CAPITOLO 37 - Estate (Alisia Prewett)

167 12 0
                                    



Libro dei Ricordi

10 novembre 1973


Era stato a causa di un mancamento se era iniziato tutto – un'amicizia strana e inattesa.

Poco dopo la lezione di Erbologia e con una scusa per allontanare Lucinda, Alisia si era seduta contro il tronco di un albero spoglio, nelle orecchie i sussurri di Wilkes – «prima o poi cadrai» – e le immagini del vetro e del sangue e di un uomo che aveva amato.

Esausta, aveva chiuso gli occhi, abbandonandosi a un leggero riposo. Era durato poco, due minuti a voler essere buoni, poi una voce aveva interrotto la quiete.

«Okay, immagino tu non stia bene.»

Alisia – la spettatrice, non quella del ricordo – osservò se stessa spalancare gli occhi e guardare Evan Rosier, in ginocchio di fronte a lei e con l'aria corrucciata, la sciarpa verde e argento che gli pendeva malamente da una spalla e i capelli biondi che gli ricadevano sulla fronte aggrottata.

«Sto benissimo» si sentì dire, a disagio. Fece per alzarsi, ma quasi crollò in avanti.

Rosier la bloccò per le spalle, neutro, costringendola a rimettersi seduta – il terreno erboso era un letto duro e freddo – e poi posò i gomiti sulle cosce. «Non vedevo Wilkes e pensavo ti avesse seguita. Volevo convincerti a parlare con Rabastan, ma a quanto pare il problema qui è un altro.» La scrutò per qualche istante, lasciò scorrere i secondi, e infine aggiunse: «A Ophelia piaci molto.»

Affermazione peculiare. «E quindi?»

«Quindi non posso fare finta di niente» sospirò, svogliato. Guardò l'orologio che aveva al polso. «Mancano quindici minuti alla lezione di Incantesimi. Riposa quanto basta e poi ti aiuterò ad andare.»

«Non ho bisogno di aiuto, Evan.»

«Oh, sì, invece. Quindi zitta e chiudi gli occhi.»

Un ordine che venne accolto.



1° giugno 1974


Alisia uscì dal ricordo e fissò le parole che aveva impresso sul foglio in una calligrafia confusa e disordinata – a tratti illeggibile – e che raccontava una storia all'apparenza banale.

Era stato un caso?

Non ne era certa.

La Morte doveva proprio divertirsi con lei.



3 giugno 1974


Erano bigliettini o lettere, a seconda dell'umore di Sirius e della voglia che aveva di parlarle, ed erano tornati a scambiarseli con grande perplessità di Regulus, loro fidato corriere. Come se Sirius, di punto in bianco, avesse deciso di riprendere un'abitudine che Alisia stessa aveva trovato piacevole, anche se non ne avevano bisogno.

Looking too closely [Libro I - The Lovers]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora