CAPITOLO 59 - Estate 1976 [Essere felici]

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«I got a million fucking reasons I should leave him, but I don't
And you could give a million more to make me see it, but I won't

So if you're looking, you will find me standing next to him
Kissing underneath the palm trees, feigning for his sin
I don't care if it's not righteous, I don't give a damn
There's no other lover like this

God, I love my man through space and through time
Forever he's mine»

(Won't – Tanerélle)


Inizio luglio 1976


Riprendere a respirare era l'unica opzione che si era concessa. Essere mentalmente stabile – pulita, priva delle allucinazioni visive di due vite opposte – era stato per lei l'obiettivo di quelle settimane stancanti.

Sapeva che il dolore non poteva essere lavato via soltanto provandoci. Sarebbe rimasto pur ritrovando la serenità, avrebbe trovato un angolino tutto per sé e si sarebbe palesato solo quando necessario; il che avrebbe significato vedersi cadere in uno stato di cupa malinconia negli attimi in cui il cervello non era occupato a fare altro.

Ma era gestibile. Poteva gestirsi. Respirare. Una boccata dopo l'altra. Un giorno alla volta.

Non aveva bisogno di pozioni obliviose; di pozioni scaccia sogni; no, necessitava solo di se stessa. Poteva ancora vivere come se ne valesse la pena.

Almeno, fino a quando non avesse compiuto diciassette anni.

Il limbo era una meta sempre più vicina.


***


Aveva domandato alla Morte se anche il destino di Alphard fosse un elemento fisso in ogni tempo. La risposta ricevuta mesi prima, nel dicembre del 1975, aveva contribuito a rendere la sua instabilità mentale palese agli occhi di chi lo circondava.

Una morte naturale non poteva essere impedita in alcun modo. Natura e omicidio erano due elementi differenti e così sarebbero state le morti di Lily Evans e Alphard Black.

Solitudine, infelicità, privazioni: la nuova vita gli stava buttando addosso ogni lato negativo che aveva pensato di schivare sapendo tutto in anticipo; dopodiché, si erano presentate novità di ogni tipo, costringendolo ad affrontare sfide ancora più ardue, sebbene su un piano emotivo e struggente che non aveva calcolato.

Si era arreso all’amore per una donna, si era arreso di fronte all’imminente perdita di un parente tanto amato. Poi si era inflitto un’ultima pena, la scelta di farsi odiare dal suo migliore amico.

La fine della scuola era vicina. I primi anni dell’età adulta avrebbero posto un fermo alla sua serenità, mettendolo di fronte alle scelte più terribili, egoistiche e necessarie impostegli dalla Morte.




25 luglio 1976


Regulus Black entrò in salotto e osservò i numerosi regali che erano stati depositati in un angolo vicino al camino e messi in ordine con estrema cura da Kreacher, che si era adoperato affinché formassero una piramide perfetta.

Sirius, che era lì ad assistere da prima del suo arrivo, pareva di umore buono.

Visto cosa avevano dovuto sopportare per tutto il precedente anno, era un miracolo che fosse tornato a comportarsi come una persona sana di mente. Era persino riuscito a non rispondere male alla mamma in un paio di occasioni, sebbene quel particolare avesse instillato in Regulus un sospetto che non voleva saperne di prendere forma, poiché troppo fumoso per dargli una parvenza di plausibilità.

Looking too closely [Libro I - The Lovers]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora