Capitolo 22 - Estate 1972 [Black, Lestrange, Prewett]

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25 luglio 1972

Regulus

Regulus Black si svegliò col suono di Kreacher che spalancava le finestre per far cambiare l’aria alla stanza.

Intontito, il ragazzino si mise a sedere e si tolse il lenzuolo di dosso, che gli si era attaccato fastidiosamente alla pelle nei pochi punti non coperti dal pigiama.

Fuori faceva un caldo tremendo, ma Grimmauld Place sembrava difendersi bene dalla calura estiva, le mura tanto spesse da tenere a bada la temperatura interna.

«Padron Regulus ha bisogno di fare colazione» disse Kreacher facendogli un inchino, il lungo naso che toccava il pavimento lindo e pulito. «Padron Sirius l’aspetta di sotto. A Kreacher è stato ordinato di avvisare il padroncino, anche se padron Sirius l’ha ordinato con cattiveria…»

Regulus infilò i piedi nelle ciabatte e sospirò. «Grazie, Kreacher.»

Suo fratello doveva essersi dimenticato di avergli promesso di trattare bene l’elfo domestico. Non sapeva se tutti quei mesi a Hogwarts glielo avessero fatto scordare, ma sarebbe stato bello ricordarglielo. Da quando era tornato, aveva passato il tempo chiuso nella sua camera o in giro per il quartiere, e la maggior parte delle volte lo aveva trascinato con sé, pur sapendo che i loro genitori non vedevano di buon occhio tutte quelle uscite.

Dopo essersi lavato e vestito, Regulus scese al piano di sotto e raggiunse la cucina, trovando Sirius seduto a metà tavola, la Gazzetta del Profeta da un lato, un bicchierone di succo di zucca dall’altro; nel suo piatto giacevano un paio di salsicce e delle uova strapazzate.

Nell’ultimo mese suo fratello era cresciuto ancora, guadagnando almeno cinque centimetri; sarebbe diventato molto alto in fretta. Studiandolo, notò che persino le sue spalle parevano più ampie. Al contrario, i suoi capelli erano più corti del consueto, anche se probabilmente sarebbero ricresciuti di colpo una volta che si fosse ritrovato a Hogwarts.

Regulus si sedette di fronte a lui, dove ad aspettarlo c’era una colazione del tutto identica alla sua. «Buongiorno.»

«Ehi, Reg. Hai dormito bene?»

«Sì, perché?»

Sirius inarcò un sopracciglio. «Non avevi detto che aspettavi con impazienza il tuo compleanno? Quando ieri notte ti ho fatto gli auguri, sembravi sul punto di voler urlare dalla felicità. Adesso mi sembri moscio.»

Regulus sapeva di averlo detto, ma un conto era parlarne di notte, in camera sua, lontano da occhi indiscreti. In quel momento, tuttavia, sapeva bene che un’eccessiva felicità non sarebbe piaciuta ai loro genitori.

Proprio mentre formulava quel pensiero, Orion Black entrò nella stanza.

«Buongiorno» disse l'uomo, il tono basso, una sfumatura pacata nella voce. Quando passò accanto a Regulus per prendere posto, Orion gli diede una leggera pacca sulla testa, l’imitazione di una carezza.

Lo faceva a ogni compleanno, l’unico gesto d’affetto che si sentiva di elargire uno come lui.

Regulus notò subito la smorfia di Sirius a quell’atto, gli piegò le labbra in maniera strana, lo fece diventare arcigno, a tratti antipatico. Era talmente chiaro quanto questo lo infastidisse, che Regulus si rassegnò subito, ricacciando qualsiasi cosa avesse voluto dirgli in merito, poco invogliato a far partire una discussione che sarebbe durata giorni interi.

Looking too closely [Libro I - The Lovers]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora