CAPITOLO 43 - I loro sentimenti

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«Oh, feel our bodies grow

And our souls they blend, yeah

Yeah, love, I hope you know (You know)

How much my heart depends, yeah

But I guess that's loveI can't pretend, 

I can't pretend, oh, ohI guess that's love


(Can't Pretend – Tom Odell)



9 novembre 1974

Alisia

Stava piovendo a dirotto quella mattina. Alisia si era già cambiata per la partita e stava dando un'ultima passata di olio alla sua Nimbus 1000, nel tentativo di non pensare che la giornata sarebbe potuta volgere in peggio.

Non aveva dimenticato l'avvertimento di Rosier. Ogni partita, da un anno a quella parte, l'aveva affrontata consapevole di poter essere attaccata, ma ancora non era successo.

Si aspettava che Wilkes in quei mesi si fosse goduto la vista della sua ansia durante le partite, in attesa di colpirla, ma non aveva ancora ben chiaro come lo avrebbe fatto; sospettava sarebbe ricorso alle Arti Oscure imparate a Durmstrang per metterla nei guai, anche se Kettleburn, solo poche settimane addietro, lo aveva minacciato di ripercussioni.

Conservò il kit di manutenzione nel baule e scese nella sala comune, unendosi a Lucinda e ignorando le occhiate di Wilkes e Mulciber e il 'buona fortuna' di Rabastan, del tutto ignaro dei progetti dei suoi fedeli amici.

Alisia avrebbe potuto avvertire qualche insegnante, anziché attendere l'inevitabile, ma erano passati troppi mesi dalle intimidazioni di Wilkes, e Slughorn non era tipo da prestare ascolto ai vaneggiamenti degli studenti. E poi qualcuno avrebbe potuto obiettare che, se Wilkes le avesse davvero voluto fare del male, l'avrebbe già fatto; perché attendere così tanto tempo?

Peccato che Wilkes volesse chiaramente spettacolarizzare la propria impresa, facendosi forte agli occhi dei compagni, e che non desse esattamente l'impressione di aver abbandonato quell'obiettivo - nei corridoi il suo gruppo continuava sussurrarle 'cadrai'.

Mentre faceva colazione nella Sala Grande, lo stomaco in subbuglio, Alisia pensò anche che era troppo orgogliosa per chiedere l'aiuto di Rabastan, e troppo preoccupata per avvertire Sirius. Non voleva che finisse coinvolto nell'ennesima rissa. Quindi, come prima di ogni altra partita, decise di tenere tutto per sé, limitandosi a parlarne con la sua migliore amica.

«Terrò d'occhio Wilkes» le disse Dorcas, comprendendo la sua ansia, che si era manifestata in un ossessivo spiluccare il cibo. Aveva finito da un pezzo di fare colazione e la scrutava con uno sguardo dolce. «Cerca di tenerti bassa mentre voli. Giusto per precauzione.»

«Oh, se mi terrò bassa almeno non mi spaccherò la testa, nel caso finalmente si decidesse ad attaccarmi» mugugnò Alisia, arrabbiata. «Sarei quasi tentata di affatturarlo e chiuderlo in una classe, il problema si risolverebbe alla radice.»

Looking too closely [Libro I - The Lovers]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora