CAPITOLO 65 - Pietà

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«Dreams fight with machines, inside my head like adversaries
Come wrestle me free, clean from the war
Your heart fits like a key, into the lock on the wall
I turn it over, I turn it over, but I can't escape
I turn it over, I turn it over.»

(Hurts Like Hell – Fleurie, Tommee Profitt)

19 dicembre 1976

Quella mattina, mentre portavano fuori i bauli, tra il chiacchiericcio dei propri compagni di Grifondoro e i gridolini felici degli abitanti dei quadri sparsi per la sala comune, Remus decise di perdonare Sirius.

Avevano avuto un'accesa discussione la sera precedente, di ritorno dalla cena, che si era conclusa con un non troppo poco velato 'continui a essere uno stronzo' – una frase che Remus si era risparmiato di dire, ma attorno a cui aveva girato con parole un po' fredde e molto sarcastiche.

In realtà, a ripensare a quanto accaduto tra loro, Remus aveva dovuto ammettere che i giudizi di Sirius non erano stati del tutto insensati.

Tendeva a piangersi addosso. Ripeteva a se stesso e agli altri quanto infausto fosse il destino di un lupo mannaro, riuscendo a tediare persino chi non era a conoscenza della sua condizione; e malgrado ciò, per chissà quale miracolo, con Mary stava andando tutto bene, anche se Remus viveva di nervosismi dovuti ai continui attacchi subiti dalla ragazza, che lo spazientivano spingendolo a intervenire ove possibile, anche se non sempre si trovava nei paraggi quando Mary subiva le angherie di Mulciber e i suoi amici.

Pensando all'odioso Serpeverde, Remus sentì lo stomaco contrarsi dal disappunto. Aveva udito una conversazione tra Marlene e Mary, giorni addietro, una che lo aveva infastidito e che aveva origliato per caso da un passaggio segreto che lui e i suoi amici usavano spesso per tagliare la strada e arrivare prima alla sala comune di Grifondoro.

Marlene non si era preoccupata di tenere basso il tono, certa che fossero sole, quindi aveva seguitato a parlare di quanto visto da lei e Regulus il giorno precedente, riempiendo Mary di domande scomode su un presunto bacio con Mulciber.

Quell'informazione aveva gelato Remus. Non che si aspettasse di trovare Mary del tutto innocente, aveva di certo avuto delle esperienze – baciava così bene da stordirlo – ma sapere che tra tutti gli studenti, con miriadi di ragazzi molto più decenti, lei avesse concesso la propria bocca proprio a un idiota del genere... ecco, lo aveva infastidito e reso insicuro.

Remus era certo che Mulciber non provasse nulla per Mary e, da quel poco che aveva intuito origliando, si era trattato di un bacio rubato, ma sospettava ci fosse stato altro, poiché Mary si era rifiutata di rispondere a molte delle domande di Marlene, sviando o ridendo.

E quando Remus ne aveva infine parlato con Sirius e James, il primo si era ben guardato dal celargli i propri pensieri, sfogando su di lui le proprie frustrazioni. James era intervenuto molto dopo, cercando di rasserenare Remus assicurandogli che Mary non si sarebbe mai potuta prendere una cotta per un tizio che la chiamava con termini razzisti – sarebbe stata una sciocca priva d'orgoglio, aveva detto, anche se dubitava, comunque, fosse quello il caso (che lo pensasse davvero o la sua fosse speranza, era difficile dirlo, ma Remus propendeva per la prima ipotesi, conoscendo l'evidente positività di James).

Si era tenuto dentro tutti i propri dubbi e li aveva stipati ancora meglio dopo che Sirius lo aveva trattato male. Aveva preferito non pensare a se stesso e alla propria condizione, tenersi buono per non causare ulteriori drammi e far finta di non aver spiato la propria ragazza omettendole di sapere.

Si stava comportando da codardo? Era un termine che raramente usava – James saltava come una molla al solo udirlo – ma si sentiva proprio così, in difetto e meno che buono, distante dal Grifondoro che era certo di essere. In casi del genere, si chiedeva se davvero il Cappello avesse fatto la giusta scelta smistandolo in quella Casa.

Looking too closely [Libro I - The Lovers]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora