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Jimin aprì lentamente gli occhi, cercando di muoversi il meno possibile, sapeva che in quel momento qualsiasi movimento avrebbe causato del dolore al proprio corpo.
Ricordava solo che l'agente Min-ho era impazzito e aveva iniziato a picchiarlo.. In quel momento spostó lo sguardo dalla finestra all'ambiente in cui si trovava.
Non era casa di Myung-Dae di quello era sicuro al 100%, non riconosceva il salotto in cui si trovava.
Era steso sù un divano che non aveva mai visto in vita sua, dov era esattamente?
Si tiró a sedere lentamente portando la mano al fianco dovuta ad una fitta di dolore, socchiudendo gli occhi e torturandosi il labbro inferiore.
Prendendo un lungo respiro, scivoló giù dal divano, tirandosi in piedi e mugolando per quanto facesse male.
Vide in lontananza uno specchio, cosi la prima cosa che fece fù quella di avvicinarsi, zoppicando e guardando il proprio riflesso, sospirando piano a quella vita, l'unica cosa che notó dopo aver distolto lo sguardo dallo specchio fù che in quel momento non indossava l'abbigliamento della serata, ma un maglione nero più grande di lui.
Le ferite erano state medicate e fasciate.
Di chi era quella casa? Era al sicuro?
Lentamente si portó al muro, cercando di rimanere in piedi, era cosi difficile soltanto respirare in quel momento eppure, doveva scoprire dove si trovava, doveva sapere sè fosse al sicuro, per quanto nè sapeva, poteva essere a casa del capo della polizia.
E poi? Scoperto questo.. che poteva fare? Senza forze e ferito?
Jimin si guardó attorno, notando una foto di famiglia. Un padre vestito da agenti di polizia, una signora graziosa con un vestito rosa ed un ragazzino, di etá tra i 7 e i 9 anni, con un sorriso stampato in volto.
Si avvicinó afferrando la foto, guardandola attentamente e notando sul bambino un piccolo neo sotto il labbro inferiore e quel sorriso che non poteva essere che un piccolo Jungkook e la sua famiglia.
Jimin aveva osservato cosi tante volte quel sorriso, aveva osservato cosi tante volte quell'adorabile neo che il maggiore aveva sotto il labbro inferiore.
Era a casa di Jungkook?
Appoggió la foto con cura, portandosi al muro e camminando verso la cucina, dove si poteva intravedere la luce accesa, arrivato li aprì lentamente la porta, trovando Jungkook addormentato li, con la testa appoggiata al tavolo, sopra una decina di fogli, le braccia rilassate ai lati della testa.
Jimin a quel punto tornó a respirare, nemmeno sapeva di aver trattenuto il respiro fino ad allora, era davvero al sicuro. Eppure Jimin non si era mai sentito al sicuro in tutta la sua vita ma, la presenza di Jungkook era davvero una sicurezza per lui.
Si avvicinó lentamente al tavolo, spostando piano la sedia per non disturbarlo, e sedendosi.
Gli occhi si posarono sù tutti quei fogli, era evidente che Jungkook stesse studiando il caso.
Sul pc acceso, vide il suo messaggio scritto e segnato da dei cerchi.. era riuscito a decifrarlo.
Non resistette a quell'emozione, allungó la mano verso Jungkook esitando solo per un momento, voleva davvero svegliarlo?
Eppure nè sentiva il bisogno, voleva vedere i suoi occhi, voleva sentire la sua voce e voleva stringersi a lui.
Voleva essere protetto da Jungkook.
Passó le dita tra i suoi capelli, accarezzandoli con estrema dolcezza, e fù in quel preciso momento che gli occhi di Jungkook si posarono nei suoi.
- Hey.. Agente.. -
Mormoró sottovoce, allontanando la mano dai suoi capelli, ma Jungkook non era di quell'idea, gli prese il polso delicatamente, riavvicinando le dita ai suoi capelli.
- Non smettere.. Mi piace.. - a quel punto Jimin, continuó ad accarezzare i suoi capelli, il suo cuore che non smetteva un secondo di battere all'impazzata ad ogni sguardo di Jungkook sù di lui.
A quel punto si tiró a sedere, allontanando leggermente la sedia dal tavolo, facendo cenno a Jimin di sedersi sulle sue gambe e non sè lo fece ripetere due volte.
Gli occhi di Jungkook si soffermarono sul taglio al labbro, sul livido allo zigomo, passandoci lentamente le dita.
- In questo preciso momento, mi stó trattenendo.. Vorrei tanto sapere chi ti ha fatto questo.. Vorrei tanto trovarlo e.. -
- E finire nei guai per uno come me? -
Quelle parole dette con un tono di voce triste, fece sospirare Jungkook.
- Per uno come te? -
- Jungkook, io non sono la persona buona che pensi.. Ho fatto cose terribili.. -
- Sei stato costretto Jimin.. Non puoi dirmi che sei libero di fare ció che vuoi.
Non puoi dirmi che le scelte che hai fatto siano state dettate solo ed unicamente da te.
Jimin.. Come ci sei finito a lavorare per uno come Myung-Dae? -
Jungkook guardó attentamente Jimin, mentre socchiudeva gli occhi e allacciava le braccia al suo collo, appoggiando la fronte alla sua.
Era evidente che non nè volesse parlare, in quel momento sembrava avesse bisogno soltanto di essere stretto.
Jimin sospiró piano, guardandolo negli occhi e portando le labbra alle sue, si ritrasse solo per un secondo per il dolore al taglio, per poi tornare a baciarlo, le mani del moro che lo attirarono più a sè, chiudendo gli occhi e godendosi appieno quel bacio.
Gli era mancato, non sembrava possibile sentire la mancanza di qualcuno cosi tanto eppure, a Jungkook era mancato Jimin.
Scivoló con le mani sotto il maglione, accarezzando la sua pelle, sfilandoglielo poi lentamente, notando come il suo corpo fosse tempestato di lividi. Jimin vide l'esitazione negli occhi del moro..
- Jimin.. Non penso che.. -
- Agente.. Non puoi tirarti indietro.. Io.. ho voglia di te.. Jungkook, per favore.. -
Mormoró contro le sue labbra, affondando le dita tra i suoi capelli, tirandoli leggermente.
Jungkook passó le dita sui suoi fianchi, accarezzandoglieli lentamente.
- Allora cerchiamo almeno di metterci più comodi.. che nè dici? -
Jimin annuì, scivolando giù dalle sue gambe.
Jungkook si alzó in piedi, piegandosi lentamente e facendogli cenno di salire sulla sua schiena.
- Sali.. Non penso che tu abbia le forze per salire le scale.. Giusto? -
- È vero.. -
Mormoró, salendo sulla schiena del maggiore e allacciando le braccia al suo collo e le gambe al bacino appoggiando la testa alla sua spalla.
Stringendosi a lui.
- Jungkook.. Lo sai? Te lo devo proprio dire.. È la prima volta nella mia vita che mi sento cosi.. -
- Che cosa senti, Jimin-ah? -
Jimin si strinse più a lui, socchiudendo gli occhi prima di rispondere.
- Che potrei davvero perdere la testa per te.. Probabilmente l'ho giá persa.. Te lo dico perchè in questo momento ho il cuore che cerca di uscirmi dal petto e probabilmente.. Lo senti anche tu.
Te lo dico perchè, non.. Non mi lascerá libero di provare tutto questo. Non mi lascerá libero di.. Innamorarmi di te.
Ha giá dei sospetti al riguardo e.. Sè questi sospetti dovessero diventare reali.. Tu.. Saresti in pericolo. Con Myung-Dae o sei con lui o sei contro di lui.
Il fatto del perchè io lavori con lui è una storia lunga e ti giuro che te la racconteró, ma non stasera.
Stasera lasciarmi vivere questa serata, fammi credere di essere libero di potermi innamorare di te.. Mi sento cosi in trappola. -
Mormora, chiudendo gli occhi e stringendolo con più forza. A quel punto Jungkook entró nella stanza da letto, facendo sedere Jimin, portandosi di fronte a lui.
- Jimin.. -
- No Jungkook, non dirlo.. Non dirlo perchè renderebbe tutto più difficile.. Vuoi capirlo?
Non puoi innamorarti di me.. Non c'è permesso.. Myung-Dae non è più cosi buono con me, per la prima volta da quando mi ha permesso di rimanere a casa sua, mi ha alzato le mani.
Un passo falso e.. Sono morto.
Non è una persona buona.. non è una persona con veri sentimenti, per lui sono solo un giocattolo, sè commetto un errore, sono finito. E tu.. Tu saresti in pericolo.
Non voglio metterti in pericolo Jungkook.
Non voglio che ti succeda qualcosa.. Solo il pensiero mi uccide.
Hai visto di cosa è capace.. Sei stato lasciato andare solo per salvare me dalla prigione.
Fosse stato diversamente, non saresti uscito vivo da quella stanza.
Hai visto no? Quanto potere ha Myung-Dae ?
Tiene in pugno il capo della polizia, quello stesso stronzo che insabbia ogni cosa per salvare la sua vita e quella degli altri.
Jungkook.. Non dirlo.. Anche adesso, sè scoprissero che sono qui, con te.. Non posso immaginare cosa potrebbero fare.
Per favore ascoltami.. Myung-Dae è pericoloso. -
Mormoró, stringendo le mani a pugno, quello stesso pugno che Jungkook con dolcezza glielo fece dissolvere, portando la mano sulla sua e accarezzandola lentamente per tranquillizzarlo.
- Peró è anche vero che non è possibile, evitare i propri sentimenti.. Jimin, non posso evitarlo.
Sono un agente di polizia e ogni singolo giorno della mia vita, quando esco da quel distretto in una missione, rischio la vita e non nè ho paura, allora perchè, dovrei aver paura di rischiare la vita per salvare te? -
- Perchè dovresti salvarmi Jungkook? -
Mormoró, intrecciando le dita alle sue, proprio non riusciva a capirlo.
- Perchè Mi dispiace dovertelo dire ma.. Anche io ho perso la testa per te.. E non possiamo farci niente.. -
Jimin scosse la testa, alzandosi in piedi e portando le mani tra i capelli.
- No, no.. No.. Non puoi.. Jungkook. Non puoi! NON PUOI! -
Urló a quel punto, mentre Jungkook gli si avvicinó, portandolo più vicino a sè e guardandolo negli occhi.
- Ti prego.. Ti stó pregando di dimenticarmi.. Devi farlo.. ! Ti prego.. -
Jungkook a quel punto, appoggió le labbra a quelle di Jimin, baciandolo con più passione di poco prima, intrecciando e giocando con la sua lingua.
- J-Jungkook.. -
- Hai detto che volevi sentirti libero di innamorarti di me.. allora guardami.. Allora sentiti libero di farlo con me, questa sera.. Jimin.. Sentiti libero.. -
Jimin lo guardó attentamente, cercando di riprendere fiato, spingendolo poi sul letto, portandosi sulle sue gambe.

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