CAPITOLO 54 - Febbraio

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«Well, who am I to keep you down?

It's only right that you should play the way you feel it
But listen carefully to the sound of your loneliness
Like a heartbeat, drives you mad
In the stillness of remembering what you had

And what you lost
And what you had
And what you lost»

(Dreams – Fleetwood Mac)

2 febbraio 1976


Quel giorno, Regulus stava cercando di non dare troppa retta alle battute di Levorian mentre salivano i gradini della Sala d'Ingresso, Filch da un lato – «Bighellonate pure, tanto prima o poi beccherò anche voi» lo sentirono farfugliare, la faccia sporca di un liquido dall'aspetto putrido probabile frutto di qualche scherzo dei Malandrini – e il suo gatto, Mr Norris, dall'altro, intento a guardare male un gatto bianco in braccio a una studentessa di Corvonero.

Fu proprio quando Levorian decise di zittirsi che Regulus vide Alisia scontrarsi per sbaglio con uno studente più grande, un Caposcuola di Tassorosso troppo preso a parlare coi propri amici per accorgersi di averla davanti.

Osservò i libri della ragazza, appunti compresi, cadere sul pavimento di marmo. Il Caposcuola la guardò a propria volta per un breve secondo, ma anziché scusarsi e fermarsi ad aiutarla passò oltre, imboccando le scale per i sotterranei. Alisia lo fissò con espressione impassibile, come se aspettarsi qualcosa di diverso fosse pura illusione, e si chinò a recuperare tutto scostandosi i capelli dal viso.

«Diamole una mano. Certo che quel Carrow è proprio un idiota...» disse Levorian, che aveva notato la scena e smaniava per aiutare l'amica.

Regulus lo bloccò immediatamente. «Aspetta.»

C'era Sirius.

Era fermo davanti alle doppie porte della Sala Grande, osservava Alisia come se fosse indeciso se restare lì impalato ad assistere o aiutarla. Una delle sue mani, Regulus lo notò con un sopracciglio inarcato, tremava appena, le dita che si contraevano a secondi alterni.

Alla fine, qualcosa di sbloccò. Sirius afferrò la bacchetta dalla tasca interna della veste della divisa e la puntò sulle cose della ragazza, sollevandole e impilandole per bene. Alisia inclinò il viso verso l'alto e le osservò con occhi colmi di sorpresa. Si alzò, un solo libro sottobraccio, e prese a guardarsi attorno, finché non vide Sirius e la sua bacchetta puntata.

Parlarono. Fu breve, a essere sinceri, e Regulus non riuscì a udire nulla, ma Alisia recuperò le proprie cose e Sirius rinfoderò la bacchetta. Lo videro entrare nella Sala Grande con cipiglio neutro, le spalle incurvate. Alisia rimase invece ferma dov'era, a guardare tutto ciò che teneva tra le braccia, sul volto un sentimento di confusione e perdita.

E Regulus si chiese, inquieto, cosa potesse significare quel cambio di atteggiamento da parte di Sirius. Fino al giorno prima non aveva fatto altro che ignorarla, e ora?

Cosa aveva in mente?


6 febbraio 1976


Se c'era una cosa che Remus aveva imparato, era che le persone sapevano essere molto cattive. Ritrovarsi a pensarlo, in effetti, gli riusciva naturale. E che tali cattiverie a scuola provenissero da un certo gruppo di Serpeverde – quelli che credevano di essere migliori per ben noti motivi – non lo stupiva poi molto.

Looking too closely [Libro I - The Lovers]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora