CAPITOLO 76 - Autunno (Rabastan & Robert)

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1° settembre 1977

Rabastan

Un tempo, avrebbe dato la vita per il Signore Oscuro. Ciononostante, gli innumerevoli anni trascorsi ad Azkaban, a subire la fame vorace e spietata dei Dissennatori, avevano reso distorti i suoi desideri, indebolendo i suoi ideali. E quando la sorte lo aveva posto una seconda volta al servizio del padrone, dopo una fuga dalla prigione improvvisa quanto rocambolesca, non gli era rimasto nulla se non quell'abitudine al servilismo che non aveva destato sospetti in nessuno, neppure in chi - abile nel sondare la mente - avrebbe dovuto accorgersene.

Le strade della Londra Babbana erano affollate, si elevavano suoni di passi, il rumore cupo dei motori delle macchine che calcavano l'asfalto e il lieve vociare dei passanti sui marciapiedi stretti. Le acque del Tamigi erano invece placide, d'un misto di azzurro e verde bottiglia che ricordava a Rabastan le tonalità assunte dal lago di Windermere nel pieno dell'inverno, dove anche il grigio si univa a quella matassa di tinte chiare, dando forma a una coperta pericolosa se attraversata senza la dovuta esperienza. Le acque del fiume, che percorrevano Londra insensibili ai suoi abitanti, erano invece all'apparenza più pulite, la superficie sporcata soltanto da qualche alga sparsa e dalle foglie degli alberi che si elevavano rigogliosi ai suoi due lati.

Annoiato, Rabastan osservò le case che circondavano la zona, quadrati di mattoni rossi e color panna che si ergevano su chilometri di terra, mostrando il dominio delle persone prive di magia.

Tutto quello spazio - l'infinita libertà concessa dall'essere scimmie poco evolute - pizzicò il suo disgusto, portandolo a odiare anche una parte del proprio io, quel ragazzo coi suoi stessi occhi il cui destino gli era risultato in ultimo affine. Una morte per una morte, la ricerca della libertà rispetto a una condizione di prigionia imposta.

«Dolohov arriverà a momenti, credo.» Lynette era immobile di fronte a lui, poggiata contro il corrimano d'acciaio che li separava dalle acque del Tamigi, vicino a quel ponte che avevano scelto di rendere speciale per i Babbani. I suoi capelli scuri arrivavano a malapena a toccarle le spalle ed era stretta nelle proprie vesti da strega d'un nero sbiadito. Si voltò appena verso di lui, evitando di sfiorarlo anche solo per sbaglio e sorridendo di riflesso, una concessione che la rendeva umana e non vuota come una bambola. «Credi che ne parleranno, dopo?»

«I Babbani o i maghi?»

«Entrambi.»

Rabastan le si accostò - fece attenzione a non toccarla, poiché sapeva quanto lei detestasse il contatto fisico - e poggiò i gomiti sul corrimano. Era bollente, poiché le temperature non erano ancora calate e il sole, alto nel cielo, rimandava raggi tanto forti da scaldare ciò che toccavano. Era piacevole avvertire quel tepore addosso. «Se le cose andranno come previsto da Dolohov, saremo sulle prime pagine dei giornali di entrambi i mondi. E renderemo orgoglioso il Signore Oscuro.»

Lynette serrò gli occhi, li virò alla loro destra. Era scettica, non si dava neppure la pena di nasconderlo. «Dici? Non sarebbe stato meglio scegliere un ponte più famoso per assicurarcene?»

«No, il ponte in sé non è importante. Lo è l'impatto che lascerà sui Babbani che vi saliranno sopra» rispose Rabastan, osservando il Chelsea Bridge con un mezzo sorriso. «Gli faremo prendere un bello spavento. Magari qualcuno morirà, a pensarci bene.»

Lynette mantenne un'espressione pensosa. Fece scivolare una mano sul fianco, dove teneva la bacchetta, e parve decidere di rispondergli col silenzio. Poi, dal nulla, sussurrò una frase in francese che Rabastan non impiegò molto a decifrare.

Ringraziava Morgana per l'opportunità che le aveva dato di essere lì, a fare la storia. Dava il merito a dei maghi leggendari per quella concessione, più che a se stessa o a Dolohov. Non era una cosa strana, erano soliti tirare in mezzo figure storiche come Merlino, Morgana o persino Salazar Serpeverde. Lui stesso citava di sovente quest'ultimo prima di agire, era un incensarsi di figure potenti provenienti da linee di sangue affini alle loro.

Looking too closely [Libro I - The Lovers]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora