CAPITOLO 34 - Autunno (Regulus Black)

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1° settembre 1973



L'estate di suo fratello era stata terribile, anche se aveva cercato di non darlo a vedere - si era comportato come il solito sbruffone, contravvenendo agli ordini di Walburga e seminando il caos per casa, tra poster attaccati alle pareti della sua camera che avevano gettato Kreacher nella disperazione, poiché incapace di staccarli («Incantesimo di Adesione Permanente!» aveva gridato beffardo Sirius), e fughe fino alle ore tarde della sera per non dover frequentare i parenti.

Regulus aveva cercato di dargli supporto, ma non era sicuro di esserci riuscito.


Il vagone del treno era stipato di gente. Regulus seguì Levorian tra gli studenti, mentre Sirius avanzava davanti a loro trascinandosi dietro l'enorme baule, le ampie spalle che si contraevano ogni volta che doveva spostarsi per lasciar passare qualcuno, l'atteggiamento di chi avrebbe affatturato il primo che lo avesse infastidito.

Era diventato più alto e arrogante, Sirius, e anche la sua voce era cambiata. Pochi giorni prima della partenza, di punto in bianco, si era fatta più profonda, facendo diventare gli occhi di Kreacher due palle tonde di orrore - come se vederlo diventare pian piano un uomo avesse potuto avvicinare sempre più l'elfo al giorno in cui sarebbe diventato sua esclusiva proprietà.

Che avrebbe coinciso con la morte dei loro genitori.

Regulus era però certo - avrebbe scommesso la parte di eredità che gli spettava - che Sirius non avrebbe voluto Kreacher nemmeno sotto tortura, preferendo andare a vivere sotto a un ponte.

Tanto brusco com'era, Sirius schivò un altro gruppo di studenti e aprì la porta a vetri dell'ennesimo carrozza, rischiando di scontrarsi con Alisia.

«Oh!» esclamò la ragazza, indietreggiando. «Ti sta per caso inseguendo un Bolide? Hai aperto quella porta come se volessi scardinarla.»

Sirius arretrò a propria volta, senza dire nulla; allungando il collo, Regulus notò il motivo per cui suo fratello non spiccicò parola, palesando uno sbigottimento dai tratti comici.

La persona che avevano davanti non sembrava nemmeno Alisia, a ben guardarla: era un pochino più alta, i suoi capelli molto più curati e morbidi, e somigliava in tutto e per tutto a una ragazza e non a... beh, a quello che erano ancora le compagne di classe di Regulus. Oltretutto, indossava un vestito a fiori molto estivo, che risaltava le sue curve morbide e le gambe tornite; non era mai stata troppo magra, Alisia Prewett, e andava bene così.

Divertito, Regulus guardò da Sirius ad Alisia aspettandosi che qualcuno parlasse, ma fu Levorian a spezzare quel buffo silenzio.

«Io vorrei sedermi, potete per favore lasciarci almeno passare?» si lamentò, superando Regulus e facendo spostare sia Sirius che Alisia.

Il maggiore dei Black sbuffò, uscendo da una trance apparente. «MacDougal, dovresti mostrare un po' di rispetto per gli studenti più grandi.»

«Inizierò quando non intaseranno i corridoi dei treni» ribatté Levorian, inserendosi in uno scompartimento chiaramente vuoto. «Reg, vieni o no? O vuoi stare con quella lumaca di Sirius?»

Looking too closely [Libro I - The Lovers]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora