labbra, gli fecero stringere il cuore.
- Agente, io lo só.. Che lo proteggerai. Per quanto tu possa negarlo, è evidente che t'importa di lui ed è evidente a tutti che a Jimin importi di te.
È anche per questo che è successo questo.. Myung-Dae stà minacciando Jimin.
Sà, che in questo momento lui prova qualcosa per te.. e lo stà usando contro di lui.
Jimin per proteggerti stà rischiando tutto. Devo andare adesso.. Tienilo al sicuro per me.. -
Detto questo l'uomo raggiunse l'auto salendo e immettendosi subito in strada sfrecciando via.
Jungkook guardó Jimin, che tremante si lamentava tra le sue braccia. Cosi decise di portarlo dentro casa e farlo stendere sul divano, di fronte al camino che si premuró di accendere.
Una volta che il fuoco fù acceso, buttó qualche altro legnetto prima di andare verso Jimin per controllarlo.
Il respiro adesso era meno pesante, i suoi abiti erano macchiati di sangue, cosi Jungkook lentamente lo svestì, coprendolo con una coperta e salendo al piano si sopra. Recuperando un suo vecchio maglione.
Quando tornó da Jimin con cautela glielo fece indossare, attento a non fargli male.
Quel maglione era decisamente grande per Jimin ma era pur sempre meglio che quegli abiti tutti macchiati.
Lo ricoprì con la coperta, sedendosi a terra.
Tenendo lo sguardo sulla sua figura, passando la punta delle dita sui suoi capelli, spostandoglieli dalla fronte.
Si morse il labbro al pensiero che avrebbe potuto aiutarlo prima, sè solo avesse trovato prima il messaggio d'aiuto nascosto.
Sospiró piano, vedendo Jimin rannicchiarsi e coprendosi quasi del tutto dalla coperta.
Decise di lasciarlo riposare il più possibile, cosi decise di prendere il proprio pc e accendendolo.
Voleva comunque indagare sul caso.
Il suo cellulare inizió a squillare, rispose subito per non disturbare il ragazzo.
- Taehyung che succede? -
"Ti stai riposando?"
- Diciamo di si, per ora sono a casa no? -
Taehyung non sembrava del tutto convinto dalle sue parole ma dopo tutto non era una bugia. Era comunque a casa.
Stava studiando comunque il caso ma, non era in ufficio e nemmeno sul campo.
Era li, a picchiettare sul computer e a lanciare di tanto in tanto un occhiata a Jimin, che ad ogni movimento si lamentava. Doveva soffrire molto, quando lo aveva svestito e fatto indossare il suo maglione, aveva visto diversi lividi sul suo corpo.
Qualcuno lo aveva picchiato senza tregua.
"Sei ancora li?"
Jungkook tornó a guardare il proprio pc, ricordandosi solo dopo che il maggiore era ancora al telefono con lui.
- Si si, sono qui.. Ma tranquillo, tra qualche minuto spengo tutto e vado a dormire.. -
"Quindi stai lavorando?"
A quel punto Jungkook si morse appena l'interno guancia, aveva appena dato conferma a Taehyung che pur essendo a casa stava lavorando al caso.
- Stó solo controllando alcune cose del caso, anche sè sono a casa di riposo ho comunque delle responsabilità verso il mio lavoro e la mia squadra.. Non posso semplicemente lavarmene le mani... I genitori della ragazzina vogliono delle risposte.. E abbiamo delle nuove prove, approposito.. Stanno proteggendo la ragazza? -
"Yoon ha incaricato i nostri ragazzi di tenerla d'occhio.. Só che poco prima Hoseok e Nam sono andati a controllarla. Per il momento è al sicuro.."
Quel per il momento a Jungkook non era mai piaciuto.
- TaeTae.. Davvero, tenetela al sicuro. Abbiamo visto cos hanno fatto alla ragazzina.
Non possiamo permetterci che succeda a qualcun altro, probabilmente sanno che è stata al distretto.. Dobbiamo proteggerla. -
"E sarà cosi Jungkook.. Non le succederá nulla.. la nostra squadra non lo permetterá.."
Annuì piano, controllando un ultima cosa per poi salvare il file e spegnere il pc.
- Io ti saluto.. Vado a riposarmi un pó.. -
"Certo.. E cerca di farlo davvero.." detto questo il maggiore chiuse la chiamata.
Jungkook a quel punto si alzó da terra andando verso la cucina.
Si sedette sulla sedia, decidendo che prima di andare a dormire avrebbe controllato il verbale che Tae aveva scritto della testimonianza della ragazza.
Fù dopo qualche ora che gli occhi gli erano diventati pesanti, finendo per addormentarsi sopra i fogli.
Quel caso lo stava stremando più del solito.
STAI LEGGENDO
Kriminal Passion
Mystery / ThrillerDove Jungkook è un poliziotto stimato nella città di Seoul e Jimin un ballerino con una doppia vita.