Era li, ancora steso sul pavimento con il moro ancora sopra di sè. Un movimento attiró subito la sua attenzione, i due uomini che seguivano sempre come un ombra Myung-Dae ed eseguivano il lavoro sporco al suo posto erano li, fuori dalla cella. Oltre le sbarre.
- Ti vuole vedere.. Subito.. - esordirono, guardandolo attentamente.
Lo sguardo del moro si spostó da lui a quei due, ed era teso.
- Non preoccuparti.. Ricorda.. Non fare l'eroe Jungkook-ah.. -
Avvicinó le labbra al suo orecchio, parlando lentamente.
- Troveró il modo di farti uscire.. solo non fare nulla di stupido.. -
Il moro lo guardó negli occhi, sospirando piano e cercando di annuire.
Jimin sorrise, scivolando lontano da lui e alzandosi in piedi, sistemandosi i capelli e camminando verso l'uscita della cella, sistemandosi i Jeans e chiudendo la zip nel momento esatto in cui passó davanti a loro.
Uno dei due richiuse la cella e rimase li a tenere d'occhio Jungkook, mentre l'altro lo seguì verso le scale, una volta saliti, li sulla destra c'era il suo ufficio.
Bussó piano.
- Entra! -
Guardó l'uomo che stava per entrare dopo di lui.
- No bello mio, tu rimani fuori.. Non servi qui adesso.. -
Jimin richiuse la porta alle proprie spalle, addossandocisi contro, Myung-Dae si voltó a guardarlo. Le mani strette a pugno e lo sguardo serio.
- A che gioco stai giocando Jimin? -
Jimin scrolló le spalle, incontrando il suo sguardo.
Cercando di capire cosa volesse da lui in quel momento.
- HAI SEMPRE DETTO CHE NON SEI DI NESSUNO! -
Urló lui, Jimin passó la lingua contro l'interno della propria guancia, avvicinandosi alla scrivania e battendoci i palmi delle mani.
- È cosi, non sono di nessuno.. tanto meno tuo.. E visto che non sono di nessuno, sè ho voglia di scopare, lo faccio! -
Myung-Dae lo guardó attentamente, cercando di riprendere un lungo respiro prima di parlare ancora.
- Perchè allora non ti fai scopare anche da me, oltre che da lui? Visto che non sei nemmeno suo? -
Jimin prese un foglio iniziando a giocarci, piegandolo più volte.
- Perchè tu non sei un agente sexy ed eccitante come lui.. -
A quelle parole, scattó e prese Jimin per le spalle, spingendolo nuovamente contro la porta, facendogli fare una smorfia di dolore.
- Non giocare col fuoco Jimin.. non ti conviene.. Te l'ho già detto.. non provocarmi. Per quanto ti diverta fare cosi, non sono qualcuno che rimane fermo e zitto.
Potresti pentirti di tutto questo.
Sapevi che ci sono le telecamere nelle celle, lo sai bene che ci sono.. Hai scopato lui per farmi ingelosire e lo sappiamo entrambi.. -
Jimin scosse la testa, cercando inutilmente di allontanarlo, ma Myung-Dae lo tenne fermo contro la porta.
- Non sei il mio tipo.. Vuoi che io faccia quello che vuoi, posso eliminare le prove, posso ingannare il distretto per te, ma non verró mai a letto con te.. -
L'uomo rise, passando la punta delle dita sulla pelle esposta del collo di Jimin, facendolo rabbrividire.
- Non ho bisogno del tuo permesso.. Non giocare con me Jimin, potresti ritrovarti rinchiuso di nuovo in quella cella e non sarei cosi buono con te.. -
Sorrise, allontandosi leggermente da lui. Tornando verso la scrivania e schiacciando un pulsante.
- Prenotate al solito ristorante.. si.. per due.. - detto questo guardó Jimin che con sguardo confuso non sapeva cosa stesse facendo.
- Verrai a cena con me.. Ho un incontro con una persona stasera e ho bisogno che tu finga di essere il mio compagno.. Non voglio attirare troppo l'attenzione sua sù di me, è un uomo a cui piacerebbe avere la mia compagnia.. -
- Myung-Dae.. - inizió Jimin.
- Non te lo stó chiedendo Jimin.. è un ordine.. oh e... Metti qualcosa di sexy.. -
Si avvicinó a lui, aprendo poi la porta alle sue spalle e indicandogli di seguirlo, sapeva che lo avrebbe portato nella sua stanza e lo avrebbe aiutato a trovare qualcosa di sexy da indossare.
Sapeva anche come sarebbe andata la serata.
Qualche vecchio bastardo a cui Myung-Dae voleva derubare dei soldi e perchè non usare lui?
Dopo tutto, chi poteva resistergli? e questo lui lo sapeva bene.
Arrivati di fronte alla propria stanza lo fece entrare.
- Quel succhiotto sul collo non ci voleva proprio.. -
Si avvicinó, portandosi alle sue spalle. Guardandolo attraverso lo specchio.
- quando saremo li da lui.. Dovremmo dire che sono stato io a fartelo.. sè vorrà una prova.. Noi gliela daremo, vero Jimin? Ovviamente.. voglio scoprire sè sei ancora dalla mia parte.. Sè ti negherai a qualsiasi cosa ti chiederó, sará come ammettere che sei dalla sua parte.. E questo mi porterebbe a commettere qualcosa di veramente brutto Jimin.. Far del male a te e al tuo amato Agente.
Quindi ascoltami bene, questa sera non fare niente di stupido. Hai capito bene? -
Jimin strinse le mani a pugno, osservandolo dallo specchio e annuendo piano.
- Non ho capito bene, hai capito o no? -
- Si, Si ho capito.. -
Myung-Dae annuì, sorridendo soddisfatto aprendo poi le ante dell'armadio, cercando qualcosa da fargli indossare.
Optó per una maglia bianca, dove il braccio destro sarebbe stato coperto dal tessuto e quello sinistro esposto e un paio di Jeans neri, stretti e strappati in alcuni punti.
- Jimin-ah.. visto che abbiamo ancora tempo.. Voglio che ti colori i capelli di nero.. cambiamo questo colore grigio. Cosi sarai ancora più eccitante.. Pronto per la serata. -
Annuì piano, sentendo poi il proprio cellulare squillare. Lo afferró, prendendolo dalla tasca dei Jeans che indossava al momento ma l'uomo lo afferró dalle sue mani. Controllando chi fosse
- "agente scorbutico"? Chi è? -
Jimin lo guardó attentamente riprendendo il telefono, facendogli cenno di star zitto. Accettó la chiamata.
- Agente Yoon.. -
La voce di Yoon era bassa quando parló.
"Dove sei? Ho bisogno di parlare con te.. è urgente.."
Jimin guardó l'uomo di fronte a sè che gli faceva cenno di rifiutare l'invito.
- Sono a casa.. È davvero cosi urgente? -
Myung-Dae lo afferrô per il polso, stringendo con troppa forza, facendogli uscire un mugolio di dolore.
"Tutto bene?" Chiese a quel punto l'agente.
- S-si.. si, ho solo sbattuto mentre camminavo per la stanza.. In realtà sono impegnato stasera.. -
"È davvero urgente.. non puoi disdire il tuo impegno?.."
Guardó di nuovo Myung-Dae non aveva alcuna voglia di passare la serata ad attirare l'attenzione di quella persona.
E tanto meno voleva passarla ad esaudite le voglie sue e di quell'altro verme.
- Dove possiamo vederci? -
L'uomo gli si avvicinó pericolosamente, ma Jimin lo ignoró.
"Al pub.. li possiamo andare in una delle stanze. Nessuno ci sentirá.."
- ci vediamo li.. -
Mise giù, guardando l'uomo.
Era ancora più incazzato, ma avrebbe preferito essere rinchiuso in quella cella che fare quello che voleva lui.
- Mi tingeró i capelli di nero, per il resto.. Non faró quello che vuoi. Per quanto mi piaccia il sesso, ho i miei gusti e tu e quella cerchia che hai non ci rientrare..
Posso venire con te un altra sera.. ma non mi toccherai.. il tuo non è voglia di scoprire sè sono dalla tua parte o dalla sua, tu vuoi solo finire a letto con me.. Sei tu a voler giocare. -
Detto questo uscì dalla stanza indossando comunque gli indumenti che aveva scelto per lui.
Ma non li avrebbe usati per la serata, ma per incontrare l'agente Yoon.
Era decisamente curioso di sapere cosa avesse di così urgente da dirgli.
Magari.. poteva pure divertirsi, non sarebbe stato un male far sciogliere un pó di quella tensione che portava con sè.
- JIMIN-AH PRIMA O POI ME LA PAGHERAI! -
Urló lui mentre si allontanava sempre di più.
Ma lo ignoró, completamente.
STAI LEGGENDO
Kriminal Passion
Mystery / ThrillerDove Jungkook è un poliziotto stimato nella città di Seoul e Jimin un ballerino con una doppia vita.