CAPITOLO 17 - Il regalo di compleanno

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13 gennaio 1972

Regulus

Caro Regulus,

Come stai? So che è passato poco tempo dall'ultima lettera, ma volevo accertarmi che le cose andassero bene a casa. Come si stanno comportando mamma e papà? E Kreacher?

Io me la sto passando relativamente bene. A lezione ci stanno dando un sacco di compiti, credo a causa degli esami di fine anno.

Oh, sai che qualcuno ha lanciato il gatto del custode attraverso il fantasma di Mirtilla Malcontenta? (ti avevo parlato di lei, vero?). Ha strillato talmente tanto – Mirtilla – che l'hanno sentita persino dalla torre di Corvonero. Mentre ti scrivo, James mi dice di salutarti. Non vede l'ora che anche tu possa frequentare Hogwarts, anche se preferirebbe tu non finissi a Serpeverde ma a Grifondoro; se accadesse, alla mamma verrebbe un colpo. Due figli su due a Grifondoro, divertente, no?

Ora devo andare. Raccontami cosa stai facendo e se ci sono novità, sono curioso!

Con affetto,

Sirius


Regulus posò la lettera sul letto e sbirciò oltre la finestra aperta. Il tempo andava migliorando di giorno in giorno, anche se le temperature non si erano alzate poi così tanto. Il cielo limpido fu attraversato in quel momento da uno stormo di uccelli, e il ragazzino abbassò nuovamente gli occhi grigi sulla lettera.

Sirius gli scriveva spesso, preoccupandosi di lui e del fatto che fosse completamente solo. In effetti, pensò Regulus, non era abituato a passare tutto il proprio tempo con i genitori; dacché ricordasse, suo fratello gli aveva fatto compagnia in ogni momento, sia per giocare che per parlare. L'ultima volta avevano letto insieme un romanzo, uno non troppo ostico, e Sirius si era impegnato a cambiare tono per ogni personaggio, tanto che alla fine era rimasto senza voce. Era stato divertente quando poi aveva cercato di mandare al diavolo Kreacher, senza però riuscirci – e a Regulus era parso che persino l'elfo domestico ne godesse.

Annoiato, il giovane si lasciò cadere indietro, la morbidezza del cuscino sotto la testa. Si passò una mano sul collo, notando con disappunto che gli erano stati tagliati troppi capelli. Gli piaceva tenerli lunghi; non quanto suo fratello, ma aveva come l'impressione che averli troppo corti gli facesse il volto molto più scavato.

Chiuse gli occhi e stese il braccio lungo il fianco, l'altro abbandonato sulla pancia.

Sua cugina Bellatrix e il marito, Rodolphus, avevano mandato un gufo quella mattina per avvisare che non ci sarebbero stati per pranzo, poiché avevano impegni più urgenti. Sua madre, anziché esserne scontenta, aveva sorriso di piacere, e Regulus aveva immaginato che il Signore Oscuro fosse il principale fautore di quella felicità.

Nella loro famiglia, il Signore Oscuro era amato – come si ama un padre, diceva Rodolphus. Sua madre gli aveva raccontato spesso del Signore Oscuro, storie che aveva assorbito dai nipoti, che avevano avuto l'onore di conoscerlo e udire le sue parole.

Regulus era rimasto affascinato da quei racconti, non poteva negarlo; un mondo perfetto, in cui i maghi non avrebbero dovuto avere paura di nulla, dove la grandezza dei maghi era al centro di tutto... come si poteva odiare una visione simile? Ciononostante, queste storie contenevano anche odio: odio per i Nati Babbani, odio per tutto ciò che poteva sporcare il sangue puro; odio verso le altre creature, ritenute inferiori, la cui esistenza era volta al solo scopo di servire chi era più potente. Non c'erano parità, non c'era comprensione, né compassione.

Regulus sollevò le palpebre e pensò a Kreacher: gli voleva bene. Era bislacco, sempre borbottante, e non provava particolare affetto per Sirius; eppure, dimostrava dei lati umani. C'erano cose che non apprezzava, altre per cui era felice, e non aveva particolari problemi nel palesarle. Lo appagava persino essere lo schiavo di una famiglia come la loro, dove lui stesso veniva visto come un oggetto indispensabile per la casa. Un oggetto che, raggiunta la vecchiaia, sarebbe stato soppresso in favore di un elfo più giovane, più efficiente, più utile.

Looking too closely [Libro I - The Lovers]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora