9 gennaio 1972
Remus
La stanchezza iniziava a fare capolino.
Remus si tolse le coperte di dosso e si mise a sedere, gli occhi appannati dal sonno e sottili crampi ad attraversargli ogni singolo osso, ricordandogli della luna piena in arrivo. Di malumore, infilò i piedi nelle ciabatte e guardò i propri compagni di stanza: James ancora ronfava con la faccia seppellita sul cuscino, Devarsi era nascosto sotto le coperte e Emmanuel non c'era – forse era andato a lavarsi, si svegliava presto rispetto agli altri – mentre Sirius era a letto ma con gli occhi aperti e ben piantati sul soffitto.
«Buongiorno.» Remus lo disse con voce impastata.
Sirius girò la testa e lo fissò, sorpreso, come se non si fosse accorto che qualcun altro oltre a lui fosse sveglio. «Buongiorno... ti sei svegliato presto, sono le sei e mezza.»
Remus sbadigliò. «Meno presto di Emmanuel, comunque.»
«Oh, sì, l'ho visto uscire una ventina di minuti fa.»
«Doccia lunga?»
«Doccia super lunga» confermò Sirius, un sorrisetto a fior di labbra.
«E tu, invece?» chiese Remus, indicandolo con una mano aperta. «Da quanto sei sveglio?»
«Abbastanza da aver visto Emmanuel, come dicevo prima.» La voce di Sirius era pesante. «In ogni caso, mi sono svegliato senza un perché. Succede, a volte.»
«Già, immagino di sì.» Remus spostò gli occhi chiari su James. «Merlino, è già domenica. Hai fatto il tema della McGonagall per domani?»
«Sì. Non era niente di così difficile» mormorò Sirius. Si passò le dita tra i capelli, scoprendosi la fronte, e infine decise di alzarsi. Di solito Sirius era allegro al mattino, ma quel giorno era diverso.
Remus ignorò l'ennesima fitta alle ossa e si mise in piedi. «Dai, andiamo a vedere se Emmanuel è scivolato nella doccia.»
A quella frase scherzosa, Sirius rise. «Ricevuto.»
Emmanuel Brown non si era fatto male in alcun modo, ma lo trovarono intento a lamentarsi dei propri capelli, che quel giorno parevano voler gareggiare con quelli di James. Si lamentò con loro fin quando non decise di andarsi a vestire, e quando tornarono in camera trovarono James e Devarsi a litigare sul Quidditch.
Si andarono a lavare, rispettando ognuno il proprio turno, e poi finirono di vestirsi. Quando uscirono dalla sala comune, la Signora Grassa li avvertì che Filch girava per il castello in cerca degli studenti che il giorno precedente avevano aggredito Mr Norris nel vecchio bagno di Mirtilla Malcontenta.
Nessuno sapeva cosa fosse successo o di chi fosse il merito, ma alcuni sospettavano di James e Sirius, i quali avevano negato ogni coinvolgimento – James si era addirittura risentito, lamentando la non paternità dell'idea. Remus tendeva a credere loro, anche se la reazione di Sirius – piuttosto menefreghista per i suoi standard – non l'aveva convinto.
Entrarono nella Sala Grande e raggiunsero il tavolo di Grifondoro. Durante la colazione, James continuò a discutere della 'questione Mr Norris'.
«Io non mi lamenterei. Non era un'idea così grandiosa...» disse Sirius, indicando con la forchetta il giovane Potter. «Noi possiamo fare di meglio. Tipo far sparire Filch per due settimane.»
«Vuoi provare a farlo sparire?»
«Non hai capito, amico: io non voglio provare, io voglio farlo sparire sul serio.»
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Looking too closely [Libro I - The Lovers]
FanfictionLa Morte propone a una donna Babbana di rinascere negli anni Sessanta in una famiglia magica, dandole delle limitazioni e un unico avviso: Lily Evans è destinata a morire. Fa la stessa proposta a un Sirius Black in attesa nel limbo dopo aver attrave...