CAPITOLO 46 - Usare gli altri

184 12 32
                                    



8 gennaio 1975

Sirius

Il ritorno a scuola dopo le vacanze era risultato pesante da molti punti di vista, non solo da quello psicologico. Gli insegnanti li avevano tartassati riempiendoli di compiti, senza concedere loro il tempo di digerire quanto accaduto in quei giorni.

La professoressa McGonagall era stata la più severa, tanto da caricarli di temi nell'arco di soli tre giorni, una cosa tanto inaudita che James era arrivato a dare di matto.

«Oh, no, no, dobbiamo vendicarci per questa cosa» esclamò, lanciando un foglio di pergamena appallottolato male nel fuoco del camino. Aveva abbandonato il tavolo su cui era rimasto chino per tutta la sera assieme a Remus e ora stazionava di fronte a Sirius, che se ne stava comodamente seduto sul divano dopo aver fatto ben tre temi senza alcuna difficoltà.

Quest'ultimo sbadigliò, incurante. «James» esalò, annoiato. «Se vuoi prendertela con Minnie ti conviene prepararti a una punizione esemplare.»

«Io non voglio vendicarmi di lei, voglio vendicarmi del sistema!» borbottò James, affondando le dita tra i capelli per peggiorare quel disastro che già erano di natura. «Sono stufo di fare così tanti compiti!»

«Immagina come sarà l'anno prossimo, allora» disse Remus, sornione. «Per i G.U.F.O. ci uccideranno. Non avremo neanche il tempo di respirare.»

«Beh, siamo già morti così, mi pare» mugugnò James, prima di zittirsi tutt'a un tratto.

Sirius percepì un lieve cambio nell'atmosfera e, inquieto, buttò un occhio a Remus, che aveva cambiato espressione, irrigidendo le spalle. «Non proprio i termini adatti» mormorò, sospirando.

James si accasciò nel posto accanto al suo. «Pads, secondo te lo stanno facendo di proposito?»

Ci stanno sommergendo di compiti per non farci pensare ad Alphonse?

Sirius buttò la testa indietro, spingendola contro il tessuto morbido del divano. «Non lo so, ma immagino che ne abbiano parlato» rispose con voce neutra. «Non che serva a molto, dopo un po'.»

«Siamo in guerra» disse Remus, a voce molto bassa. Per fortuna la sala comune era mezza vuota, altrimenti gli sarebbe toccato sgolarsi per farsi udire. «Non è qualcosa che possiamo dimenticare tanto facilmente.»

James si tolse gli occhiali e osservò le lenti per qualche istante. Sul suo volto c'erano domande senza risposta, sprazzi di ribellione e parte della confusione data dal dover affrontare i cambiamenti nati da una perdita che li aveva coinvolti molto da vicino. Sebbene fossero passati dei giorni, ormai, scherzare normalmente era diventato difficile.

Inforcò di nuovo gli occhi e fece a Sirius un mezzo sorriso. «Beh, sai che c'è? Non voglio sentirmi uno schifo per quello che ho detto, o che ha detto Moony.» Si alzò e prese a stiracchiarsi, piegando la schiena di lato. «Francamente» bofonchiò, tirandosi un braccio con un mugugno strozzato, «mi va bene anche fare del buon vecchio black humor, se capisci cosa intendo.»

«Oh, per me puoi dire tutto quello che vuoi» latrò Sirius, dandogli un mezzo calcio su uno stinco costringendolo a spostarsi in avanti. «L'importante è che non lo fai davanti a Dorcas.»

Looking too closely [Libro I - The Lovers]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora