CAPITOLO 24 - Vetro e Sangue

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2 settembre 1972

Remus

Quando Remus si era svegliato, quella mattina, si era reso conto che Sirius non era nel suo letto. Non era nemmeno in bagno o nella sala comune. In un primo momento non l’aveva trovata una cosa così strana, poiché capitava che Sirius si alzasse prima di tutti loro – sì, anche di Emmanuel Brown –, ma di solito finivano sempre per trovarlo stravaccato su una poltrona della sala comune a leggere la Gazzetta del Profeta o ad aspettarli per andare a fare colazione.

Quel giorno, di Sirius non c’era traccia.

«Magari è uscito prima per incontrare suo fratello» suggerì James, levandosi gli occhiali per pulirli con una pezza e poi inforcarli di nuovo, per nulla preoccupato della sparizione dell’amico.

Remus convenne che fosse come diceva, ma quando entrarono nella Sala Grande e non lo videro da nessuna parte, nemmeno da Regulus, seduto tranquillamente al tavolo della propria Casa e intento a scambiare due parole con uno studente del suo anno, entrambi si guardarono confusi.

«Potrebbe essere andato a parlare con Alisia?» tentò allora James, che si era premurato di notare che la ragazza non era presente, ma c’era solo Dorcas. «Di solito lei e Meadowes sono appiccicate, ma lei manca.»

«Dici che l’ha bloccata nei sotterranei per chiederle perché lo abbia ignorato ieri sera?» domandò Remus, perplesso; era convinto che lei non lo stesse evitando, ma arrivati a quel punto era ovvio che Sirius ne volesse conferma.

«Lo farebbe, amico, lo farebbe» James ricacciò indietro uno sbadiglio e gli diede una pacca su una spalla. «Andiamo a mangiare, oggi iniziamo con Difesa contro le Arti Oscure e voglio avere lo stomaco pieno per sopportare quegli idioti di Avery e Mulciber.»

La sera prima, mentre Sirius parlava con Regulus, avevano sorpreso Mulciber a tirare i capelli di Mary con la magia, facendole male. Lily era intervenuta subito, spintonando il Serpeverde e sibilandogli di smetterla di prendersela con l’amica, e le cose non si erano evolute in peggio soltanto perché Snape era intervenuto, attirando l’attenzione dei compagni di Casa.

Avevano sentito Mulciber commentare: «Quella Sanguesporco ti piace un po’ troppo, Severus.»

L’aveva udito anche Lily. E Snape non aveva detto nulla. Non una difesa, non un rimprovero. Nulla. Remus si era sentito malissimo e aveva passato il resto della serata a rimuginare su quanto accaduto. Immaginava che fosse lo stesso per James, che per qualche motivo era riuscito a trattenersi dall’affatturare Mulciber con la propria bacchetta.

«Oggi, dopo le lezioni, facciamola pagare a quei tre» disse di soppiatto James, mentre si riempiva il piatto di salsicce, uova e porridge. Aveva un’aria decisa, quasi vendicativa.

«Pensavo ti fossi già dimenticato» ammise Remus, versandosi del succo di zucca nel bicchiere.

«Ho solo imparato che posso maledirli senza farmi notare. Quest’anno voglio entrare nella squadra di Quidditch di Grifondoro e far perdere punti alla nostra Casa mi sarebbe d’intralcio, quindi meglio delinquere lontano dallo sguardo degli insegnanti, no?»

Quel nuovo James lo prese in contropiede. «Beh… immagino di sì.»

«Ottimo.» James era talmente soddisfatto che finì di mangiare tutto e fece un secondo round, sotto gli occhi schifati di Marlene, che era appena arrivata e non vedeva l’ora di conoscere la nuova insegnante di Difesa contro le Arti Oscure.

Looking too closely [Libro I - The Lovers]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora