CAPITOLO 26 - Il club degli Scacchi Magici

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23 ottobre 1972

Sirius

La notte precedente la luna era piena.

«Per oggi la lezione è terminata. Snape, ritira i compiti dei tuoi compagni e portali sulla mia cattedra. Brown, aiuta la signorina McKinnon e il signor Potter a risistemare i banchi al loro posto, in tre dovreste essere in grado di finire in fretta» ordinò la professoressa Hopkirk, gli occhi puntati sulla pergamena che stava leggendo, ciuffi di capelli corvini a sfiorarle il collo nudo.

Sirius ficcò a forza il proprio materiale scolastico nella borsa e si alzò mettendosi quest’ultima in spalla, la cravatta della divisa allentata, la postura del corpo regolata in modo tale da non volgersi automaticamente in direzione dei Serpeverde presenti. Aspettò James fuori dall’aula di Difesa contro le Arti Oscure, fischiettando, mentre dalle finestre s’intravedeva un cielo cosparso di nuvole grigie, l’umidità della giornata a insinuarsi nei più piccoli pertugi, rendendo il castello meno accogliente e più gelido.

Trattenendo uno starnuto – la notte precedente aveva preso freddo fuori dal castello – Sirius indugiò nell’osservare Peter uscire dall’aula assieme a Rosier.

L’ennesima luna piena – chissà come stava Remus.

Sirius estrasse la bacchetta e la puntò contro Peter. Densaugeo.

Peter si bloccò di colpo e cominciò a strillare, in preda al panico. Rosier fece un balzo indietro, andando a sbattere contro il muro, e Sirius ne approfittò per nascondere la propria bacchetta all’interno della divisa, soddisfatto.

Per un Remus che stava male, un Peter pagava per gli errori di un’altra vita. Non era uno scambio equo e non lo sarebbe mai stato, ma a Sirius andava bene così.

Gli studenti che stavano uscendo dall’aula si bloccarono, finendo col circondare il piccolo Pettigrew, che nel frattempo si era inginocchiato coprendosi la bocca con le mani e gemeva impaurito. Da quel poco che Sirius riusciva a vedere, gli erano spuntati dei gran bei dentoni.

«Che cosa sta succedendo?» La professoressa Hopkirk si fece strada tra gli studenti, finché non individuò Peter. Si chinò su di lui e lo esaminò. «Pettigrew, non andare nel panico. Rosier, accompagnalo in infermeria, Madama Pomfrey sistemerà i suoi denti.»

La professoressa si alzò in piedi guardandosi attorno, in cerca del colpevole.

Per chissà quale motivo, i suoi occhi scuri si posarono su Sirius, che cercò di levarsi dalla faccia il sorriso soddisfatto che gli si era impresso in volto – invano. «Black, potesti almeno cercare di nasconderlo» disse la professoressa Hopkirk, scuotendo il capo. «In aula con me, ora.»

James, che si era affacciato dall’interno della classe assieme a Marlene ed Emmanuel per assistere allo spettacolo, scoppiò a ridere. «Ti sei fatto beccare subito!»

«Abbiamo una professoressa fin troppo acuta» commentò Sirius, superandolo.

«Oppure non sei in grado di non vantarti di queste opere di bene» ribatté James, strofinandosi il naso.

Quando anche quei tre furono usciti dall’aula, Sirius si ritrovò da solo con l’insegnante di Difesa. Ora che ci pensava, nella precedente vita era rimasto molte ore in compagnia della Hopkirk, a volte anche assieme a James, e le punizioni non erano state così sgradevoli; in effetti, di quella donna serbava un bel ricordo – forse era stata addirittura una cotta inconsapevole, uno dei primi cenni dell’adolescenza e della curiosità di un ragazzo verso una donna più grande.

Looking too closely [Libro I - The Lovers]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora