CAPITOLO 47 - Di codardia, botte e terapie d'urto

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8 febbraio 1975

Sirius

Se fosse stato per lui, il fine settimana a Hogsmeade non sarebbe esistito, ma James ebbe l'idea di formare un gruppo che facesse valere la pena goderselo.

Quello che era accaduto ad Alphonse continuava a trascinarsi, a poco più di un mese dalla sua scomparsa, e il giovane Potter non era rimasto immune al peso che quella perdita aveva fatto gravare sui propri amici. Si era difatti impegnato per tormentarli e strappare loro delle risate, a volte riuscendoci, altre fallendo, ma non perdeva mai di speranza.

Sirius gli voleva bene anche per questo.

Così, quando James aveva invitato Dorcas e Alisia a unirsi a loro e queste avevano accettato, Sirius si era ritrovato a provare un misto di sollievo e tensione, perché se da una parte era certo che Prongs avrebbe dato il meglio di sé, dall'altra continuava a pesare quel non detto ai danni di Remus, così stupido in confronto a problemi più grandi, ma tanto dolente da fargli capire quanto tenesse all'amico e quanto desiderasse Alisia.

Era un altro tipo di equilibrio formato da un filo sul punto di spezzarsi.

Non appena entrarono nel villaggio, immettendosi nella High Street ricoperta di neve, James indicò i Tre Manici di Scopa. «Andiamo a bere qualcosa, che ne dite?»

«Non dico di no» rispose Remus, stringendosi nel cappotto che indossava.

Camminava di fianco ad Alisia, che non si era staccata da Dorcas nemmeno per un attimo; ormai la ragazza non faceva altro che stare vicina all'amica, cercando di esserle di conforto e non lasciarla mai sola. Sirius non si stupiva della cura che Alisia stava avendo di Dorcas. Semmai, il terzo incomodo risultava essere Remus, che fin dalla partenza dal castello si era ostinato a stare appiccicato alle due ragazze, in una palese ricerca di intimità con Alisia.

Sirius, che si era reso perfettamente conto della tattica messa in atto dall'amico, si era limitato ad affiancare James accumulando pazienza e marciando davanti ai tre con la perenne impressione di essere osservato.

Aveva dovuto lottare con se stesso per non girarsi a ricambiare quegli occhi di verde e acqua durante l'intero tragitto fino a lì - perché Alisia voleva altro e questo altro portava il nome di una stella, purtroppo per Remus Lupin.

«Burrobirre per tutti?» propose Sirius, usandola come scusa per voltarsi e squadrare la ragazza. «O preferite della cioccolata calda? Oggi offro io.»

«Una Burrobirra andrà bene» disse Alisia, sistemandosi il berretto di lana sulla testa; i suoi capelli neri erano onde morbide che le scendevano sulle spalle, muovendosi a ogni passo; e sulla tempia, più di tante altre volte, spiccava la minuscola cicatrice dell'incidente del primo anno.

Remus tossì. «Anche per me una Burrobirra, grazie.»

Dorcas si limitò ad annuire.

Sirius guardò la ragazza, scorgendo nelle sue iridi un freddo che prima non c'era - era cambiata.

Tutti se n'erano accorti. Nessuno ne aveva fatto parola.

James aprì la porta, entrando per primo. Il pub era pieno zeppo di gente, radunata lì per scaldarsi e chiacchierare; c'erano studenti, maghi e streghe più o meno noti e personaggi particolari che di norma non si sarebbero visti in giro a quell'ora del giorno - inquadrò almeno due megere e quell'idiota di Mundungus Fletcher, che soleva frequentare Diagon Alley e la sua controparte oscura nelle ore più tarde della notte. A breve distanza, Sirius vide anche la McGonagall, che stava bevendo con la professoressa Sprout e Hagrid.

Looking too closely [Libro I - The Lovers]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora