20 marzo 1978
Lily
Un tempo non avrebbe mai scommesso su se stessa e James Potter. Avrebbe ritenuto assurda l'idea di uscire con lui – il borioso, arrogante e vanesio ragazzo che tutti veneravano e che si dava perennemente arie solo perché in grado di stare in sella a una scopa.
Paradosso di tutti i paradossi, era stato il tempo stesso a smentirla.
La nuova riunione dello Slug Club si era appena conclusa e tutti si stavano alzando dai propri posti. Il professor Slughorn stava parlando animatamente con Marcus Greengrass, uno dei suoi allievi preferiti, del tutto ignaro della tensione che era rimasta nell'aria dopo la breve discussione che avevano avuto in merito alle nuove misure di sorveglianza imposte alla scuola dal Ministero della Magia.
Chiunque le aveva odiate. Minavano la serenità generale, ricordando loro che il mondo esterno era un luogo meno che accogliente. Come se non bastasse, spesso gli Auror si spingevano persino a esaminare i corridoi, tant'è che una volta la professoressa McGonagall si era detta irritata da tale atteggiamento, ricordando loro che gli era stato concesso il controllo esterno della scuola, non quello interno.
Lily si sfiorò la spilla da Caposcuola e i suoi pensieri andarono a James. Era probabile la stesse aspettando fuori dall'ufficio per la ronda serale, come faceva ormai da qualche mese. «Professore, le auguro la buona notte» disse, avvicinandosi all'insegnante di Pozioni con un sorriso cordiale, le mani tra i capelli a sistemare la fascia che li teneva in ordine.
«Oh, mia cara Lily, la auguro anche a te!» cinguettò Slughorn, allegro, spostando gli occhi acquosi da Greengrass a lei. «E mi raccomando: non sprecare troppe energie per i controlli serali!»
«Cercherò di seguire il suo consiglio» rispose Lily, abbassando le mani, «ma non le prometto niente. In questo periodo, sono tutti su di giri, anche Peeves!»
«Oh, il poltergeist non smetterà mai di tormentarci» sospirò l'insegnante, sventolando una mano come a scacciare l'immagine dell'entità. Dopodiché prese la bacchetta e cominciò a spegnere le candele che ravvivavano la stanza. «Mi raccomando, allora: controlli veloci e poi a letto!»
Lily lo rassicurò e uscì dall'ufficio; come pronosticato, trovò James ad attenderla. Era poggiato contro il muro adiacente con le braccia incrociate al petto e lo sguardo nocciola rivolto agli studenti che stavano abbandonando il corridoio, diretti nelle proprie sale comuni prima dello scattare del coprifuoco.
Non appena il ragazzo la vide, sorrise e si scostò dalla parete di pietra. Gli occhiali gli scivolarono a metà del naso e lui li risistemò. «Che dici, beccheremo qualcuno a pomiciare anche stasera?»
«Finendo con l'ignorarli?» rispose Lily, sollevando gli occhi al soffitto. Era incredibile, James non cambiava mai! «A che serve essere Capiscuola se poi non rimproveriamo nessuno?»
«Beh, non possiamo essere così duri con gli altri, se poi finiamo con l'appartarci anche noi» le fece notare James, prendendola per mano – un immediato calore le si irradiò su per le dita, fino al gomito. «O mi sbaglio, Caposcuola Evans?»
Lily non poteva dirgli di no, ma non gliel'avrebbe mai data vinta, quindi si limitò a rispondere come faceva sempre quando si comportava da sbruffone. «Sono certa che hai torto.»
«Sì, come no.» James sorrise, gongolante. «Andiamo a fare questi controlli, sono già stanco per gli allenamenti. Il primo che becco fuori dai letti lo affatturo!»
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Looking too closely [Libro I - The Lovers]
FanfictionLa Morte propone a una donna Babbana di rinascere negli anni Sessanta in una famiglia magica, dandole delle limitazioni e un unico avviso: Lily Evans è destinata a morire. Fa la stessa proposta a un Sirius Black in attesa nel limbo dopo aver attrave...