CAPITOLO 12 - Tra fratelli

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26 dicembre 1971

Sirius

«Svegliatevi, tutti e due!»

La voce acuta di Walburga Black sarebbe stata in grado di sgretolare tutte le pareti di Grimmauld Place.

Stropicciandosi gli occhi, uno sbadiglio pronto a sfuggire alle labbra e i capelli appiccicati alle guance, Sirius si mise a sedere, intontito. Sbatté le palpebre più volte, fin quando non si rese conto del peso che aveva poggiato in grembo, mentre la figura non più sfocata di sua madre faceva avanti e indietro per la stanza, esasperata.

Regulus aveva la testa posata sulle sue gambe ed era rannicchiato in posizione fetale, le mani aggrappate alle coperte. Era profondamente addormentato; a differenza di Sirius, che poteva destarsi al minimo rumore, Regulus aveva un sonno ben più pesante.

«Buongiorno, mamma, quale buon vento ti porta da queste parti?» chiese Sirius levando gli occhi a Walburga, che intanto si era fermata di fronte al letto.

Sua madre si portò le mani alla vita e cominciò a battervi contro le dita; le sue unghie laccate di rosso parevano pronte ad artigliare sia lui che Regulus. «Sai bene che Regulus deve dormire nel proprio letto» sospirò Walburga, contrariata. «Questa è la terza volta che lo trovo qui... KREACHER!»

Un forte crac e l'elfo domestico si materializzò accanto a lei. «Mi ha chiamato, padrona?»

«Pulisci questa stanza. Sirius è qui da pochi giorni e l'ha già devastata.»

«Sì, mia signora.»

Mentre Kreacher spariva per andare a prendere tutti gli stracci di cui aveva sicuramente bisogno, Sirius posò una mano sulla spalla di Regulus e lo scosse piano, prima che fosse la loro adorata madre a intervenire. «Svegliati, Reg.»

Il ragazzino mugugnò qualcosa di astruso – aveva le guance arrossate e tremolanti e il pigiama tutto sgualcito – ma non fece altro; serrando le labbra, Sirius gli diede un altro strattone, questa volta un po' più forte, e finalmente Regulus dischiuse gli occhi.

«La mamma è qui e non ti vuole nel mio letto» lo informò Sirius, ignorando l'espressione severa di Walburga.

Quella donna amava tenerli separati: scene come quella, difatti, erano una naturale conseguenza del suo proibizionismo. Siccome lui e Regulus in quella vita erano molto legati, riuscivano insieme a darle ben più grattacapi di quanto non facesse Sirius singolarmente, e nonostante tutto la donna nutriva ancora speranze per Regulus, tanto da continuare a trattarlo meglio di quanto trattasse lui – non molto logico, ma per avere un soldatino privo di cervello avrebbe dovuto sfornare un terzo figlio, cosa del tutto impossibile, quindi perché non tentare fino all'ultimo col figlio più piccolo?

Regulus si mise a sedere e Walburga attaccò con la solita ramanzina sulla decenza e i comportamenti che non si addicevano a due eredi della Nobile e Antichissima Casata dei Black, poi li spedì a lavarsi prima di scendere a fare colazione.

Dopo che si fu pulito e rivestito, Sirius lasciò la propria stanza alle cure di Kreacher, che aveva già cambiato le lenzuola e raccolto dal pavimento tutte le cose di Regulus.

Sirius si massaggiò il collo e scese le scale ignorando l'improvviso nodo che gli si formava allo stomaco ogniqualvolta passava del tempo in compagnia dei suoi genitori, ed entrò in cucina col preciso intento di mangiare un paio di toast e poi tornarsene in camera, ma si bloccò sulla soglia: al tavolo c'era Alphard Black.

«Zio!» esclamò eccitato, correndogli incontro.

L'uomo levò lo sguardo dalla Gazzetta del Profeta, che teneva aperta davanti a sé mentre faceva colazione, e fece un bel sorriso non appena lo vide.

Looking too closely [Libro I - The Lovers]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora