CAPITOLO 7 - Incollocabile

213 15 0
                                    


16 novembre 1971

Alisia

«Finalmente, signor Avery: vedo che sei riuscito a trasfigurare questo bicchiere alla perfezione. Venti punti a Serpeverde. So apprezzare l'impegno quando lo vedo.»

La professoressa McGonagall era molto soddisfatta, anche se non quanto Avery.

Alisia si agitò sul proprio posto quando questi le passò vicino facendole un cenno - traducibile come 'grazie' - prima di tornare a sedersi accanto a un incredulo Mulciber.

Con questo, poteva dirsi certa di aver finito di aiutare il ragazzo in Trasfigurazione. Non avrebbe più dovuto sopportare i giudizi di James, né le lamentele di Andrea, che non amando Avery si era detta contraria ad aiutarlo fin dall'inizio.

Per quanto la concerneva, le ore perse appresso a lui sarebbero state recuperate in altri modi.

A fine lezione, Alisia rifilò a Ann una scusa - una lettera urgente da spedire a Gideon e Fabian - e corse fuori dall'aula in direzione del settimo piano. Voleva recarsi nella Stanza delle Necessità per individuare il diadema di Corvonero, di modo da sapere dove trovarlo in caso di emergenza; voleva inoltre usare la stanza per esercitarsi con gli incantesimi che in quelle settimane aveva studiato come una forsennata.

Non era Hermione, quindi non possedeva lo stesso talento naturale nell'apprendere e applicare velocemente quanto imparato, necessitava non solo del tempo, ma anche del luogo adatto.

Sia la sala comune che le aule erano da escludersi, e non poteva nemmeno esercitarsi fuori dal castello, perché Hagrid l'avrebbe notata di certo. Quindi avrebbe dovuto prendere in prestito il luogo in cui in futuro Harry avrebbe costituito l'ES.

Di fretta, Alisia scansò qualche studente e Nick-Quasi-Senza-Testa, intento a lamentarsi col Frate Grasso dell'assoluta villania di Peeves, e imboccò le scale del primo piano; rallentò il passo quando incrociò i Malandrini che scendevano, del tutto catturati da un Sirius che imitava il professor Slughorn.

Remus smise di ridere a una battuta dell'amico non appena la vide e si fermò tra due gradini, il tempo di posarle una mano sul braccio per bloccarla.

Alisia ondeggiò pericolosamente, colta alla sprovvista. «Ehi, cos'è tutta questa fretta?» domandò Remus, usando anche l'altra mano per impedirle di cadere, in apparenza mortificato.

Sirius e James si fermarono accanto a lui, ma James evitò di guardare nella sua direzione, preferendo ignorarla.

«Recupero il tempo che ho perso dando ripetizioni a Avery» rispose Alisia, scrollando le spalle.

Vide Potter muovere la bocca, nell'istinto di dire la sua, e scegliere di non farlo; Sirius, che per tutto il tempo aveva guardato da lei a Remus, decise di piantarle gli occhi grigi addosso - come se volesse capire qualcosa, ma cosa diavolo avrebbe dovuto significare?

«Quindi quell'idiota ce l'ha fatta» constatò Remus, per nulla sorpreso. «E ora vai a festeggiare, presumo?»

Alisia ridacchiò. «Diciamo di sì...» Si schiarì la gola e salì su un altro gradino, annullando il contatto con Remus, che solo a quel gesto si accorse di averle tenuto le mani addosso per tutto il tempo; imbarazzato, lasciò ricadere un braccio lungo un fianco e con l'altra mano si massaggiò una tempia. Alisia, nell'osservarlo, notò il suo pallore.

«Stai bene? Non hai un bell'aspetto» chiese con premura, incapace di trattenersi - sì, sapeva, e sì, lui non le avrebbe detto la verità, ma non poteva fingere che stesse bene, perché non era vero.

Looking too closely [Libro I - The Lovers]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora