3 dicembre 1972
Regulus
Regulus era convinto che gli stesse sfuggendo qualcosa e stava cercando il coraggio di parlarne ad alta voce.
Distogliendo lo sguardo da un ragazzino che nell’ultima ora aveva tentato di toccare il tronco del Salice Schiaffeggiante rischiando di venir catapultato via da un ramo, il più giovane dei Black tornò a scrutare il fratello maggiore, che gli sedeva accanto sbadigliando disinteressato.
La neve di quei giorni si era sciolta e i raggi di un sole insolitamente forte per il periodo scaldavano i prati, ora accoglienti e occupati da una miriade di studenti che si stavano godendo il sole domenicale. C’era chi leggeva sotto a qualche albero, chi giocava a Gobbiglie, chi se ne stava stravaccato a sonnecchiare e chi, invece, si godeva la compagnia dei propri amici.
Da quando aveva cominciato a frequentare la scuola, Regulus aveva imparato molte cose. Primo, che non sarebbe mai potuto andare d’accordo con tutti e che qualsiasi cosa avesse fatto sarebbe sempre stata soggetta a critiche. Secondo, che Narcissa poteva diventare molto antipatica se non le si dava retta, com’era accaduto l’ultima volta che si erano parlati, quando aveva rifiutato per la millesima volta di passare del tempo con Rabastan e i suoi amici. Terzo, e non ultimo, che si era costretti a modificare se stessi e i propri comportamenti quando si aveva a che fare con altre persone.
Sua madre e suo padre gli avevano insegnato dei valori che non combaciavano con quelli messi in mostra da coloro che aveva conosciuto; e Sirius, il cui credo si distaccava da quello dei loro genitori per giustizia e morale, stava tentando – ancora non capiva se con successo – di mostrargli punti di vista a suo dire sani.
Facendo ciò, si stava mettendo contro tutti e stava ponendo lo stesso Regulus in una posizione scomoda. Difatti, avendo sempre preferito un posizionamento neutrale che non scontentasse nessuno, aveva fatto sì che i problemi venissero ridotti al minimo.
Ora, invece, si ritrovava tra due fuochi. Le sue stesse preferenze – le uniche che fossero davvero sue e di nessun altro – gli si stavano ritorcendo contro.
A Regulus piaceva sinceramente Alisia Prewett.
A Regulus piaceva passare del tempo col proprio fratello.
A Regulus piaceva che Dorcas Meadowes fosse così schietta e matura.
A Regulus piacevano anche quei compagni di Casa disinteressati allo stato del sangue altrui (come Levorian), e gli piaceva parlare con Dirk Cresswell, studente dalla mentalità aperta che non disdegnava chiacchierare con lui anche se questo gli costava essere notato da un particolare gruppo di Serpeverde.
Eppure, le lettere che sua madre gli mandava gli urlavano che non doveva osare farsi piacere quelle persone e che non doveva in alcun modo andare dietro al fratello maggiore, perché sarebbe stato deleterio per la loro famiglia. Aveva detto che li stava deludendo. Quelle parole, per qualche motivo, non avevano fatto altro che creare nel suo petto un buco colmo d’ansie e frustrazioni a cui nessuno sembrava badare. E ora doveva pure capire perché diavolo Sirius fosse così ostinato.
«Una volta ti ho detto che avrei fatto amicizia con Alisia Prewett perché sembrava piacerti molto, perché poteva mostrarmi come essere Purosangue non significasse essere degli idioti con gli altri» disse Regulus, tirando via un filo d’erba con le dita.
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Looking too closely [Libro I - The Lovers]
FanfictionLa Morte propone a una donna Babbana di rinascere negli anni Sessanta in una famiglia magica, dandole delle limitazioni e un unico avviso: Lily Evans è destinata a morire. Fa la stessa proposta a un Sirius Black in attesa nel limbo dopo aver attrave...